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di Luigi Fanelli*

 

A distanza di tempo dall’ultimo articolo sulla gestione e stato di salute delle piante arboree nelle aree ripariali e i danni subiti dopo le ultime nevicate, ritorno a curiosare e a riflettere sulle condizioni in cui vertono gli alberi del fiume Basento e come si sta procedendo nella loro gestione.

Gli individui arborei radicati ai margini dei fiumi svolgono funzioni importanti dal punto di vista sia ecologico che ambientale ed offrono condizioni gradevoli per trascorrere il tempo all’area aperta. Il più delle volte si pensa che gli alberi nati sulle sponde dei fiumi siano i più fortunati, vista l’abbondanza di acqua a disposizione e che quindi non necessitano di particolari cure; in realtà la loro vita è costantemente disturbata da fattori ambientali ed antropici e il loro stato di salute dipende proprio da sottili equilibri che si instaurano fra di essi.

Da monte verso valle del fiume, sulla sponda destra in un’area ben delimitata si assiste ad una moria di pioppi e salici, alberi in piedi ma completamente secchi. La causa è legata essenzialmente ai marciumi radicali, un fungo patogeno che colpisce l’apparato radicale e si sviluppa in condizioni di asfissia per ristagno idrico. Sulla chioma dapprima si notano sintomi da appassimento e ingiallimento fogliare, poi con progressivo deperimento e disseccamento di rami e screpolature del fusto. La produzione di foglie decresce ed in alcuni anni la pianta muore. Il fungo può propagarsi per contiguità ad altre radici e il marciume può trasmettersi da una pianta all’altra, la presenza di ferite causate da fattori ambientali e antropici favorisce i processi di infezione e costituisce la principale via di contaminazione tra piante vicine.

Tale quadro riscontrato ci permettere di riflettere sulla gestione delle alberate e di come comportarsi di conseguenza. L’eliminazione delle piante secche è fondamentale oltre che per arrestare l’espansione del fungo, è anche utile per eliminare il rischio di schianto, gli individui privi di stabilità sono capaci di collassare da un momento all’altro senza preavviso. Inoltre il taglio degli alberi morti consente di evitare che parti legnose quali tronchi e rami vengano trasportate durante le ondate di piena, ed evitare potenziali rischi di esondazione per occlusione di tratti critici a valle dell’alveo fluviale. Il reimpianto di nuovi alberi è da preferirsi a distanza di qualche anno al fine di debellare il fungo e sterilizzare il terreno.

Proseguendo nella passeggiata noto anche che le operazioni di reimpianto di nuovi alberi sta procedendo nel pieno rispetto del Regolamento del Verde Urbano all’art. 6 “Nuovi impianti e sostituzioni”, le nuove piante andranno a compensare il pregresso abbattimento degli alberi che è stato necessario per la messa in sicurezza dell’area pedonale; il materiale vivaistico scelto è soprattutto il pioppo idoneosia al sito di impianto e sia per ricreare la giusta continuità dell’ambiente forestale fluviale.

Infine noto anche qualche aiuola gestita da appassionati che tentano di coltivare in anonimato, l’iniziativa privata è sempre quella da auspicarsi ma deve comunque essere supervisionata da esperti al fine di non commettere errori come illustra l’art 6 comma 4 del Regolamento “L’utilizzo in zona urbana di essenze diverse da quelle suggerite nell’Allegato C è subordinato ad una puntuale relazione redatta da tecnico abilitato circa le motivazioni di natura tecnica, ambientale o paesaggistica che giustificano la scelta”.Ogni operazione pubblica e privata di impianto deve essere in linea con quello che sono gli obbiettivi da perseguire per queste aree “naturali”, deve essere mirata non solo dal punto di vista ecologico e ambientale ma anche sulla percezione paesaggistica di determinati ambienti, altrimenti si rischia di vanificare il lavoro. Nel caso specifico per certi versi l’operato è da ammirare tranne per la specie che si è deciso di impiantare, anche sulle rive del fiume Basento qualcuno ha deciso di far arrivare un Abete rosso dal Trentino.

*Dottore forestale