SAVINOirpef

Dopo la comunicazione fatta dal Presidente Conte il 3 giugno, avremo le elezioni a settembre, in tempo per evitare l’esercizio provvisorio, oppure la resa degli M5S alla Lega?

La durata del Governo darebbe l’Autonomia differenziata al Lombardo-Veneto e all’Emilia Romagna nonché la tassa piatta per lo shock fiscale, entrambe volute dalla Lega. Avremmo così ulteriore Debito e loscontro frontale con l’UE, perché nessuno degli altri Soci sarebbe disposto a pagarlo per evitare la svalutazione della propria moneta. Con il rischio di farci sbattere fuori dall’Euro (altro che exit!) e dall’aiuto ch’esso ci ha dato! Quanto all’autonomia differenziata, il Sud ne sarebbe ancora di più danneggiato se essa fosse pagata con il “residuo fiscale”. Perché potrebbe togliere altri fondi alle Regioni del Sud proprio mentre già ai suoi Enti locali si sottrae (con gli espedienti furfanteschi dettagliati nel libro Zero a Sud di M. Esposito-2018) quello che, con la legge 42/ 2009, ad essi spetterebbeper i servizi che lo Stato si è impegnato a dare a ciascun cittadino nel Titolo V della Carta Costituzionale. Se dunque il Governo non cadesse, si aggraverebbe sia il nostro isolamento internazionale, tanto più dannoso per un Paese che esporta, sia il nostro dislivello Nord-Sud, che non giova nemmeno al primo, già preferito dalle mafie! Se invece andassimo alle elezioni a settembre, dovremmo calcolare, come Cerasa su il Foglio dell’1 giugno, la possibilità di un regime autoritario. Specie se, nel contempo, la riduzione di Senatori e Deputati e il Referendum propositivo in itinere indebolissero il Parlamento e aprissero la possibilità di farlo scontrare con la parte referendaria del “popolo” (nell’indifferenza dei più, posto che il 45% non vota). Insomma, a furia di votazioni e di politiche inconcludenti, siamo già scivolati in un circolo vizioso che potrebbe darci l’autoritarismo nelle vesti della “democrazia illiberale” alla Orban: la moda di tempi in cui le dittature non s’impongono con le armi o con le sommosse popolari, ma con piccole modifiche istituzionali. Senza forti scosse e abituando pian piano la gente a subirle, un passo dopo l’altro. Nel caso in cui–invece- le due modifiche non fossero concluse, dopo le elezioni, data l’alta probabilità di una ri-vittoria della Lega, ritorneremmo nel secondo scenario: con il rischio di essere espulsi dall’Eu! Non siamo dunque in una bella situazione e ci dobbiamo porre con forza il problema di come uscirne! In altri termini, del come affrontare alla radice quelle che appaiono le due cause di tutti i nostri mali: la paura dell’immigrazione, destinata a crescere; e il Debito pubblico, anch’esso in aumento. Cosa tentare? Per la prima, di affidare la gestione dell’intera materia, in tutte le sue parti, direttamente all’UE (affinché intervenga a favore delle località di partenza e calibri i suoi fabbisogni secondo le esigenze demografiche e produttive). Per la seconda, un’addizionale Irpef per tutti i nonni dotati di un reddito superiore al limite del buon vivere; e per il tempo necessario al rientro del Paese nell’area della produttività (ch’è ferma da 20 anni!). In fondo, sarebbe anche per i nonni un sostanziale guadagno, perché, riparando una situazione creatasi anche per colpa delle loro generazioni, lascerebbero ai nipoti un Paese non troppo fallimentare! Ma quale affidabilità politica per chiedere e sorreggere un tale o analogo sacrificio?? Forse occorrerebbe un nuovo Partito (ex Dc + ex Psi ++ Europa e + ambientalisti?) corrispondente almeno alla metà di quel 45% di cittadini che non va a votare, fra i quali forse i nonni alla ricerca del Partito “ragionevole”, reso necessario dal ritorno al proporzionale. Una precondizione politica che forse si gioverebbe della proroga di Conte per strutturarsi! Dobbiamo dunque sperare in questa ulteriore transizione per dar ai nonni il tempo d’aiutare i nipoti e ad un nuovo Governo di acquisire la credibilità e la serietà atte a capitalizzare i sacrifici dei cittadini? Uno come quello del Churchill che parlò chiaro per salvare il suo Paese?