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di Walter De Stradis

 

Biondissima, allegra, con la voce squillante. Margherita Perretti (della “Perretti Petroli”) è la Presidente Vicaria di Confindustria Basilicata, nonché Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: Giorno per giorno, con l’attività quotidiana. Penso di non aver mai trascorso un giorno senza far nulla in vita mia.

D: Sarà per questo che -nonostante in tempi recenti il suo nome sia stato fatto spesso- poi il “matrimonio” con la politica non lo consuma mai?

R: No... (ride) in realtà -moltissimo tempo fa- feci anche l’assessore al comune di Potenza, per un paio d’anni. Era nel 1993/94, col sindaco Potenza...

D:...mi riferivo al fatto che recentemente il suo nome era saltato fuori come possibile candidata Sindaca nel capoluogo...

R: Sì, alle ultime elezioni. E’ durata una settimana! (ride). Qualche interlocuzione c’era stata veramente, ma la cosa era partita in molto ritardo e il “salto nel buio” non volevo farlo. Il momento era anche politicamente complesso...

D: Ovviamente parliamo di centrosinistra perché, a microfoni spenti, mi ha detto di aver sempre votato Pd, pur non avendone la tessera.

R: Sono sempre stata libera da quel punto di vista. Da quando ricopro ruoli apicali, poi, cerco di svolgerli sempre in maniera “trasversale”. Ed è giusto così.

D: Oggi è mercoledì e siamo all’indomani della notte di voto in Senato. Conte ha ottenuto una fiducia risicata. Cosa ne pensa della scelta di Renzi di staccargli la spina...e anche di quella di De Filippo, tornato di corsa nel Pd?

R: La scelta di Renzi di “ritirare” le ministre non mi è sembrata opportuna in questo momento di crisi pandemica e di forte crisi economica, di cui non abbiamo visto ancora niente (ce ne accorgeremo a marzo/aprile, il mercato adesso è “drogato” dal blocco licenziamenti e dalla cassa integrazione). Se me lo chiede, le sue motivazioni non le ho comprese fino in fondo, e se riferite esclusivamente al discorso fondi del Recovery Plan, mi sono parse limitate.

D: E De Filippo?

R: Sono scelte politiche personali e mi asterrei da commenti. A monte, io sono sempre stata contraria alla creazione di nuovi, piccoli partiti, e ritengo che nel centrosinistra ci sia sempre stato il problema del “fuoco amico”, più che degli avversari. E proprio per questo in passato ci sono state tante mancate occasioni.

D: Come presidente della Crpo (organo consiliare) immagino che lei abbia più a che fare col presidente del Consiglio regionale, Cicala.

R: Sì, i rapporti sono ottimi: lo abbiamo coinvolto in alcune nostre iniziative.

D: E col presidente Bardi?

R: Gli ho inviato la relazione sulle nostre attività, ma finora non abbiamo avuto contatti.

D: Se potesse prenderlo sottobraccio cosa gli direbbe?

R: Premetto che lo conosco pochissimo, ma che mi pare un’ottima persona, degna di stima; gli direi di essere un po’ più presente, nella regione, sul territorio e sulle questioni.

D: Entriamo, appunto, nelle questioni, a cominciare da quelle delle imprese. Come diceva, presto arriveranno i veri dolori. Che tempi ci attendono? E come limitare i danni?

R: In Basilicata i settori trainanti dell’economia sono l’“oil & gas”, l’automotive e l’indotto turistico (oltre alla filiera ortofrutticola). I primi due hanno subito rallentamenti a causa del Covid, e per quanto riguarda le estrazioni le conseguenze ci saranno a livello di royalties e quindi di bilancio regionale. Per ciò che attiene a Total e a Tempa Rossa, in prospettiva ci sono cose positive, in quanto sono stati messi sul tavolo dei fondi per il territorio, per l’avviamento e l’allargamento di attività imprenditoriali legate al settore. L’automotive, anche in riferimento all’ultima fusione, è di suo sicuramente un settore chiave. Una grossa perdita l’abbiamo avuta nel turismo, che non ci ha consentito di trarre i vantaggi di Matera Capitale (se si fa eccezione della lieve ripresa di quest’estate, col turismo di prossimità).

D: Lei prevede un’ecatombe?

R: Ci saranno sicuramente delle chiusure, penso anche alle attività più piccole, del settore artigianale: o ci si riconverte (ma ci vogliono anche i fondi) o sarà davvero dura.

D: I vari ristori, sia a livello centrale sia regionale, sono stati un “tampone” adeguato? O si è trattato soltanto di palliativi?

R: Il ristoro è qualcosa che aiuta all’inizio... ma poi non sono arrivati nemmeno tutti. Di più: soprattutto nell’Italia Meridionale, c’è tutta una zona d’ombra di precariato che non è toccata dai ristori e che si è bloccata. Ed ecco perché le donne sono quelle che hanno sofferto di più dal punto di vista professionale: spesso hanno posizioni lavorative precarie, occasionali, e poi le hanno perse o viste ridimensionate. Molte donne, ritrovatesi con i figli in casa e le scuole chiuse, hanno dovuto dare le dimissioni. Magari si sono viste costrette a lavorare con lo smart working, nel mentre dovevano anche assistere i figli nelle loro lezioni a distanza: una situazione davvero pesante. Guardi, la crisi del Covid ha diviso i lavoratori in due fasce: chi ha potuto conservare il proprio lavoro, in tutto e per tutto, tramite lo smart working (chi ha il posto fisso o lavora nella P.A.) e tutto un mondo, quelle delle partite Iva (imprese e professionisti) che si è drasticamente impoverito perdendo molto del suo potere d’acquisto.

D: Abbiamo però visto politici “con partita Iva” che hanno percepito i bonus di 600 euro.

R: E non è stato bello.

D: Cosa può e deve fare la politica per farci scorgere una luce al di fuori del tunnel?

R: A livello nazionale occorre approvare quanto prima questo Recovery Plan con le ripartizioni (tra l’altro, sul versante “questione di genere” qualcosa di più si poteva certo fare! Non sono stati previsti molti soldi. Si potrà magari recuperare guardando ai diversi “punti”, soprattutto nei settori economia digitale e “green”). A livello regionale, bisognerà avviare una programmazione di questi fondi, molto rapidamente, e sempre ascoltando tutti gli attori sociali.

D: Diceva che Bardi è poco “presente”.

R: Beh, sicuramente dei tavoli con le organizzazioni, sia sociali che datoriali, ci sono stati, anche se inizialmente non era stato così.

D: C’è poi la questione “scorie radioattive” che bussa alla porta.

R: E che nessuno vorrebbe nel suo terreno...

D: Ma, appunto, cosa opporre, oltre al semplice “ Non a casa mia”?

R: Innanzitutto ci vuole una coesione di tutti gli attori sul territorio regionale. Però guardi che non è una questione semplice da esaminare, anche dal punto di vista etico. Come dicevo, le scorie nessuno le vuole, ma a livello nazionale da qualche parte dovranno pur andare.

D: Ma per lei il deposito unico in Basilicata sarebbe un evento infausto o un fatto nell’ordine delle cose?

R: E’ una questione da approfondire, anche sul versante ristori e conseguenze ambientali. Ma qui mi affiderei agli esperti. Ci sono sempre i pro e i contro da vagliare, ma spesso ci si esprime impulsivamente. Tuttavia, onestamente, non sono un’esperta in materia e prima di dare un giudizio definitivo vorrei capirne di più.

D: Torniamo alle pari opportunità. Qual è la prima volta, in vita sua, che si è incazzata per una disparità di trattamento? A scuola? A casa? Sul lavoro?

R: Seppur lavorando in un ambito prettamente maschile (i derivati petroliferi), e pur essendo sempre stata fin da giovane in Confindustria (e ho ricoperto degli incarichi quando ancora non esistevano le “quote rosa”: sono già al terzo mandato come consigliera della Camera di Commercio), non ho mai avuto a che fare con ambienti “maschilisti”. Tuttavia, in generale, ritengo che siamo ancora molto indietro.

D: Lei si è mai sentita discriminata o sottovalutata in quanto donna?

R: No, devo dire la verità. Mi sono sentita in difficoltà nella conciliazione vita-lavoro: ho tre figlie e da sempre faccio i salti mortali per fare tutto. Va detto poi che in una regione come la nostra, nella quale mancano le strutture sociali e di welfare (asili nido, ma anche luoghi per la terza età), una donna passa dall’accudimento dei figli a quello degli anziani genitori, e tutto ciò diventa una questione di disuguaglianza sociale: io, fortunatamente, la baby sitter me la sono sempre potuta permettere, ma non per tutti è così.

D: La politica tornerà mai nel suo futuro o quel capitolo è definitivamente chiuso?

R: Non mi sono posta il problema.

D: Ma se la chiama di nuovo qualcuno... questa volta potrebbe dire di sì?

R: (Ride). Valuto le cose momento per momento. Sa, è un tipo di scelta che dipende anche dal contesto e dagli attori in gioco.

D: Il film che la rappresenta?

R: Mi piacciono i film ambientati nell’Inghilterra dell’800, tratti da romanzi d’epoca.

D: Sul genere “Orgoglio e Pregiudizio”?

R: Esatto.

D: Il libro?

R: Adesso sto leggendo “L’altra donna” di Cristina Comencini.

D: La canzone?

R: “You’ve got a friend” di Carole King. Mi accompagna da quando avevo vent’anni.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

R: (Risate) Nome e cognome, senza “dediche” .