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Cari Contro-Lettori,

molti di voi ricorderanno un comunicato stampa della Regione, pubblicato il 18 aprile dello scorso anno, che recitava così «I lucani promuovono il presidente Bardi e la giunta regionale. Lo rilevano i risultati di un sondaggio dell’Istituto demoscopico Noto realizzato ad aprile. La Regione viene promossa nei settori della Sanità e dei Servizi Sociali, mentre viene confermata la soddisfazione per quanto messo in campo per incentivare Turismo e Cultura. (…) Rispondendo sulla capacità di gestione dell’epidemia da parte delle istituzioni, i cittadini della Basilicata confermano una maggiore fiducia nel governo regionale piuttosto che in quello nazionale».

Si trattava del famoso (o famigerato) sondaggio che la Regione stava pagando di tasca sua (cioè nostra) e a proposito del quale divamparono le polemiche, che ne mettevano in dubbio l’utilità, l’opportunità, il tempismo, l’economicità e non ultima la “verginità” politica dell’operazione.

Basti leggere ciò che scrivevano i consiglieri pentastellati Leggieri, Perrino e Carlucci nell’ottobre successivo.

A distanza di circa un anno, le agenzie stampa e i quotidiani danno notizia che il colore del cavallo sembra essere cambiato, dato che «E’ il lucano Vito Bardi il governatore meno apprezzato dai suoi cittadini. E’quanto emerge da un sondaggio (esteso a tutti il territorio nazionale – ndr) realizzato nei giorni scorsi da Swg, per cui soltanto 29 lucani su 100 considerebbero l’operato di Bardi «molto» o «abbastanza efficace». (…) Un dato che secondo gli analisti di Swg rappresenta il giudizio sulla gestione dell’emergenza covid 19 nelle rispettive regioni».

E anche se i sodali della Giunta non ci stanno, rivendicando il “premio di consolazione” per l’ultimo classificato, come alle gare dell’Oratorio («La strumentalità è palese –affermano- quando in alcuni giornali si omette di scrivere le conclusioni di Swg secondo le quali “i presidenti Christian Solinas (Sardegna) e Vito Bardi (Basilicata) sono comunque in crescita di consensi” limitandosi solo ai dati del sondaggio»), e per quanto sappia di tappo, tuttavia sarebbe improprio ritenere che questo amaro calice derivi il suo gusto acidulo soltanto dal diverso “rubinetto” utilizzato.

Più in generale, il “cambiamento” tanto propagandato l’hanno saggiato in pochi privilegiati, a cominciare dai vari campani e simili che hanno trovato lavoro (e che lavoro) in Basilicata, per dirne una.

Mentre i Lucani languono.

Un sorso alla volta.

Walter De Stradis