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di Antonella Sabia

 

 

A un anno dalla pandemia, rimane centrale il ruolo dell’informazione, basti pensare che i DPCM che si sono susseguiti nel tempo, hanno sempre considerato le edicole attività di prima necessità. Tra carta stampata, TV e social, circolano ogni giorno una quantità indefinibile di informazioni, ed è proprio in questi ultimi che spesso “girano” notizie poco affidabili, le cosiddette fake news. A pochi giorni dal giuramento a Palazzo Chigi, abbiamo contattato il neo Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, il lucano Giuseppe Moles.

d: Qual è il ruolo di questo settore e quanto ha contribuito in questo lunghissimo anno?

r: È un dato di fatto che è uno degli elementi fondamentali di un Paese libero e democratico. Una giusta informazione fa sì che tutti i cittadini abbiano la possibilità di essere correttamente informati, del resto anche la linea di comunicazione introdotta dal Presidente Draghi va in questo senso: molte meno chiacchiere e un’informazione circa la pandemia finalizzata alla correttezza delle notizie da veicolare. Allo stesso tempo, in una situazione di enorme disagio sociale, economico e sanitario, purtroppo anche il settore dell’informazione e dell’editoria ne hanno risentito profondamente, tra cassa integrazione, e diminuzione delle vendite. C’è poi il problema delle fake news, che anche il mio predecessore aveva iniziato ad affrontare e che proveremo a contrastare, poiché danneggiano la vera e corretta informazione.

d: A pochi giorni dalla sua investitura, c’è già qualcosa in agenda su cui lavorare?

r: Non ancora, da qualche giorno ho iniziato a studiare i vari dossier del Dipartimento Editoria, i temi sono tanti e complessi, la direttiva europea sul copyright, le fake news, i contributi all’editoria. Proprio in questi giorni è stata approvata in Senato una proroga per il rinvio dei tagli al settore, credo sia un primo passo perché ritengo che il settore dell’informazione in questa situazione di estrema emergenza non può essere lasciato indietro. Non è solo cultura, non è solo impresa, non è solo informazione, ma posti di lavoro.

d: Si parla ormai da anni di stampa in crisi: quanto hanno influito l'avvento del digitale e i social?

Può essere uno degli elementi, ma se da parte delle istituzioni c’è il sostegno corretto di tutti i settori dell’informazione, a quel punto diventa più semplice fare giornalismo di qualità.

d: Questa crisi è percepita in maniera molto forte in Basilicata: da lucano sente il peso e la responsabilità del suo ruolo?

r: Assolutamente sì, forse avrò anche perso la cadenza, ma sono orgogliosamente Lucano. Credo e spero che il ruolo che occupo potrà essere utile anche e soprattutto al Sud e alla nostra regione. Tenendo conto che questo governo nasce sulla base di un appello del presidente della Repubblica Mattarella, nessuno di noi può tirarsi indietro e siccome sarà fondamentale il sostegno generale attraverso i fondi europei, la nostra regione sicuramente non può essere penalizzata, anzi deve essere sostenuta ed io ci sarò.

d: Anche perché la Basilicata è fortemente rappresentata in questa complicata fase: due ministri, un sottosegretario e un commissario straordinario per l’emergenza Covid.

r: Vuol dire che, come abbiamo sempre sostenuto, dobbiamo essere orgogliosi della nostra regione, e vorrei che in qualche modo i Lucani possano avere la possibilità di esprimere le loro capacità, professionalità e competenze anche nella nostra regione e non essere costretti ad andare fuori.

d: Si aspettava di poter ricoprire questo ruolo e cosa ha contato nella scelta del suo nome per l’informazione e l’editoria?

r: Ero al corrente che sarei entrato nella compagine di governo perché me lo aveva comunicato il presidente Silvio Berlusconi, dicendomi che voleva questo, senza darmi la possibilità di pensarci. In secondo luogo credo che sia il riconoscimento a 25 anni di militanza in Forza Italia, sin da quando ero ragazzino, ma soprattutto per tutto ciò che abbiamo fatto con la squadra di donne e uomini della Basilicata. Avevo espresso il mio gradimento per la Difesa o l’Interno che sono settori di cui mi sono già occupato, poi ad un certo punto per una serie di polemiche durante il Consiglio dei Ministri, il presidente Draghi pare che abbia scelto di affidarmi questo ruolo sulla base del mio curriculum, il che mi rende molto felice, e cercherò di lavorare il più velocemente possibile.