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di Antonella Sabia

 

 

 

Continua l'odissea della DAD per circa 7 milioni di studenti italiani nelle zone rosse. Anche in Basilicata, che dal 16 marzo è tornata in zona arancione, gli studenti continueranno a seguire le lezioni a distanza, su provvedimento del Governatore Bardi.

Martedì scorso abbiamo contattato, Claudia Datena, Dirigente Ufficio Scolastico Regionale, per fare il punto ad un anno dall'inizio della pandemia.

D: Che periodo storico sta vivendo la scuola oggi?

R: Un momento di grandi cambiamenti e di continui adattamenti, la scuola ha affrontato quest’ultimo anno con grande capacità di resilienza, adeguandosi ai momenti dell’epidemia e alle indicazioni che sono state date dal Ministero e dalle autorità locali. A mio avviso si tratta di un momento di grande sofferenza, legato soprattutto alla necessità di svolgere le attività quasi esclusivamente a distanza.

D: Come influirà sulla crescita culturale e personale dei ragazzi?

R: Di sicuro ci dobbiamo aspettare degli effetti, molti dei quali sono già visibili. Se ne è parlato da più parti, la didattica a distanza è stato uno strumento prezioso per assicurare continuità alla scuola e all’azione formativa di bambini e ragazzi, ma dopo un anno mi sento di dire che la scuola non può vivere solo di DAD, soprattutto per gli alunni in età infantile. Questa è una modalità che sacrifica l’elemento della socialità che è fondamentale non solo per la crescita personale, ma anche ai fini dell’apprendimento, questo elemento protratto nel tempo sarà penalizzante per i nostri ragazzi.

D: Ha avuto modo di riscontrare un cambiamento del livello di apprendimento tra didattica a distanza e in presenza?

R: Sicuramente ci sono delle differenze, l’anno scolastico precedente ci ha visto affrontare il problema senza preparazione e inevitabilmente ci possono essere stati dei ritardi, delle lacune nello svolgimento dei programmi. Quest’anno la scuola è arrivata più preparata perché abbiamo avuto anche il tempo di programmare meglio, gli istituti si sono dotati di un piano per la didattica digitale integrata e hanno avuto la capacità di riorganizzarsi. Ci aspettiamo per quest’anno scolastico una situazione più completa nello svolgimento dei percorsi formativi, ma solo alla fine si potrà verificare quali sono stati i risultati di questo percorso.

D: Ritiene che la scuola sia stato uno dei maggiori catalizzatori del contagio?

R: Di questo se ne è discusso tanto, per tutte le misure di sicurezza che sono state adottate all’interno delle scuole, ritengo che non possa essere considerata un fattore di trasmissione. Il problema è tutto quello che poi si svolge all’esterno, che è interconnesso alla scuola, quindi spostamenti e trasporti, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado, ove abbiamo un’incidenza piuttosto elevata di alunni viaggiatori, che hanno subito ritardi e problemi nell’adeguamento dei trasporti rispetto alle esigenze di distanziamento. C’è poi la questione degli assembramenti all’esterno degli istituti, o in prossimità delle fermate, quindi si tratta di un discorso diverso. Posso affermare con certezza che sono stati osservati scrupolosamente tutti i piani di sicurezza all’interno degli istituti, e questo non ha certo favorito la diffusione dei contagi.

D: Riguardo gli studenti più fragili, come si sono organizzate le scuole?

R: Le scuole hanno valutato autonomamente ogni singola situazione. I vari provvedimenti normativi sia del governo centrale che delle regioni hanno fatto salva, anche quando fosse istituita la DAD, la possibilità per questi studenti fragili (disabili o studenti con bisogni educativi speciali) di poter continuare la didattica in presenza, per assicurare una dimensione inclusiva del percorso educativo.

D: Per il futuro, è stata immaginata per esempio l'istituzione di una figura per il supporto psicologico all’interno degli istituti scolastici?

R: In realtà non si parla di “futuro”, in quanto a livello nazionale il Ministero dell’Istruzione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, e lo stesso abbiamo fatto noi a livello regionale con l’Ordine degli Psicologi della Basilicata. Nelle singole scuole, sempre in maniera autonoma, sono stati attivati percorsi di supporto con dei professionisti, tra l’altro, le scuole hanno ricevuto anche dei contributi finanziari proprio per la sottoscrizione di queste convenzioni. Il supporto chiaramente è previsto non solo per gli alunni, in questo periodo, situazioni di disagio possono essere vissute anche dal personale scolastico.