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Cari Contro-Lettori,

in una fase di emergenza come quella in cui tutti ci ritroviamo, anche gli anniversari e le ricorrenze riguardanti personaggi fondamentali del mondo della cultura passano in secondo piano. Ahinoi, è la drammaticità degli eventi che lo impone. E’ il caso, solo per dirne una, dei quarant’anni dalla scomparsa di Alfred Hitchcock (avvenuta il 29 aprile 1980), evento che in un clima ben più sereno avrebbe ottenuto tutt’altro risalto. Ritrovandoci, allo stesso tempo, alla vigilia della cosiddetta Fase 2, un brivido di paura e incertezza (Reggerà? O sarà la causa di un ritorno alla clausura tout-court?) ci corre lungo la schiena, e allora aiutiamoci con alcuni titoli della sconfinata filmografia di quello che del “brivido” era il maestro indiscusso.

In questo, tumultuoso “Labirinto delle Passioni”, in cui ciascuno di noi a volte si è sentito alla stregua de “Il Prigioniero di Amsterdam”, passando le sue giornate affacciato a “La Finestra sul cortile” (e a volte sproloquiando di questo virus portato da “Gli Uccelli”, come fosse una sorta di “Intrigo Internazionale”), si apre finalmente uno spiraglio. Certo, in alcuni è forte “Il Sospetto” che possa trattarsi di un “Sabotaggio” delle nostre reali aspettative, operato da “L’Uomo che Sapeva Troppo” (o troppo poco, a seconda dei punti di vista), e “L’Ombra del Dubbio” non ne vuole sapere di dissiparsi davanti ai numerosi “Io Ti Salverò” diffusi da “Il Club dei 39”. Cionondimeno, onde evitare che proprio la nostra regione si tramuti in una sorta di “Isola del Peccato”, tocca fare un uso coscienzioso e consapevole delle piccole libertà concesse, trattenendo ancora un po’ quel “Nodo alla Gola”, onde evitare di lasciare campo libero alla “Psyco”(si) del libertinaggio. Il rischio è quello di tornare a essere rapidamente “Prigionieri dell’Oceano” del contagio (opportuna la nuova ordinanza di Bardi sui rientri dal Nord), di consentire al virus di compiere “Il Delitto Perfetto”, di tenerci sotto “Ricatto”, di trasformarci negli avventati e inconsapevoli protagonisti di una “Congiura degli Innocenti”. Ma c’è da augurarsi che questa si riveli un’occasione anche per sanificare, darsi una svegliata e ripartire a livello politico-istituzionale (ne leggerete meglio all’interno), per far sì che la nostra regione smetta di essere una volta per tutte “Una bara di ghiaccio”, e che possa invece presto rinascere come un’Araba Fenice, o, se preferite, come “La Donna che visse due volte”.                      

Walter De Stradis