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Cari Contro-Lettori,

non serve ricorrere alla fisica quantistica, ma solo al buon senso, per capire che nell’infinitamente piccolo si nascondono i misteri dell’infinitamente grande. E non occorre rifarsi a poeti e filosofi per constatare che “il diavolo è nei dettagli”.

Basta farsi un giro a Ginestra, comune di poco più di settecento abitanti in provincia di Potenza.

Noto ai più per essere il paese di origine del fotoreporter di guerra Raffaele Ciriello (scomparso sul lavoro) e per essere uno degli avamposti della tradizione arbereshe lucana, è un piccolo-grande condensato delle tematiche cogenti del pianeta Basilicata.

In settimana ci siamo recati in loco per intervistare il sindaco, anzi, la sindaca, una donna minuta, volitiva, ma visibilmente affaticata, che –come ci raccontano ancor prima di entrare nel suo ufficio- ormai “abita” nella casa comunale.

Una piccola scrivania, una finestra: le mani di Fiorella Pompa si muovono (si agitano?) nel mentre ci illustra subito le difficoltà del suo piccolo gruppo di lucani (perlopiù anziani e molti di questi soli) al tempo del Covid. C’è bisogno di un punto vaccinale in paese. Lo chiederà all’Asp. Poco prima di accendere telecamere e registratori, afferma di volersi lamentare duramente per alcuni disservizi, di carattere regionale, che sono il “corpus” delle sue preoccupazioni attuali. Tuttavia, una volta avviata l’intervista vera e propria, forse per non gettare ulteriore benzina sul fuoco, pare voler misurare le parole. Ma bastano quei rapidi concetti espressi, affinché noi, che siamo dall’altra parte della sua scrivania, colma di responsabilità, ci si tocchi lo stesso la fronte: «Le Ordinanze di Bardi e della Regione -ci dice- noi le leggiamo sui giornali».

Fuori da quella finestra –anche a causa dell’isolamento precauzionale di alcuni anziani, già in qualche modo “isolati” in tutti gli altri giorni- le strade del paese sono vuote e tira il vento.

In una sala attigua, un collega giornalista ci fa notare foto vecchie di decenni appese sul muro, in bianco e nero, in cui campeggiano affollati incontri pubblici con Colombo, in visita al paese. La gente sembrava contenta e onorata.

Il “tocco”, il passaggio (quasi messianico) della politica che conta, è dunque qualcosa di molto ambito.

Un qualcosa che ancora oggi, per quanto dovuto, e per quanto clamorosamente necessario in questi “tempi di guerra”, rimane una “concessione”.

Non concessa, a quanto pare.

I tempi della Dc sono passati, ma il “Vangelo” della politica lucana, oggi più che mai, è questo: gli ultimi saranno… gli ultimi.

Walter De Stradis