pranzoFANELLI

Chiamatelo “Mister Settemila Preferenze”. Meno di quarant’anni, già consigliere comunale di Potenza (eletto con Forza Italia) e segretario provinciale della Lega di Salvini, Francesco Fanelli alle ultime elezioni regionali è stato il candidato più votato dopo il BMZM (Buon Vecchio Zio Marcello).

Come giustifica la sua esistenza?
Se penso alla vita in generale, penso alla famiglia, gli amici e alle passioni che ho: lo sport e la politica.


È stato il candidato più eletto dopo Pittella. Si aspettava questo exploit?
Ci speravo, mi rendevo conto che c’era tanta voglia di cambiare. È frutto di un risultato personale, ma non solo, dietro c’è un lavoro di squadra, di amici e amministratori che mi hanno sostenuto e che hanno visto in me la persona che potesse rappresentare quel cambiamento richiesto dalla gente.


A bruciapelo: la Lega ha ottenuto questo botto di voti, ma tutti gli altri si chiedono come faccia una persona del Sud a far parte di questo partito il cui “capo politico” è Salvini.
Ho abbracciato questo progetto in un momento non semplice, quando la Lega si attestava intorno all’1-1,5%.


Intende che l’ha fatto con convinzione e non per calcolo elettorale?
Sicuramente. Due anni fa, Luigi Modrone aveva piantato il seme, poi con una serie di amministratori -Mario Guarente, Pasquale Pepe, Franco Genzano, Mirko Evangelista- decidemmo di passare attraverso un contenitore che si chiamava “Sud in Testa”, che poi è entrato nella Lega. Ritenemmo che la proposta programmatica politica portata avanti dalla Lega a livello nazionale andasse a incidere sulla qualità di vita degli Italiani tutti, DA NORD A SUD. Quando Matteo Salvini cominciò a parlare di demolire la Legge Fornero, valeva tanto per i cittadini di Milano quanto per quelli di Palermo. Quando si parla di flat tax, riguarda sia l’artigiano di Milano che quello di Potenza. Quando si parla di immigrazione clandestina, si parla di problematiche che ci sono ovunque. Poi, il modello della Lega è stato sempre visto di buon occhio da parte mia e di queste persone, perché nei comuni in cui amministra, lo fa bene.


C’è stato un momento particolare in cui ha capito che ce l’avrebbe fatta?
È stato un lento salire, nel senso che fin dalle prime battute ci eravamo resi conto che c’era la voglia di cambiamento, e scontentezza per l’ultra ventennale malgoverno di Centrosinistra. È chiaro che un grande aiuto Matteo Salvini ce l’ha dato, la sua presenza in loco ci ha aiutato a riempire tutte le piazze e a infiammare i cuori e le menti delle persone.


Lei ci ha parlato con Salvini. Cosa l’ha colpita?
E’ umile, uno come noi.


Prima ha citato una serie di cose che valgono tanto per il cittadino del Sud quanto per quello del Nord, però c’è tanta preoccupazione per il cosiddetto Regionalismo differenziato. L’invito che adesso viene fatto a voi che dovete amministrare la regione è quello di farsi rispettare dallo stesso Salvini, di fare in modo che la Basilicata non diventi l’anello debole di un Paese a trazione Nord.
Questi attacchi li subiamo quotidianamente, e pertanto diciamo chiaramente che va preservata l’unità nazionale. Su questo non c’è dubbio. Matteo Salvini ha dimostrato di essere il primo patriota in Italia. Per quanto concerne l’autonomia, faccio due riflessioni. La Basilicata può essere più povera di com’è adesso? Fino ad ora non ha certo governato la Lega! E non penso che con tutte le ricchezze regionali abbiamo avuto quello che meritavamo. Penso soprattutto che serva responsabilizzare una classe politica, oggi è necessario perché l’economia vuole questo. Non significa togliere, ma responsabilizzare, ed è quanto mai necessario in una regione ricca come la nostra, capire come vengono spesi i soldi e in quale direzione.


Lei è fra i nomi che circolano come Presidente del Consiglio o come assessore: quale delega preferirebbe?
Ho ottenuto un risultato straordinario a livello personale, per quanto riguarda il mio partito sono stati eletti sei consiglieri regionali. Non è una questione di nomi o di “quale assessorato”: penso che si tratti di mettere le persone giuste al posto giusto, pertanto spero che il partito mi valorizzi per le competenze che ho e per il risultato ottenuto, ma soprattutto vorrei avere un ruolo utile per i Lucani.


In cosa si sentirebbe più utile? Quali sono le sue competenze?
Non sta a me dirlo, devono essere gli altri.


Quindi ritiene di poter fare tutto.
No, assolutamente non ho questa presunzione. In base alle mie competenze, insieme al partito, al commissario e a tutta la squadra, stiamo valutando. È un progetto complessivo, non va vista la singola casella perché la Lega avrà una forza predominante all’interno del consiglio, della giunta e delle commissioni.


Trova sia giusto ripescare anche qualcuno dei non eletti tra le forze politiche che hanno contribuito a questa vittoria?
È chiaro che la vittoria è merito di tutti. Ripeto, penso sia opportuno mettere persone giuste al posto giusto.


Questo può significare anche “tecnici esterni”?
Questa sarebbe una scelta da condividere con il presidente Bardi e con le altre forze politiche. Io al momento non escludo nulla, ma a me piace fare un ragionamento generale che è quello della competenza e della meritocrazia.


In Regione, e nei vari Enti, c’è un po’ di tremarella, lo si legge sui giornali e anche il popolo si aspetta che si cambi tutto. Qual è la sua opinione, c’è da aspettarsi davvero questo drastico giro di vite?
Il cambiamento ci deve essere per forza, perché è quello che ha richiesto la gente con il voto del 24 marzo. Io dico però a tutti di stare molto tranquilli, perché le persone serie, oneste e che lavorano verranno sempre valorizzate.


E in merito alle ultimissime nomine fatte dalla Regione, in particolare nella Sanità?
Su questo io già all’epoca sono uscito con un comunicato in cui contestavo questa scelta. Anche adesso ho contestato quei dirigenti che stanno approntando delle misure “post-24 marzo”, perché anche se la legge probabilmente lo consente, a livello di opportunità è sbagliato. Se l’esito delle elezioni è stato questo, bisogna dare il tempo alla giunta e al consiglio di insediarsi, per poi ragionare su tutto.


Quindi si aspetta delle dimissioni?
Ognuno è libero di scegliere se dimettersi o meno, è chiaro che le nomine fatte all’ultimo momento da parte di chi è andato via non corrispondono alla volontà della gente.


Il compito è comunque difficile, perché la gente si aspetta di vedere “teste tagliate”, in Regione e non solo, tipo Rivoluzione Francese. Metaforicamente parlando.
Non abbiamo la bacchetta magica e quindi dalla sera alla mattina non possiamo cambiare tutto, però vogliamo dare dei segnali importanti e portare all’interno della Regione la Trasparenza, la Legalità e soprattutto la Meritocrazia. I segnali scoraggianti di questa regione sono stati quelli di mortificare tanti giovani capaci e qualificati, che poi vanno fuori e ottengono successi, mentre qui hanno visto passare davanti ”il figlio di, il cugino di”. Il concorso pubblico certo non risolve il problema occupazionale, ma di sicuro se lo vince con merito il figlio di una persona “normale”, siamo tutti più felici. Una delle nostre priorità è il lavoro.


Prendendo in eredità una macchina, ci si deve avvalere anche delle cose che funzionano. Secondo lei qual è una di queste?
Il fallimento dal punto di vista politico secondo me è totale, non credo ci sia un settore che si possa dire abbia funzionato.


Teoricamente siamo già entrati in campagna elettorale per le prossime comunali a Potenza: la Lega ha annunciato che il candidato sindaco sarà Mario Guarente.
Mario può dare tantissimo: oltre a essere innamorato della sua città, ha una esperienza amministrativa alle spalle, in cui ha dimostrato di essere capace e competente in questi anni trascorsi come consigliere comunale, assai attivo tra interrogazioni, mozioni, ma anche proposte. Oltre a Mario Guarente, è chiaro che sarà fondamentale la squadra. Ho un ottimo presentimento.


Apro una parentesi, anche la Lega in Basilicata ad un certo punto sembrava lacerata da smanie di protagonismo.
La Lega in Basilicata è una, unita, e c’è un commissario, Marzio Liuni. che sta facendo un lavoro straordinario e il risultato elettorale ne è la prova. Ripeto, una, unita e determinata verso i propri obiettivi


Tornando alle comunali, De Luca come avversario le fa paura?
Sono abituato a non pensare agli altri, ma a quello che vogliamo fare noi per la nostra città. Credo infatti che ci debba essere una rottura con quanto fatto fino ad oggi, perché la città di Potenza vive uno dei momenti più difficili della sua storia. Per onestà intellettuale va dato merito al lavoro ragionieristico fatto per quanto riguarda la messa a punto dei conti, e c’è stato un cambiamento importante, nonostante alcune criticità che io ho sempre contestato, quando si è avuto il coraggio di iniziare la differenziata.


E quindi l’errore più grave di questa amministrazione?
Quello di non interpretare la voglia di cambiamento che i cittadini avevano espresso con l’elezione di De Luca.


Potenza cioè è rimasta come ai tempi di Santarsiero?
Diciamo che non ho percepito il cambiamento che era stato promesso: abbiamo strade dissestate, non abbiamo una città pulita… ci vuole praticità nell’amministrare ed è quello che mi piace della Lega. Faccio un esempio: attraverso la rimodulazione dei fondi europei, abbiamo investito delle risorse per la riqualificazione delle strutture sportive all’aperto, ma ancora non sono state affidate!


Lei è noto anche come giocatore di calcio a 5.
Sì ho giocato (anche in C), fino all’anno scorso, quando abbiamo cominciato le politiche; ma poi ho dovuto lasciare, perché mi mancava ormai il tempo per gli allenamenti infrasettimanali, la partita e le trasferte.


Di sgambetti ne ha più fatti o ricevuti?
Per il ruolo che avevo, attaccante, erano più quelli che ricevevo, ma mi difendevo.


Falli da dietro?
No assolutamente, penso di essere sono stato un giocatore corretto. (ride)


Si ricorda uno dei gol più belli che ho fatto?
Ricordo con piacere la penultima partita della “carriera”, quando andammo a Lauria e feci una doppietta. Eravamo in pochi e il mister mi fece giocare da centrale difensivo, ma riuscii lo stesso a segnare ed è stata una bella partita.


Non a caso a Lauria, feudo pittelliano.
(Ride) Pensandoci, effettivamente è stato di buon auspicio!!!


Il rimprovero che le fa più spesso sua moglie?
Ultimamente di essere troppo assente da casa, ma anche di essere troppo determinato e serio nelle cose che faccio, anche in quelle meno importanti.


Il film della sua vita?
Amo i film ambientati ai tempi della Guerra Fredda, tipo “Le vite degli altri”, “La talpa”, “The Good Shepherd” e ultimamente ho visto “Il ponte delle spie” con Tom Hanks.


Ha nostalgia di un periodo in cui c’era una dicotomia politica più marcata?
È un periodo storico che mi ha sempre affascinato.


Il libro che la rappresenta?
“Uno, Nessuno, Centomila” di Pirandello


La canzone?
“Sally” di Vasco Rossi. Ho visto tantissimi sui concerti. Anche in questo caso: da Nord a Sud (ride).


Tra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
Nome, cognome, data di nascita e data di morte.