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di Antonella Sabia

 

Anche quest’anno, nonostante le tante difficoltà legate alla pandemia, si svolgerà dal 9 al 15 febbraio la Giornata di Raccolta del Farmaco. Basterà recarsi nelle 32 farmacie aderenti all’iniziativa, per donare un farmaco a chi ha bisogno: “Perché nessuno debba più scegliere se mangiare o curarsi”. Promotore dell’iniziativa, il Banco Farmaceutico, sostenuto da diversi partner. Abbiamo contattato Nicola Di Pietro, referente per la provincia di Potenza, per farci raccontare l’iniziativa e il lavoro che il Banco Farmaceutico svolge su tutto il territorio nazionale.

D: Come si svolgono le attività del Banco farmaceutico?

R: Il Banco Farmaceutico è una fondazione ONLUS, specialista del farmaco nell’ambito del no profit, che ha sul territorio diversi delegati che prestano servizio a livello volontario. Le attività del Banco si sostengono attraverso donazioni da parte delle aziende farmaceutiche, il recupero continuativo dei farmaci validi, che a Potenza è partito lo scorso anno, e poi organizziamo una volta l’annola Giornata di Raccolta del Farmaco che in realtà dura una intera settimana. Il Banco farmaceutico secondo il principio di sussidiarietà si rapporta con gli enti assistenziali organizzativi che assistono i bisognosi, recuperiamo sostanzialmente farmaci che verrebbero buttati nel cestino, e invece vengono recuperati per fini solidali,

D: Quali sono gli Enti beneficiari di queste raccolte?

R: Destinatari dei farmaci sono Case-famiglia, case di riposo, centri di recupero, ANT che fa assistenza domiciliare ai malati oncologici, Croce Rossa Italiana, Fondazione madre Teresa di Calcutta, che a Potenza ha due centri di accoglienza, solo per citarne alcuni.

D: Quando nasce questa iniziativa?

R: A Potenza è cominciata solo l’anno scorso. Ci sono praticamente dei contenitori fissi in nove farmacie tra città e provincia, il cittadino che ha dei farmaci validi, non scaduti e che non utilizza più, può depositarli all’interno e periodicamente io, o un altro incaricato, passiamo a ritirare il contenuto. Alcuni farmaci, talvolta soggetti a prescrizione, vengono inseriti in un sistema informatico, catalogati uno ad uno, per poi essere donati a quegli enti che prevedono al loro interno la presenza di un medico, in grado di gestire al meglio questi farmaci.

D: Quali tipi di farmaci vengono lasciati?

R: Realmente si trova un po’ di tutto, talvolta anche farmaci molto specifici, e per questo stiamo ricalibrando tutto il sistema affinché ogni farmaco può essere riutilizzato. Le persone si disfano di questi farmaci perché magari la persona a cui erano destinati è venuta a mancare, o per un cambio di terapia.

D: Stiamo affrontando ormai da un anno un momento di crisi sanitaria, ma anche economica. Si è sentito parlare spesso di nuove fasce di povertà, avete avvertito crescenti necessità?

R: Il Banco farmaceutico redige ogni anno un report sulla povertà sanitaria in Italia, e in effetti c’è stato un aumento, il che significa che le persone rinunciano a curarsi o a fare visite mediche per mancanza di soldi.

D: Quali dati sono emersi?

R: In generale, stando ai dati del rapporto relativo al 2020, un ente su due ha subito l’impatto della pandemia. Il 53,5 degli Enti ha dichiarato di aver proseguito regolarmente le attività, il 40,6% ha dovuto limitare la propria azione, chiudere qualche servizio per un periodo più o meno lungo, mentre il 5,9% degli Enti ha chiuso e non ha ancora ripreso le attività. Per quanto riguarda la nostra attività, negli ultimi sei mesi con il recupero farmaci sono stati raccolti oltre il 1700 pezzi per un valore di circa 30.000€ nelle nove farmacia di Potenza e provincia.

D: Come avviene la scelta delle farmacie, sono loro stesse a proporsi?

R: Questa iniziativa è sponsorizzata da Banca Intesa, e ogni contenitore da loro acquistato ha un costo di 200 €, perciò in questa prima fase sono stati acquistati solamente nove contenitori. È stata chiesta l’adesione alle diverse farmacie della provincia di Potenza, e sono state scelte le prime nove che hanno dato la loro adesione, ma ce ne sono state tante altre a cui purtroppo abbiamo dovuto dire di no. Agiamo sempre in rapporto con Federfarma, la federazione sindacale dei farmacisti, perché si tratta di un’iniziativa anche abbastanza laboriosa, se pensiamo all’inserimento di ogni farmaco nel sistema informatico.