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Cari Contro-Lettori,

nonostante tutti i divieti di toccarsi che ci sono, viviamo sempre più in una società in cui i baci di Giuda schioccano a profusione, siglando tradimenti che sono celebrati ai danni dei semplici cittadini, accompagnati con pacche consolatorie sulle spalle e da gomitate acuminate nelle costole, che non sono quindi quelle di saluto che “vigono” adesso.

Lo stesso Babbo Natale è in difficoltà, con mascherina e conseguenti occhiali appannati, confida (e con lui tutti i bambini del Mondo) che non sbagli indirizzo nel consegnare i regali. Ma anche gli adulti sono in ansia. Perché mai come in questo momento, è il nostro futuro a trovarsi sotto l’albero. L’anno che si affaccia sull’uscio di casa si spera sia quello di una vera Rinascita, non solo propiziata dalla sconfitta del virus, ma anche e soprattutto rinvigorita da una nuova ripartenza economica, sociale, culturale e soprattutto mentale. Ci si augura tutti che il 2021 sia il primo passo di una risalita verso orizzonti più sereni: non c’è da farsi illusioni, se tutto andrà bene, e il SE è ahinoi particolarmente minaccioso, si tratterà di inerpicarci su una scalinata longa longa, come quella della canzone di Roberto Murolo, e pertanto stretta e anche parecchio sgarrupatella. Ma almeno una prospettiva c’è. Anche perché, «Addó' se ne pò ghí Chi è stanco 'e chiágnere?».

Buon Natale, di cuore, a tutti.

Walter De Stradis