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di Antonella Sabia

 

Corso Garibaldi ancora in alto... “mare”

Per il ripristino in sicurezza dell'arteria il Comune deve ancora discuterne con Acquedotto Lucano, con la Regione ...e col geologo

di Antonella Sabia

Era il 3 dicembre dello scorso anno, quando in Corso Garibaldi si aprì una voragine che trascinò giù parte del marciapiedi e la pensilina che insisteva su quell’area. Fortunatamente non ci furono danni a persone, l’area venne transennata e ci fu il restringimento della carreggiata. Erano giorni piovosi, e in un primo momento si attribuì la causa alle piogge. A tutt’oggi, a distanza di 4 mesi, la situazione rimane pressoché invariata, e l’area, esposta alle intemperie stagionali, rischia di diventare sempre più pericolosa. Senza contare i persistenti disagi al traffico.

Contattato l’assessore alla viabilità del Comune di Potenza, Giuseppe Pernice, ci ha detto che “il punto dove si è verificato il cedimento del terreno è in corrispondenza di una condotta storica soggetta a una perdita, si tratta perciò di una situazione da discutere con Acquedotto Lucano. Al momento della frana sono stati fatti interventi in somma urgenza, e attualmente stiamo facendo analizzare l’area anche da un geologo per comprendere effettivamente quali sono le cause che hanno portato al cedimento”. Abbiamo cercato quindi di chiedere quali sono i tempi e una volta stabilita l’entità dei lavori di ripristino (tanto del manto stradale che della condotta), se fossero state già destinate delle risorse economiche per tale intervento. “Aspettiamo il parere definitivo del geologo. Ci sono delle risorse stanziate dal Comune, ma andranno stabiliti degli accordi con Acquedotto, è tutto ancora in analisi. In seguito a degli incontri tra gli Uffici di Viabilità, EGRIB e Acquedotto, abbiamo ritenuto opportuno richiedere un ulteriore incontro con la Regione perché sono state stimate delle cifre che purtroppo al momento il Comune non può sostenere. L’impegno non è di poco conto”, ha detto Pernice.

Abbiamo preso quindi l’impegno con l’assessore di aggiornarci sulla situazione nei prossimi 10 giorni, per conoscere maggiori dettagli dell’incontro in Regione. “Spingeremo molto per accorciare i tempi, perché non si può andare molto oltre”, ha concluso Pernice.

C'è però invoca chi da subito almeno un “intervento tampone”. «Ma un milione di euro non basta»

Sulla situazione è tornato a parlare il consigliere comunale, Rocco Pergola, che già lo scorso marzo (con i colleghi Andretta, Blasi, Falconeri, Falotico, Flore, Fuggetta, Smaldone e Telesca), aveva presentato un’interrogazione per conoscere i motivi del fermo dei lavori di messa in sicurezza e stabilizzazione del tratto franato in Corso Garibaldi.

Il Comune ha fatto un primo incontro con EGRIB e Acquedotto, stabilendo che si è trattato di un problema all’intero tratto fognario che andrebbe totalmente sostituito fino all’altezza della farmacia di San Rocco. Ho segnalato agli amministratori, però, che al momento tutti questi incontri non hanno prodotto nulla di scritto, non è stata convocata alcuna conferenza di servizi, per poter avere qualcosa di ufficiale da mettere nero su bianco”, ci ha detto Pergola.

A distanza di oltre 4 mesi dalla frana, dalle parole del consigliere traspare la paura che, tra il recupero delle risorse, la programmazione, la progettazione e l’affidamento dei lavori si rischia che quella zona rimanga in quello stato per anni. “Sarebbe auspicabile programmare un intervento tampone che vada intanto a sistemare l’area della voragine poiché è pericolosissima, la recinzione si muove, e inoltre il fronte di scavo che è stato lasciato esposto all'intemperia, continua ad essere soggetto a ulteriori cedimenti, se passa qualche mezzo pesante i rischi sono altissimi” ha affermato Pergola, che ha così concluso: “In Commissione, il dirigente incaricato (ing. Cautela) ha quantificato un intervento tampone di circa 1 milione di euro, ma a mio parere questa cifra non è sufficiente perché ad oggi non c’è più solo il problema del tratto fognario, ma anche il muro di sostegno da rifare, poiché compromesso dalle perdita di acqua. Sarebbe auspicabile quanto prima, sottoscrivere un accordo di collaborazione tra gli enti con una buona programmazione degli interventi”.