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di Walter De Stradis

 

Nella banca per cui lavora è direttore di filiale, al suo paese (Vietri di Potenza) è stato consigliere comunale e anche candidato sindaco, e da luglio scorso è Presidente del Rotary Club Potenza “Torre Guevara”, carica che si rinnova ogni dodici mesi.

Vincenzo Felitti è quindi una figura di rilievo nella Potenza che conta, con la voce tenue e gentile, e i modi pacati.

d: Presidente, mi risulta che il “Guevara” sia il Club Rotary sorto più di recente in Basilicata.

r: Il Rotary a Potenza è nato nel 1950 e il nostro Club, il “Torre Guevara” (che prima si chiamava “Potenza Ovest”) è sorto nel 2002.

d: Mi pare di aver letto che la caratteristica precipua del “Guevara” è quella dell’età media dei soci, che sarebbe abbastanza giovanile.

r: Siamo intorno ai 45 anni, sì. Negli anni è stata fatta una politica di allargamento della compagine, facendo entrare anche persone che non hanno incarichi “di punta”. Io ne sono un esempio, essendo solo un direttore di filiale, mentre prima entrava l’ “eccellenza” per ogni settore…

d: Un direttore di filiale di banca oggi non è più un’eccellenza?

r: (Ride) Beh, un’eccellenza del settore potrebbe essere un direttore generale…

d: Il Rotary è dunque tradizionalmente composto da imprenditori e professionisti, figure apicali della società locale.

r: Sì, ma come dicevo, oggi…

d: …ci sono anche operai?

r: Operai, no, ma nulla vieta che potrebbero venire.

d: E quindi cos’è il Rotary?

r: E’ un club di amici che impiegano il loro tempo per “servire al di sopra di ogni interesse personale”. Il nostro scopo è diffondere i valori del “servizio”.

d: Il suo omologo del Lions Club, il dottor Grande, mi diceva che il loro motto è “we serve”, cioè “servire”. Che differenza c’è fra queste realtà, che a un profano come me sembrano simili?

r: Differenze sostanziali non ne vedo, se non che il Rotary è nato nel 1905 e i Lions qualche anno dopo. Operare sul territorio per il bene della comunità è uno scopo comune.

d: E’ giusto dire comunque che il Rotary è composto dalle figure anche un po’ più in vista del posto?

r: Mi lasci dire che è un luogo comune. Chiunque vuole avvicinarsi al Rotary (da solo o perché è amico del Rotariano) è benvenuto.

d: Si presenta una domanda?

r: Di solito qualcuno di noi invita una persona che ha compreso i nostri principi fondanti a uno dei “caminetti” (riunioni) mensili, dopodiché noi ci facciamo inviare un curriculum dal quale si è evince se ha un’etica, una predisposizione e/o esperienze nel servizio in favore del sociale. Io stesso divenni Rotariano, tredici anni fa, dopo essere stato presentato da un amico. Dopo qualche “caminetto” mi fu appuntata la tradizionale spilla, ed entrai nel club.

d: Avete mai mandato via qualcuno?

r: Non mi risulta.

d: Tuttavia se lei per primo, che è il presidente di un Club, trovava peculiare il non essere un’ “eminenza” nel suo settore professionale, ne deduco che comunque una sorta di “selezione” la si fa.

r: E’ ovvio che è preminente cosa faccia uno nel sociale.

d: Un direttore di banca è dunque una figura impegnata nel sociale?

r: Personalmente lo sono sempre stato, ma in ogni caso, un direttore di banca, specie in un momento di crisi pandemica come questa, è comunque una figura che svolge un ruolo sociale importante. Abbiamo snellito le operazioni e messo in condizione le imprese di avere subito la disponibilità dei soldi messi a disposizione con la garanzia dello Stato.

d: Mi scusi se la provoco un po’: lei sa che c’è tutto un “complottismo”, viepiù in questa fase di crisi mondiale, che vede gli istituti bancari sul banco degli imputati.

r: Sì, lo so. E invece noi abbiamo a che fare quotidianamente col sociale, dall’imprenditore col grosso volume di affari al pensionato che non arriva alla terza settimana del mese.

d: Al Rotary si paga una quota associativa?

r: Sì, sono 800 euro all’anno.

d: Mica pochi. Sembra già questa una prima selezione.

r: No, perché mettiamo anche in condizione di rateizzarla se uno non riesce a pagarla in un’unica soluzione.

d: A che servono questi 800 euro?

r: Oltre alle quote che versiamo al distretto Puglia e Basilicata, ne versiamo altre alla Rotary Foundation, che –per intenderci- è quella che ha sconfitto la poliomelite assieme all’Unicef. Con ciò che rimane facciamo i cosiddetti “service”, ovvero iniziative sociali pagate da noi.

d: E poi ci sono le cene.

r: I convegni, nei quali c’è uno scambio di idee, anche professionali.

d: E la politica non entra, nel Rotary.

r: Assolutamente no.

d: Qualcuno che “ci prova” c’è sempre però, no?

r: Sì, ma poi ha capito che non era aria e si è ritirato in buon ordine. No. Certe idee vengono lasciate fuori dal Grande Albergo (ove avvengono le riunioni).

d: C’è da qualche parte un Rotariano comunista?

r: Probabilmente sì, anche se i comunisti di oggi non sono più quelli che “mangiano i bambini”! Scherzo, naturalmente. (ride).

d: Lei, di suo, si è mai candidato?

r: Al mio paese, Vietri, sono stato consigliere comunale, poi mi candidai addirittura a fare il sindaco, nel 2012.

d: Con quale partito?

r: Nessuno. Era una lista civica, senza appartenenze partitiche. Totalmente neutrale, da questo punto di vista.

d: Veniamo alla vexata quaestio. Lo domandavo anche al suo omologo al Lions: cosa risponde a coloro che sostengono che realtà come la vostra possono tramutarsi nell’ “anticamera” della Massoneria?

r: Mi scusi se mi ripeto: anche questo è diventato un luogo comune. I Rotariani non hanno mai utilizzato i Club per fini personali o per “saltare la fila”. Probabilmente certe cose vengono dette perché, ai tempi che furono, realtà come la nostra vennero “bandite” dalla Chiesa, ma già Paolo VI e Giovanni XXIII poi le riabilitarono. Oggi facciamo spesso dei “service” con missionari ed ecclesiastici.

d: Lei è di Vietri, ma si trova ad essere Presidente del Cub Rotary che col suo simbolo, la Torre Guevara, si identifica col centro storico di Potenza.

r: Ciò dimostra infatti che il Rotary è inclusivo e non ha preclusioni di appartenenza, anche geografica.

d: Venendo sul pratico, quali sono i servizi messi in campo per la comunità potentina?

r: Proprio a riguardo della Torre Guevara, ci siamo impegnati affinché si attivasse tutta una serie di programmi per restituirla ai suoi antichi splendori. Proprio l’altro ieri la Provincia ha approvato un progetto che va in questa direzione.

d: E sul piano sociale?

r: Abbiamo finanziato l’acquisto di mobili per le case-famiglia. Noi Rotariani ci siamo messi davanti ai supermercati a fare banco alimentare. Siamo stati promotori di un progetto di riqualificazione del parco Baden Powell (con orto botanico annesso). Abbiamo fornito attrezzature per i diversamente abili alla palestra Rotary di Bucaletto e donato occhiali alle famiglie bisognose tramite la Caritas di Potenza. E, cosa molto importante, il nostro Club ha partecipato al progetto “Città della Pace” su iniziativa del Premio Nobel Betty Williams. Siamo stati i primi soci di questa associazione che si propone la costruzione di alloggi per bambini orfani e donne provenienti da zone di guerra, una cosa purtroppo più che mai attuale per i fatti dell’Afghanistan.

d: E in ambito Pandemia?

r: Su indicazione dell’Asp abbiamo distribuito tamponi rapidi, abbiamo donato mascherine a delle associazioni e fornito dei tablet ad alcune scuole per la DAD. Un nostro socio in pensione è poi tornato in servizio all’ospedale. Abbiamo donato dispenser igienizzanti al tribunale, alla prefettura, al San Carlo…

d: E la politica, secondo lei, è davvero anch’essa “al servizio” del cittadino lucano? O magari i Lucani, loro per primi, sono un po’ troppo “asserviti” alla Politica?

r: Per certi versi, la seconda ipotesi mi pare preminente. Va detto, però, che la politica dovrebbe e potrebbe fare di più. Ad esempio, in ambito Pandemia, se i comuni e i medici di base fossero stati coinvolti ancora di più nelle vaccinazioni, la cosiddetta “immunità di gregge” magari l’avremmo raggiunta prima.

d: Cosa direbbe al governatore Bardi se potesse prenderlo sottobraccio?

r: Proprio quel che ho detto adesso sulle vaccinazioni.

d: E al sindaco di Potenza, Guarente?

r: Non vivendo a Potenza, ma venendoci spesso, mi rendo conto del problema dello stato delle strade, delle presenza di buche, ma credo che ci stiano lavorando. Il sindaco è stato anche ospite al “passaggio del Martelletto”, ovvero la celebrazione del cambio del Presidente del Club (che si fa ogni anno).

d: Il film che la rappresenta?

r: Una storia di coraggio, “Il Diavolo veste Prada”.

d: Il libro?

r: “Il diario di Anna Frank”.

d: La canzone?

r: “La canzone di Marinella”, di De Andrè. Mi ha sempre addolcito le orecchie.

d: Cosa ne pensa un compassato Rotariano del “porca puttena!” del personaggio Oronzo Canà, che qualcuno avrebbe voluto “censurato” nello spot di Lino Banfi?

r: Mi sembra una cosa che non sta in cielo né in terra. A parte il fatto che il “porca puttena” pare ci abbia portato fortuna agli Europei (il calciatore Ciro Immobile aveva esultato con quella frase, a favor di telecamera - ndr), se guardiamo i social, beh, lì c’è di tutto di più. Anche in tv, o nei telegiornali che mostrano immagini troppo crude a tutte le ore. Ci sarebbe ben altro da censurare.

d: Quand’è che lei dice “porca puttena!” solitamente?

r: In realtà tutta il popolo lucano dovrebbe dirlo più spesso! In primis perché magari porta fortuna anche a noi, e poi perché ci dobbiamo risollevare. Non possiamo sempre subire.

d: Mettiamo che tra cent’anni scoprano una targa a suo nome al Grande Albergo: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: «Ha vissuto in sincerità, serenità e amicizia».