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di Antonella Sabia

 

Risale alla metà degli anni ’50, l’inizio dei lavori di costruzione dell’edificio che per oltre 40 anni ha ospitato il cinema Ariston, per tanto tempo unico stabile realizzato per tale scopo.

Chiuso per diverso tempo in seguito al Terremoto dell’80 per verificare la tenuta della struttura post sisma, iniziò la sua fase di declino oltre 10 anni dopo, nel 1993, quando lo stabile venne chiuso per consentire la realizzazione del palcoscenico e servizi accessori.

La chiusura definitiva avvenne due anni dopo, quando vennero evidenziate delle carenze in termini di sicurezza.

Ancora oggi, lo stabile che si erge a due passi dal cuore della città, rimane un contenitore dismesso, fatiscente e indecoroso, ma l’edificio rientra nella proprietà di un privato cittadino: nel tempo, pur avendo vagliato diverse ipotesi progettuali, di fatto non si è mai arrivati ad una soluzione.

All’epoca dell’acquisto da parte del privato, l’obiettivo doveva essere quello di poterlo demolire e ricostruire, conservando la destinazione d’uso secondo quelli che erano i dettami di una scheda dei PRUSST (Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio), una sorta di memoria storica dei volumi originali. Questo affonda le sue radici nella notte dei tempi, un processo che si è stoppato per delle vicissitudini amministrative e politiche e non ha visto più il suo completamento”, ci ha detto Antonio Vigilante, assessore comunale all’Urbanistica, Condono e Ricostruzione.

Con il passare degli anni, si è andati incontro ad una sorta di dinamica di anti-economicità nella realizzazione di una sala cinematografica, e una successiva idea fu quella di realizzare un parcheggio con annessi servizi, ma anche in quel caso tutto è rimasto nel campo delle ipotesi, complice inoltre la crisi economica nel 2008 che ha visto il procrastinare degli investimenti.

Abbiamo avuto modo di interfacciarci con l’ingegnere incaricato dal privato. L’incontro è avvenuto durante la ‘pausa pandemica’ estiva, riservandoci di poter approfondire alla luce del Super Bonus del 110% di cui tanto si parlava per la riqualificazione, ma che in realtà ragiona su interventi per strutture con destinazione d’uso residenziale. Verosimilmente, nella disamina delle opportunità, abbiamo valutato la possibilità di una permuta, in questo caso bisognerebbe incaricare l’Agenzia del Territorio per la stima del valore immobiliare sia del bene da cedere sia di quello da acquisire, in modo tale da venire in possesso di questa struttura e renderla poi oggetto di finanziamenti europei. Dal nostro punto di vista sarebbe utile utilizzare tale edificio come Torre Parcheggio, che da via Mazzini consentirebbe di posteggiare e raggiungere il cuore del centro storico a due passi”, afferma Vigilante.

Negli anni, questo fantasma di cemento, uno dei simboli del declino lento del centro storico cittadino, ha fatto tanto parlare di sé anche in termini di sicurezza, e ha destato non poca preoccupazione la tenuta dello stabile, soggetto a crolli e con solai nel tempo completamente divelti. A questo proposito il Comune intende rassicurare i cittadini: ”L’ingegnere incaricato, dopo aver fatto delle verifiche, alla luce delle diverse soluzioni progettuali che la proprietà gli aveva affidato, ci ha rassicurato affermando che non ci fossero particolari criticità, supportato da documentazione approfondita. L’unica criticità innegabile è chiaramente legata all’elemento estetico sul quale stiamo cercando di lavorare e al contempo abbiamo avviato un’interlocuzione con la Regione per consentirci una sorta di valorizzazione del patrimonio pubblico di proprietà dell’ente (qualora, ovviamente, avvenisse la permuta), funzionale a semplificare inoltre il processo di modifica della destinazione d’uso di uno stabile”, ha concluso l’assessore Vigilante.