editoriale080619

Cari Contro-Lettori,

in un centro commerciale che dà su una importante arteria alla periferia del capoluogo, da qualche tempo si ripete una scena emblematica. All’interno, ovvero AL DI QUA delle porte scorrevoli, staziona un cittadino italiano (non se ne conosce la provenienza) che chiede l’elemosina agli avventori che gli passano accanto con le buste, le borse e i carrelli della spesa. All’esterno, immediatamente AL DI LÀ delle porte scorrevoli, come in uno specchio metaforico, sosta invece un cittadino di colore, anch’egli con la mano tesa, nell’atto di chiedere la carità ai passanti. Sono uno a pochi centimetri dall’altro, in posizioni simmetriche, separati soltanto dal plexiglass scorrevole che fa apri e chiudi. La maggior parte degli acquirenti sembrano ignorarli, muovendosi loro accanto veloci come il vento. Gli altri, quelli che si passano una mano sulla coscienza e l’altra sul portafogli, sembrano invece chiamati a una specie di scelta di campo. Alcuni di loro, infatti, fanno l’elemosina al mendicante bianco; gli altri optano per quello di colore. Mai a entrambi. L’Italia intera –e la Basilicata e Potenza con essa- sembra essere febbrilmente alle prese con quelle porte scorrevoli, bloccata nel mezzo con le buste del supermercato tra le gambe, mille pensieri come mosche nella testa e diverse mani tese, bianche o nere che siano, che crescono da dentro e da fuori tutt’intorno come radici o rami di salici piangenti. “Prima gli Italiani” (e via via i Lucani, gli Abbruzzesi i Molisani et.c), o “Prima gli Ultimi”: anche il ballottaggio nella città capoluogo di regione chiama i cittadini a una scelta di campo. Si dirà che i problemi “minuti” di una città come Potenza vanno un po’ al di là delle grandi questioni nazionali e internazionali, nondimeno, i due contendenti, Guarente e Tramutoli, parsi entrambi come candidati garbati e disponibili al confronto, sono chiaramente posizionati su due modi di intendere la politica assai diversi, se non diametralmente opposti. Disabilità, disoccupazione, sviluppo, traffico, ambiente e centro storico: a leggere la nostra “intervista doppia”, pare che le preoccupazioni dei due per certi versi siano sostanzialmente le stesse, pertanto –e il polso della strada e dei social sembra confermarlo- i potentini si sentono divisi soprattutto sulle due diverse metodiche di “approccio” alla politica dei due competitor: il giovane rampante e volenteroso di destra, posto sulla cresta dell’onda asso pigliatutto leghista, o lo stagionato, ma riflessivo e rassicurante prof di neo-sinistra, col simpatico cipiglio alla Bogart? Buon ballottaggio a tutti. Ci rileggiamo sabato prossimo. Nella “nuova” Potenza.

Walter De Stradis