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di Antonella Sabia

 

A causa dei ritardi nelle consegne da parte dei colossi farmaceutici, pare che la campagna vaccinale slitterà di almeno un mese. Al momento, in Basilicata, si stanno effettuando i primi richiami al personale sanitario e agli ospiti delle RSA, che dovrebbero terminare alla fine del corrente mese. La scorsa settimana c’è stato un confronto a distanza tra il presidente ANCI Basilicata, Salvatore Adduce, e l’assessore regionale alla sanità, Rocco Leone, relativo proprio al piano vaccinale. Oggetto di discussione, una (prima) comunicazione ricevuta dai sindaci lucani in data 18/01/2021 che riferiva sulle modalità della fase 2, che li vedeva coinvolti direttamente nell’acquisizione del consenso informato delle categorie interessate. “Abbiamo fatto notare che la comunicazione ricevuta non fosse facilmente comprensibile, e che non era pensabile che i sindaci, con modalità porta a porta, dovessero acquisire il consenso informato degli ultra 75enni, ma sarebbe stato necessario l’ausilio di personale sanitario”, riferisce Adduce, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

D: Come si è risolta la questione?

R: Nel giro di qualche ora, insieme al Direttore Generale del Dipartimento Politiche della Persona, dr. Esposito, abbiamo deciso di riunirci in video conferenza, con gran parte dei sindaci lucani, con cui abbiamo spiegato e chiarito i diversi punti. Siamo intervenuti con una certa solerzia e devo dire che Esposito ha assolutamente compreso che c’era stata una sottovalutazione, una non precisa considerazione del problema, tanto che nel giro di poche ore è arrivata la seconda comunicazione rettificata a far chiarezza su tutta la procedura. È stato concordato che i sindaci dovranno assicurare la logistica e l’organizzazione, mettere a disposizione locali comunali laddove le strutture sanitarie non siano sufficienti, supportare le operazioni con Protezione Civile e Croce Rossa. In più abbiamo concordato la realizzazione di una locandina a livello regionale, per avvisare la popolazione della campagna vaccinale. Purtroppo tutto questo adesso verrà spostato in avanti a causa delle note vicende dei ritardi sul piano nazionale, nonché internazionale, della consegna delle dosi di vaccino da parte delle case farmaceutiche.

D: Non avete mai parlato direttamente con l’assessore Leone?

R: No, come si fa a parlare con Leone?! Neanche telefonicamente, non c’è possibilità di interlocuzione serena con l’assessore regionale, anche perché mi viene da pensare che forse non conosce le situazioni, e dà quasi l’impressione che se ne disinteressi.

D: Ma praticamente esiste un piano vaccinale in Basilicata?

R: In realtà questa è una domanda che dovrebbe rivolgere al dr. Esposito e all’assessore Leone. È la prima cosa che abbiamo chiesto come ANCI. Il piano vaccini in effetti, stando alla prima comunicazione, consisteva esclusivamente nella definizione delle prime tre fasce coinvolte nella fase 2 della campagna vaccinale: i soggetti ultra 75enni, i soggetti in età compresa tra 60 e 74 anni, i soggetti con età inferiore a 60 anni con almeno una comorbilità in base all’esenzione per patologia o per invalidità.

D: Si è parlato della creazione dei punti di vaccinazione in ogni singolo comune, come si stanno organizzando i 131 sindaci?

R: Proprio come hanno fatto in tutto questo difficile anno in cui stiamo combattendo con la pandemia, hanno dato la totale disponibilità a fare tutto ciò che è necessario all’interno di questa pianificazione, con le strutture e il personale disponibile, naturalmente è un dovere delle amministrazioni agevolare al massimo il lavoro da fare. La campagna vaccinale è universale, coinvolge tutti e non possiamo pensare che sia semplicemente un’azione che viene svolta dalle strutture sanitarie.

D: Anche i medici di medicina generale giocheranno un ruolo fondamentale in questa fase. La scorsa settimana il presidente dell’Ordine dei Medici, Dr. Paternò, ci disse che insieme al presidente dell’Ordine degli Infermieri avrebbero inviato una lettera per rendersi disponibili a dare una mano, per velocizzare le procedure.

R: L’abbiamo richiamata questa cosa, perché riguardava da vicino l’acquisizione del consenso informato, e abbiamo sottolineato che è un compito precipuo del medico di famiglia consigliare il proprio paziente, anche per il rapporto fiduciario che hanno instaurato. In questo il Direttore Esposito è stato sensibile e ha sottolineato nella comunicazione successiva che è in corso un accordo con l’ordine dei medici perché possano dare un contributo per le prossime vaccinazioni. Anche la disponibilità di medici e infermieri liberi professionisti o in pensione, segnala il fatto che bisogna semplicemente organizzarsi.

D: Immagino sia in contatto con i presidenti ANCI delle altre regioni, come si stanno muovendo?

R: Lo abbiamo visto anche durante questa pandemia, i sindaci si sono mobilitati h24, per questo non vogliono medaglie, ma solo il rispetto della loro funzione.

D: C’è stato in questo periodo qualche sindaco, magari dei comuni più piccoli, che le ha espresso qualche dubbio o perplessità?

R: Per quanto riguarda il piano vaccinale, credo che nei piccoli comuni con poca popolazione, sarà facilissima la gestione. Qualche problema in più ci sarà nei comuni più grandi, nei capoluoghi, perché si hanno centinaia se non migliaia di persone, per questo saranno istituiti probabilmente più punti vaccinali per evitare code e assembramenti, e se pensiamo alle prime fasce coinvolte, anche problemi di mobilità. Alcuni comuni hanno dato la disponibilità a mettere a disposizione dei servizi navetta in maniera tale da agevolare al massimo questo meccanismo. Dobbiamo inoltre verificare e risolvere il problema di chi non può assolutamente muoversi dal proprio domicilio.

D: Come rappresentante dei comuni della Basilicata, cosa si aspetta per il prossimo futuro, anche e soprattutto dall’amministrazione regionale?

R: Abbiamo semplicemente la pretesa, se così possiamo dire, di poter essere dentro l’organizzazione non come una specie di appendice, ma come un punto fondamentale del lavoro che bisogna fare per combattere questa battaglia difficile. Lo Stato centrale e le Regioni, devono avere i sindaci e le amministrazioni locali come interlocutori privilegiati, in una posizione di reciproco rispetto, ma anche di autonomia. Questo comporta che i provvedimenti non vanno semplicemente comunicati alle amministrazioni locali, ma vanno concordati e condivisi. Lo abbiamo ripetuto dal primo momento in cui si insediò l’unità di crisi nello scorso marzo, ogni volta affermiamo la disponibilità dei sindaci, ma qualche volta ci dimenticano. Vorremmo lavorare insieme senza dover fare polemiche.

Da parte nostra, come sempre, si attendono eventuali repliche.