di Walter De Stradis

 

 

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«Questo è il classico piccolo comune lucano oberato da vecchi debiti che si perdono nel tempo», ci spiega la prima cittadina di Ginestra, non appena ci vede arrivare. Quarantacinque anni, Fiorella Pompa è stata eletta nel giugno 2016 in forza a una lista civica (“Uniti per Ginestra”), quando lei –come tutti gli altri, nel mondo- non immaginava nemmeno che di lì a qualche anno sarebbe scoppiata una Pandemia mondiale. Considerati i piccoli numeri del paese (circa 730 abitanti, dati di Wikipedia), verrebbe facile supporre che il Covid non ha fatto emergere chissà quali problematiche. E sarebbe une errore, come vedremo.  

D: Oggi (giovedì – ndr), la veniamo a trovare in un giorno un po’ difficile, per un piccolo comune come Ginestra.

R: Sì, c’è un po’ di amarezza per alcune persone anziane che sono in quarantena e sono sole. Ad alcuni di loro, per la verità, è stata già somministrata la seconda dose di vaccino –in quanto ultraottantenni- e perciò sono fiduciosa che andrà tutto bene. Prego per loro. Li ho chiamati e stanno tutti bene, ma l’ansia per queste persone, sole e fragili, rimane sempre.

D: Ginestra finora non ha registrato decessi a causa del Covid, ma quali sono le questioni che vi preoccupano maggiormente?

R: Ginestra finora si è difesa egregiamente, perché non ci sono stati molti casi (e quando ci sono stati, siamo riusciti a intervenire), e le persone seguite hanno ottemperato con serietà alle prescrizioni. La mia preoccupazione maggiore risiede nel fatto che la maggior parte della popolazione è anziana; tuttavia gli ultraottantenni, come dicevo, hanno completato l’iter del vaccino, e in quanto ad anticorpi si può dire che sono tranquilli.

D: Con le vaccinazioni sta andando dunque tutto liscio?

R: Per la prenotazione delle persone fragili e per gli ultrasettantenni (in una seconda fase) è attiva questa piattaforma online, ma non tutti riescono ad accedervi (e infatti qualcuno lo stiamo aiutando noi), ma in questa sede vorrei fare una proposta al direttore generale dell’Asp.

D: Prego.

R: A Ginestra di ultrasettantenni ce ne sono solo sessanta, e anche questi non hanno figli e sono soli. Pertanto vorrei chiedere un punto vaccinale qui in paese: in un paio d’ore riusciremmo a fare tutto.

D: Attualmente le vaccinazioni non avvengono qui?

R: No. Gli ultraottantenni sono stati vaccinati qui, ma gli ultrasettantenni saranno spostati e smistati sia su Venosa sia su Melfi, ove si trovano i punti vaccinali.

D: E dunque crede sia difficoltoso per i suoi concittadini…

R: …sì, e temo che non tutti si vaccinerebbero, per questo ci terrei a farlo qui. Spero che l’Asp accolga il mio appello.

D: In questo anno di pandemia, da sindaco e da semplice lucana, qual è stato il suo momento più difficile?

R: Eh, la fase più dura è stata la seconda. Un anno fa, nel corso della prima ondata, qui a Ginestra non c’erano contagi, il che ci rendeva tutto sommato tranquilli, pur dovendo rispettare le regole. Dopo l’estate, invece, quando sono arrivati i primi contagi, è stato davvero difficile, dovendo “bloccare” i contatti, e anche a novembre, a ridosso di Natale, quando abbiamo avuto il picco di infezioni.

D: E com’è cambiato il suo lavoro di sindaco, da allora?

R: In un paese piccolo può sembrare che tutto è semplice e normale, ma così non è. E’ ancora più complicato, invece. Si può dire che adesso io viva stabilmente nella Casa Comunale. Una volta riscontrati i contagi, si è dovuto lavorare tanto. Ci sono stati momenti di difficoltà, con persone in situazioni economiche preoccupanti, famiglie con problemi seri, e quindi siamo dovuti intervenire anche con i sostegni alimentari. Quando i cantieri sono stati aperti, abbiamo anche cercato di andare avanti con i lavori di riqualificazione. Credo che abbiamo saputo amministrare quei momenti nel modo migliore possibile.

D: Secondo lei la Regione Basilicata come sta gestendo l’emergenza sanitaria? Quali i vostri rapporti con l’Ente? Intervistando alcuni suoi colleghi primi cittadini, non di rado è emersa qualche criticità nell’interfacciarsi con le figure apicali della Regione.

Confermo. L’unico punto di riferimento che abbiamo è l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Tlaliani – ndr), che non smetterò mai di ringraziare, perché ci fa da interlocutore con la Regione Basilicata. E’ un momento che nessuno si aspettava, nessuno sapeva come agire, e penso che anche il governo regionale si sia trovato spiazzato. Non resta che rimboccarci le maniche e lavorare “in tempo di guerra”.

D: Però confermava la difficoltà a interloquire con la Regione.

R: Sì, perché non riusciamo a trovare un canale di comunicazione. Anche se chiamiamo…mi dispiace, ma… Cioè, ci sono consiglieri regionali che ci rispondono e che sono davvero persone perbene, per carità, ma non si riesce ad avere in tempo reale le Ordinanze. Ci arrivano tramite giornali. Ne viene a conoscenza prima la stampa e poi noi. Ma alla fine noi siamo qua a lavorare, e ci mettiamo l’anima.

D: Si riferisce alle ordinanze del Governatore?

R: Sì, a tutto. Ci arrivano in un secondo momento, dopo che le abbiamo acquisite dalla stampa.

D: E se lei potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?

R: Molte sarebbero le cose da dire in questo momento. Ma oltre alla Pandemia, gli parlerei del caso Stellantis che interessa Ginestra, così come tutti i comuni della Basilicata. Se le voci di ridimensionamento diventassero realtà, sarebbero guai per tutti. Nel mio comune c’è almeno un centinaio di persone che lavora a San Nicola di Melfi.

D: Senza contare la questione collegamenti e l’annosa faccenda dell’Oraziana.

R: Beh, devo dire che –oggi come oggi- non ci sono grossi problemi di accessibilità, a parte piccoli smottamenti. Ginestra è diventato un paese centrale: in sei minuti siamo a Venosa, in dieci a Rionero. Con Melfi siamo ben collegati. E’ logico che investire nelle infrastrutture significa sempre concorrere allo sviluppo dei paesi, e speriamo che anche in futuro questi investimenti ci saranno.

D: Il Covid ha fermato e/o rallentato un po’ tutto, ma non appena sarà possibile, su cosa il suo Comune investirà per ripartire dal punto di vista turistico e culturale?

R: Sul turismo scolastico legato alla natura. Eravamo già partiti prima del Cvoid, ma poi abbiamo dovuto annullare alcuni appuntamenti già presi con le scolaresche. Noi abbiamo un giardino etno-botanico, l’unico nell’area, e su di esso è stato effettuato uno studio da parte delle Università di Londra e di Miami, attraverso il quale è stata riscontrata la presenza di erbe officiali anticancerogene. Abbiamo investito molto su questo orto e abbiamo iniziato a fare dei laboratori con gli alunni, attinenti alla trasformazione delle erbe officiali in profumi e saponi. I ragazzi si sono entusiasmati, ma poi è arrivata la Pandemia… tuttavia noi siamo pronti per ripartire e speriamo di farlo quanto prima.

D: Questo è anche il paese d’origine di Raffaele Ciriello, fotoreporter che ha dato la vita per il suo lavoro (restò ucciso a Ramallah, in Palestina)…

R: Gli abbiamo dedicato la piazza principale del paese e sicuramente in futuro penseremo ad altre iniziative in sua memoria: abbiamo già realizzato delle mostre fotografiche… e se la famiglia ci concederà il materiale, potremmo pensare di trasformarle in una mostra permanente.

D: Sul versante della musica popolare, mi risulta che in paese ci sia ancora una nonnina di 95 anni (Fiorina Pentagine – ndr) ultima depositaria della tradizione dei canti arbereshe…

R: Sì, ma non è la sola. C’è un gruppo di anziani che ha anche inciso un cd (“nder zhure: Canti Tradizionali Arbereshe di Ginestra” - ndr). Purtroppo, come sa, la parlata arbereshe avviene solo fra le persone anziane, ma noi stiamo facendo di tutto per preservarla e insieme ad altri comuni stiamo mettendo in campo dei progetti di recupero. Sperando che ci arrivino le risorse.

D: Il film che la rappresenta?

R: “Questo è il mio paese” con Michele Placido, che è stato anche nostro gradito ospite al “Borgo dei Sapori Arbereshe” (manifestazione annuale, attualmente interrotta per la pandemia).

D: La canzone?

R: Mi piace molto Fabrizio De Andrè.

D: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome qui al Comune, in quanto prima donna a divenire sindaca di Ginestra: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

R: In effetti, c’è una piccola parola che mi rappresenta: “libera”.