de_stradis_e_paterno2.jpg

 

 

di Walter De Stradis

 

 

 

 

E’ forse tipico della nostra regione che non si parli molto di un’opportunità formativo-lavorativa concreta -presente sul territorio nazionale da qualche tempo- nella quale anche Draghi crede molto.

Giuseppe Paternò, che condivide col fratello Rocco (presidente dell’Ordine dei Medici di Potenza), l’occhio chiaro e vispo, è il Presidente della Fondazione ITS “Efficienza Energetica”.

d: “Efficienza energetica” è l’unico ITS presente in Basilicata, ed è nato –cito testuale- “per promuovere la diffusione della cultura tecnica e scientifica e soprattutto per attuare misure di politica attiva del lavoro”. Stiamo dunque parlando di un Istituto Tecnico Superiore, della creazione di professionisti altamente qualificati, di un’alternativa all’Università, insomma.

r: Benissimo, ma stiamo parlando anche di OCCUPAZIONE. All’interno del Ministero della Pubblica Istruzione a un certo punto si è detto: basta con una formazione teorica, partiamo con lo sviluppare attività che siano pratiche e che possano aiutare i giovani a trovare lavoro. La questione è sempre quella: cosa chiedono le imprese e cosa –invece- la scuola offre. Inoltre, con la riforma, attesa per il 2021, in ambito ITS, presto parleremo di una vera e propria prima laurea, “professionalizzante”. L’occupazione è infatti al centro del discorso Draghi.

d: Mi par di capire che al momento, rispetto a un “normale” corso di laurea, l’ITS si propone di indirizzare verso un più concreto sbocco lavorativo.

r: Un percorso formativo si assesta mediamente sulle 400-600 ore; un master è intorno alle 1.500 ore. E sono tutta teoria. Il percorso dell’ITS, invece, è di 2000 ore, di cui 400 sono di attività teorica, uguali per tutti (le varie certificazioni, sulla sicurezza, sull’informatica, sulla linguistica, oppure il patentino dei droni, aggiunto da noi), e poi ci sono 1600 ore, suddivise tra attività di laboratorio e tirocinio in azienda. Sono dunque le imprese che ospitano i giovani. La formazione non è quindi solo teorica, bensì strettamente legata alle attrezzature che le imprese hanno, quelle stesse imprese che hanno dichiarato una volontà di assumere. Ad oggi abbiamo lettere d’intenti di imprese che si dichiarano disposte ad assumere una ventina di persone.

d: Leggo che la probabilità di trovare subito lavoro è dell’80%...

r: L’ultimo monitoraggio parla del 90%. Finora, dopo il primo ciclo, il nostro ITS ha una percentuale di successo del 50%. Riteniamo che nell’arco dell’anno –oggetto di monitoraggio da parte del Ministero- riusciremo a “piazzare” il resto dei giovani.

d: In Basilicata c’è una consapevolezza adeguata di questa opportunità?

r: Con il Pnrr si è parlato molto di ITS, ma la verità è che nessuno ha mai fatto “pratica”. La questione vera è quella di trovare i giovani talenti, perché le imprese che vogliono assumere, mi creda, CI SONO. Sembra un’assurdità, in questo periodo di crisi, ma io posso assicurare che girando le aree industriali lucane trovo le imprese pronte alle assunzioni. Ciò che manca sono i giovani.

d: Perché se ne vanno.

r: I talenti vanno via. E tutto quel che rimane non sempre affronta il tema della propria professione, ma piuttosto aspetta la raccomandazione per essere “piazzato” da qualche parte, per lavorare pochi mesi all’anno. Un percorso come il nostro, di 2000 ore (che corrispondono a due anni di attività di formazione) invece PREPARA al lavoro. Il consiglio che do ai giovani è di puntare sugli ITS.

d: d: Purtroppo questa è anche la regione del “pezzo di carta”, i genitori vogliono vedere una laurea, basta che sia una…

r: Per noi questo è un elemento di grande interesse. Nel nostro percorso abbiamo una convenzione con l’università telematica E-Campus, che riconosce i crediti formativi, fino a 110, che corrispondo a circa due anni di attività universitaria. Parliamo ovviamente, della Facoltà di Ingegneria Industriale con indirizzo energetico: c’è dunque l’opportunità di frequentare l’ITS e di accumulare crediti formativi universitari senza pagare la retta universitaria.

d: Ritengo che in Basilicata ci sia un ITS che si occupa di Energia anche perché questa è la terra del petrolio. Sul vostro sito tuttavia si legge che quello fra “Oil&Gas e fonti rinnovabili” è un matrimonio che si può fare.

r: Nel marzo 2019, nei nostri laboratori, noi producevamo idrogeno. Nessuno lo sapeva, nessuno ne parlava. Oggi invece dell’idrogeno ne parlano tutti con grande interesse. Oil&Gas ha una sua rete di aziende che produce idrogeno, e ha interesse a farlo. Dal canto nostro, abbiamo promosso una start-up, che ha vinto il premio Ambrosetti-Total, partendo proprio dal nostro progetto formativo. Ciò implica che noi non creiamo soltanto dei “super tecnici”, ma aiutiamo i giovani a creare delle imprese. Pochi sanno che abbiamo sottoscritto un accordo con l’Università Cattolica di Milano per promuovere i talenti lucani. Così come la Total utilizza l’Ambrosetti, così come l’Eni utilizza la Fondazione Mattei, la Cattolica utilizza l’ITS per scoprire i talenti e sviluppare start-up di ogni tipo. Infatti, con la nuova riforma in atto (che sarà attiva fra il 2021 e il 2022) noi non saremo più ITS, ma delle Academy, e avremo la possibilità di sviluppare attività formative in più settori produttivi, non soltanto quello Energetico. Per noi in Basilicata è molto importante, perché abbiamo necessità di avere flessibilità, fornendo i vari “supertecnici” di settore.

d: Il petrolio presto o tardi finirà, e la questione “rinnovabili” bussa alla porta con sempre più vigore. Tuttavia c’è sempre chi afferma che chiedere le rinnovabili all’Eni è come chiedere al vinaio di vendere acqua.

r: Non è così. In più, ci sono anche nuove figure. I pannelli solari chi li smaltisce? Quali le società idonee? Se andiamo a vedere, sono sempre le solite, ma aziende locali non ce ne sono. La nostra idea allora è sempre la stessa: proviamo a fare della Basilicata una regione pilota. Soprattutto in ambito start-up e creazione d’impresa. Con questa nuova riforma l’ITS viene vista come la futura “Università delle Professioni”.

d: Come e quali sono i vostri rapporti con la Regione e le altre istituzioni locali? Come valuta il modus e l’esito delle recenti trattative con le compagnie petrolifere?

r: La politica DEVE avere uomini e dirigenti capaci di portare avanti le idee professate. Io non ho problemi a parlare coi politici dei temi che stiamo trattando, e loro non hanno problemi a farlo con me, ma è la pubblica amministrazione a essere ferma. Procedure che dovrebbero durare qualche mese vanno invece avanti per anni.

d: E questo da quando?

r: Da quando noi ITS siamo nati, dal 2018. In Regione avevamo presentato un piano per discutere del “Borgo dell’Energia” a Tempa Rossa.

d: Ebbene?

r: Dopo due anni di discussioni, Total non si è detta al momento disponibile. Tant’è che lo abbiamo “replicato” per Aliano, attraverso il contratto istituzionale: una proposta, per circa tre milioni, onde avere un luogo attrattivo in un’area colpita da depauperamento di popolazione. Il problema è sempre lo stesso: i tempi. Non voglio attribuire responsabilità, anche perché le figure (burocrati, politici e dirigenti) che abbiamo in Basilicata sono queste, ahimè –anche in fatto di numeri- e pazienza, con queste ci dobbiamo confrontare, con chi è adesso al governo della regione. Ma ho avuto difficoltà anche con altre istituzioni.

d: Sì, ma il discorso di Aliano com’è andato a finire?

r: Siamo in attesa di approvazione da parte di Invitalia. Con il Covid i progetti sono stati presi in considerazione in ambito Pnrr.

d: Ma se a Tempa Rossa è stata Total a non dare la disponibilità, la politica non c’entra. Oppure no?

r: Total è sempre un personaggio forte, e quando abbiamo chiesto loro i soldi che servivano per smantellare il campo delle maestranze…di darli a noi per ristrutturare e creare il Borgo dell’Energia…

d: …non siete stati sostenuti dalla Politica…

r: (silenzio) La risposta è stata: li abbiamo già dati ad altri per smantellare. (Sorride).

d: … ma cosa sarebbe questo “Borgo dell’Energia”?

r: La città del futuro. Una specie di campus per universitari e studenti ITS, giovani da tutto il mondo, per inciso.

d: Diceva di aver incontrato difficoltà anche con altre istituzioni.

r: Sì, l’ufficio scolastico regionale, come dire, ha perso molto tempo, per cui ci sono risorse assegnate agli ITS di cui io ancora non so nulla, cioè attendo di essere chiamato per essere informato circa il loro utilizzo. La Regione Basilicata non riesce a utilizzare tutti i fondi destinati agli ITS: noi abbiamo fatto più volte richiesta per poterne parlare e capire se e come possiamo utilizzarli.

d: Siete stati ricevuti?

r: Al momento no (martedì scorso – ndr), perché la persona di cui stiamo parlando è dimissionaria.

d: L’assessore Cupparo?

r: Siamo in attesa di capire chi è il successore, per incontrarlo e avere informazioni dirette.

d: Ma se potesse prendere Bardi sottobraccio cosa gli direbbe?

r: Di pensare al bene dei giovani lucani. Draghi ha dichiarato che gli ITS rappresentano il futuro, il pilastro dei giovani italiani. In una regione di 500mila anime io ritengo che si possa fare moltissimo. Noi non siamo formazione continua, non siamo master, non siamo alta formazione: siamo formazione indirizzata a giovani che hanno voglia di lavorare.

d: La canzone che la rappresenta?

r: “Via l’Italia”. L’Italia ce la può fare, soprattutto con questo innesto del Pnrr.

d: E la Basilicata ce la può fare se…?

r: Si mette a lavorare. E’ il lavoro ciò che manca.

d: Il lavoro per i giovani?

r: No! Mi riferivo al lavoro di chi sta nelle istituzioni!

d: Non si lavora?

r: Direi che il lavoro è condizionato. Non dico che non ho visto dirigenti che lavorano o che fanno straordinari, ma la questione è trovare LE SOLUZIONI ai problemi.

d: Fra qualche anno cosa le piacerebbe leggere a proposito degli ITS?

r: Spero in realtà che se ne parli poco, perché nel frattempo sono diventati un’attività ordinaria, con campus universitari, laboratori e flussi di alternanza scuola-lavoro in ognidove, e flussi di scolaresche da tutta Europa. Ecco, quel che chiederei a Total è proprio questo: possiamo confrontarci con gli studenti francesi? Possiamo ospitarli per far vedere le meraviglie delle estrazioni e di ciò che possiamo esprimere in tutta la Basilicata?!