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di Walter De Stradis

compirà trentasei anni a luglio Christian Giordano, avvocato di professione che –parole sue- spende più tempo a "difendere" il paese che amministra (considerato “La porta della Lucania”) che a "promuoverlo". Il nostro "tour" nei "municipi lucani al tempo del Covid" continua dunque con Vietri di Potenza.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: Sono cattolico, e ritengo che a ognuno di noi sia affidato un ruolo. In questo momento il mio compito è quello di migliorare la vita dei miei compaesani.

D: Lei è molto giovane. E’ stato dura “imporsi” anche e soprattutto una volta eletto?

R: All’inizio un po’ di scetticismo c’era, circa una presunta inesperienza. Ma poi ritengo di aver saputo dimostrare di saper lavorare e abbiamo tolto ogni dubbio, pur facendo capire ai cittadini che amministrare è complicatissimo.

D: Qual è il risultato di cui finora si sente maggiormente soddisfatto?

R: L’aver fatto percepire ai cittadini di aver improntato l’attività amministrativa all’insegna della legalità, della trasparenza e della partecipazione. Soprattutto, siamo riusciti ad attivare tutta una serie di opere pubbliche fino a qualche tempo fa impensabili per il nostro territorio.

D: Un’ulteriore “prova del nove” credo sia arrivata (per lei, come anche per i suoi colleghi più anziani), con questa maledetta Pandemia. Proprio ieri (martedì – ndr), la vostra comunità ha perso un altro cittadino. Com’è cambiata la sua vita di sindaco da quando c’è questa emergenza?

R: La Pandemia ci ha colti tutti di sorpresa: nei comuni lucani redigiamo solitamente piani di protezione civile improntati sui terremoti! Ma qui a Vietri abbiamo saputo reagire. Ci siamo inventati anche delle cose, come quando abbiamo iniziato a usare i buoni spesa e abbiamo battuto una nostra moneta per facilitare la vita ai nostri concittadini. Siamo stati il primo comune lucano ad acquistare i test sierologici rapidi, non senza innescare qualche polemica in regione a proposito della loro affidabilità, ma per noi in quel momento erano uno strumento in più da mettere in campo. E poi abbiamo avuto anche ragione! E anche nel campo dei test antigenici siamo stati i primi. Un tampone rapido oggi nel nostro comune il cittadino lo riceve gratis e velocemente, perché abbiamo avuto l’intelligenza di coinvolgere i medici di base.

D: Tuttavia il suo collega di Balvano, il sindaco Di Carlo, affermava che i Comuni riscontrano serie difficoltà nel caricare i dati dei tamponi rapidi sulla Piattaforma del sistema regionale. Il che sovente li porta a desistere.

R: Anche noi questo problema ce l’abbiamo e l’abbiamo avuto, ma è un problema di impostazione regionale. Però, sfruttando la piccolezza della mia comunità (in cui ci si conosce tutti), il vero “tracciamento” qui lo faccio personalmente, chiamando le persone positive ai test, facendomi riferire i contatti… e poi li comunichiamo in Piattaforma tramite i medici di base. A volte la Piattaforma non funziona, si blocca, i tamponi rapidi è difficile inserirli… ma, ripeto…

D: “Tamponate” voi in quel modo.

R: Esatto.

D: Difficoltà di comunicazione con la Regione: un’altra sua collega, la sindaca di Ginestra, lamentava che le ordinanze di Bardi le legge prima sui giornali e solo dopo arrivano al municipio. Lei conferma? O per voi va tutto liscio?

R: No, è molto complicato. Sono i sindaci, come dicevo, ad attivarsi e a informarsi su come muoversi. C’è tanta confusione anche sulla somministrazione dei vaccini.

D: Perché?

R: Perché parte dei miei concittadini deve mettersi in macchina e andare a Potenza, previa prenotazione; altri possono farlo attraverso il medico di base, che a sua volta ha bisogno di un luogo idoneo (e quindi interveniamo ancora noi, mettendo a disposizione la palestra etc.). Io penso che la soluzione è semplice (specie per una regione che ha tanti comuni con pochi abitanti): affidarsi a chi finora ha garantito la sicurezza in questa Pandemia, i sindaci. Se a Vietri o a Ginestra viene comunicato il numero di vaccini che hanno a disposizione e se a questi comuni vengono consegnati, il sindaco saprà sicuramente come somministrarli in ventiquattro ore! Perché si rivolgerà subito ai medici di base, agli infermieri, ai volontari del posto e le cose sarebbero molto più veloci.

D: Quindi lei dice: «I vaccini per Vietri dateli a me e me la vedo io».

R: Esattamente. Almeno per quanto riguarda i comuni più piccoli è molto più semplice così! Nel mio paese ci sono meno di tremila abitanti, e se mi danno 500-600 dosi io so come somministrale, subito, in uno-due giorni.

D: A leggere i quotidiani la posizione del direttore dell’Asp, Bochicchio, sarebbe in bilico. Alcuni suoi colleghi sindaci sono intervenuti sottoscrivendo un intervento a sostegno del direttore (a cui si contesterebbe il caos di quei tre giorni di vaccinazioni “libere” a Potenza), onde scongiurarne la richiesta di dimissioni.

R: Non penso che le dimissioni del direttore possano risolvere i problemi dei vaccini in Basilicata. Non penso abbia una qualche responsabilità in merito, anzi, rispetto al mio comune si è sempre comportato in maniera seria e disponibile. Non abbiamo avuto problemi. La questione riguarda l’intero piano vaccinale e l’intera regione, e pur senza voler additare colpe, credo che in alcuni casi chi di competenza dovrebbe attivarsi di più per velocizzare il tutto.

D: Quindi?

R: La mia soluzione è di affidarsi molto di più ai sindaci: sui tamponi, sugli screening. I tracciamenti che hanno funzionato in Basilicata sono stati quelli dei sindaci che si sono attivati e hanno acquistato i tamponi, si sono messi il giubbino addosso e hanno organizzato palestre, drive-in. Accentrare tutto invece è sbagliato.

D: Tuttavia alcuni primi cittadini lucani lamentano un carico di responsabilità troppo gravoso, e invece lei vorrebbe aggiungerne altre?

R: Io voglio le responsabilità giuste, quelle che mi servono. E’ chiaro che se invece si pretende che sulla scrivania si abbia la sfera di cristallo, beh, quelle sono responsabilità che nessun sindaco vuole. Ma, insisto, in una Pandemia, nessun sindaco rifiuterebbe la gestione di 500 dosi di vaccino!

D: Qual è stato il momento più difficile, sia dal punto di vista umano sia amministrativo?

R: Quando abbiamo registrato più morti. Fino a novembre/dicembre 2020 eravamo “covid free”, ma tra Natale e Capodanno siamo arrivati a oltre 100 contagi, tantissimi per un paese come il nostro. Ne è stata coinvolta anche la casa di riposo e abbiamo avuto diversi decessi. E’ dura. Quando muore un tuo concittadino, anche se hai dato il massimo, ti viene comunque qualche dubbio sull’efficacia del tuo operato di sindaco. Io ritengo di avercela messa tutta, ma le morti lasciano un segno indelebile.

D: E se potesse prendere il Presidente della Regione sottobraccio, cosa gli direbbe?

R: Di girare di più nei territori, di avere un rapporto privilegiato coi sindaci. Io stesso gli ho scritto più volte per incontrarlo: sarà stata l’emergenza, ma non ho mai avuto il piacere. E non va bene. Un Governatore dovrebbe ricevere persino i cittadini. Più volte sono stato ricevuto dalla segreteria o da qualche suo delegato, ma un sindaco deve poter avere un rapporto diretto col Presidente.

D: Tutti sperano ormai nelle riaperture in prossimità dell’estate. Da cosa dovrà ripartire la sua Vietri?

R: Anzitutto dalla sicurezza. Poi è compito nostro favorire le attività commerciali. L’anno scorso abbiamo puntato sull’apertura di nuove aree pedonali, sospendendo il traffico nei weekend sulla via principale, e lo rifaremo. In più, siamo stati il primo comune lucano ad annunciare l’esenzione totale della Tari per le attività commerciali, utenze non domestiche, e subito dopo –devo dire- è intervenuta la Regione mettendo a disposizione un contributo dell’80 % (e noi abbiamo coperto il restante 20%). Abbiamo attivato il bando “Investi a Vietri” per la nascita di attività non presenti sul territorio, mettendo a disposizione in comodato d’uso alcuni locali del comune non utilizzati, l’esenzione Tari per due anni e un contributo di 5mila euro. Sono nate così due nuove attività (una parafarmacia e un tatuatore), e per un comune come il nostro è un piccolo miracolo.

D: In ambito turistico quale dovrà essere il vostro maggiore appeal?

R: Noi abbiamo messo in campo un progetto importante che si chiama “Porta della Lucania”, visto che siamo il primo comune lucano per chi viene dalla Campania. Da sempre eravamo visti come zona di passaggio. A seguito della costruzione del raccordo Sicignano-Potenza, però, Vietri è stata un po’ tagliata fuori, e quindi oggi stiamo allestendo delle iniziative in corrispondenza dell’uscita autostradale, “San Vito di Vietri di Potenza”, e quella sarà una prima nostra vetrina. Poi stiamo valorizzando il nostro convento, il centro storico e faremo una piscina all’aperto.

D: Il film che la rappresenta?

R: “L’avvocato del Diavolo”. Faccio io stesso il legale, e un po’ mi sento il difensore della mia comunità. Più che promuoverla, infatti, molto spesso mi tocca difenderla: dal megaeolico, o dalle fonderie che si dovrebbero realizzare nel comune limitrofo di Buccino, un insediamento che rischierebbe di compromettere dal punto di vista ambientale i nostri territori, che sono votati all’agroalimentare.

D: Il libro?

R: “Sarò Franco”, il libro di un mio assessore che si diletta a scrivere.

D: La canzone?

R: “Show must go on” dei Queen.

D: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome qui al Comune, visto che è stato anche il sindaco più giovane. Cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

R: Più che come “il sindaco più giovane”, vorrei essere ricordato come “il sindaco più onesto”. E’ la mia ambizione, e spero sempre di riuscire a trasmetterla.