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Ha i modi pacati, la voce bassa e lo sguardo a volte in attesa: Aldo Michele Radice, originario di San Fele (Pz), settant’anni a marzo, ha vissuto il “palazzo” della Regione sotto molteplici aspetti: da dirigente, da consigliere regionale, da assessore (infrastrutture e mobilità) e infine da Presidente del Consiglio. Da coordinatore del movimento “Per una Basilicata Possibile”, di recente ha partecipato al discusso “tavolo” allargato del centrosinistra, ma il piatto chiamato “primarie” non gli è piaciuto affatto.


Come giustifica la sua esistenza?
Direi che sono soddisfatto. Ho svolto la professione che volevo e poi c’è stata questa avventura politica qui in regione in cui, certo, nulla mi è stato regalato, perché non si è consumata all’interno dei partiti “tradizionali”. A livello nazionale ci fu l’esperienza con Italia dei Valori che reputo negativa- non tanto per i pur ragguardevoli risultati ottenuti- quanto piuttosto per l’impatto con Di Pietro. Che non è quello che appare. E glielo dissi in tempi non sospetti.

 

 

Sono curioso. Mi spieghi. 

 

Tanto per iniziare, non era un grande stratega politico: l’ho visto in seria difficoltà. Era più che altro un Masaniello. E poi, le sue vicende personali, economiche…molti all’interno del movimento le avevano colte e alla fine la sua carriera politica è finita. Ha distrutto un patrimonio (politico) incredibile. Peccato, perché la gente ci credeva… sì, nei valori di una certa giustizia, ci credeva.


La Giustizia, soprattutto in merito ai suoi rapporti con la Politica, è un tema molto dibattuto in questi giorni. I fedelissimi –senza troppi giri di parole- hanno fatto riferimento a un “Bersaglio Pittella”. Esiste davvero un “Bersaglio Pittella”?
Non saprei, perché non sono avvezzo alle cose della magistratura, ma è chiaro che un “diniego” che dura da sette mesi pesa anche sulle decisioni politiche (senza contare l’aspetto psicologico di Pittella stesso). Inoltre, è accaduto troppo spesso che accuse molto pesanti si siano poi risolte, in sede di giudizio, in un nulla di fatto. E qui c’è di mezzo anche un’intera regione: pertanto mi aspetto che la magistratura decida in tempi brevi, affinché essa stessa esca da questa situazione.


Pittella non si è dimesso. Un bene o un male (per se stesso e la regione)?
All’inizio non si può chiedere all’uomo troppa lucidità, ma poi, nel prosieguo, beh, una decisione politica va presa. Una volta si diceva: “Mi dimetto, così mi difendo meglio”. A mio avviso, poiché lui non lo ha fatto, si sono create delle “rigidità”, da una parte e dall’altra. Dopo la sentenza della Cassazione, il Riesame credo avrebbe dovuto riabilitarlo, ma –come sa- così non è stato.


E se si dimettesse ora?
Non avrebbe senso. Oggi sembrerebbe quasi “obbligato”. Ancora peggio.


E il “tentativo” di spostare le elezioni a maggio come andava interpretato?
Dissi subito che era un errore. Vi leggevo anche delle contraddizioni giuridiche (un po’ di esperienza ce l’ho, eh): differenti elezioni si accorpano solo quando sono a breve distanza l’una dalle altre. E non era questo il caso. E anche dal punto di vista del famoso “risparmio” che ne sarebbe derivato, io non lo vedo: allungare di sei mesi la “vita” di un consigliere costa soldi. E poi, non ultima, c’è una questione politica: non ti puoi giocare tutto in una sola mano. Per come si erano messe le cose, abbinare le regionali alle comunali e alle europee, avrebbe potuto essere un triplo autogol clamoroso. Adesso invece, si avrà comunque il tempo di aggiustare il tiro in vista delle successive europee.


Ergo, era tutta una manovra per “aspettare” Pittella.
Non saprei. Di sicuro, era un tentativo non supportato bene dal punto di vista legale.


E neanche le primarie del Pd –che qualcuno ha già ribattezzato “Pittellarie”- sono un tentativo per rimettete in sella Il Buon Vecchio Zio Marcello?
Anche in questo caso l’ho detto da subito, prima ancora della famosa riunione: le primarie vanno bene se fatte all’interno di un partito (come ha sempre fatto il Pd); ma nell’ambito di una coalizione, e per di più a ridosso delle competizioni, può suonare come un espediente per far “digerire” alcune scelte (che diversamente non sarebbero passate). Io non sono contro le primarie, ma queste vanno codificate, con regole certe. Mi spiego: se oggi non riesci a fare sintesi su un Governatore, come speri poi di scegliere quelli che devono partecipare alle primarie?! Al tavolo è stato detto: “Chiunque”, ma –mi scusi il termine- questa qui è un’ammuina! In una coalizione così pensata, in cui va a votare chicchessia, l’esito può essere facilmente inquinato.


Di conseguenza…
…il centrosinistra deve avere il coraggio di fare delle scelte e di sottoporle agli elettori, in maniera tranquilla e pulita, per riguadagnarne anche la fiducia.


Ma questa decisione di Polese di insistere sulle primarie vi allontana dal Pd?
No, noi siamo comunque per l’unità. Non c’è possibilità che un centrosinistra diviso possa anche minimamente competere. Fosse anche con un candidato particolarmente forte. Occorre offrire un progetto politico: gli espedienti che si rifanno ai “conti della serva” non sono affatto la soluzione.


Lei non sarà candidato?
Io no, ma dovremo comunque vedere se anche noi di “Per una Basilicata possibile” saremo capaci di trovare persone esterne, credibili sotto tutti i punti di vista, da poter candidare. Le ultime dichiarazioni non fanno bene alla politica, allontanano la gente ancora di più.


Immagino si riferisca a quelle di Bradascio che (dopo aver rinunciato alla sua candidatura con Progetto Popolare in seguito all’adesione di Aurelio Pace alle primarie del centrosinistra), ha tirato fuori anche un suo presunto, precedente “inciucio” con Pittella ai danni di Adduce.
Sì, anche. Vede, a quella famosa riunione per le primarie partecipai solo la mattina, ma avvisai: consultiamoci e concordiamo all’interno dei nostri gruppi, e poi ci aggiorniamo. Questo per quanto riguarda Pace, anche se non conosco i suoi accordi con Bradascio. Per quanto riguarda le dichiarazioni di quest’ultimo, beh, ai miei tempi nessuno si sarebbe permesso, avendo consumato un “delitto” (ride), di sputtanarlo anni dopo, e non certo per “pentimento”. Questo è un altro danno d’immagine per la Politica. Così diventa difficile quando vai a convincere la gente a candidarsi, perché a quel punto vorrà sapere non solo chi è il candidato governatore, ma anche chi è l’amico al tuo fianco.


Succede che ogni volta che intervisto un “ex” della politica (e ultimamente accade spesso), poi ci siano numerosi inviti, sui social e non, a un suo “ritorno in campo”. Dopo la sbornia qualunquista, la gente ora inizia anche a pensare “Si stava meglio quando si stava peggio”?
Guardi che io non sono tanto d’accordo che ai miei tempi “si stava peggio”. Da dirigente regionale ho gestito centinaia e centinaia di miliardi, ma non sono mai stato indagato, mai una denuncia. Eravamo apprezzati a livello europeo. Eravamo presi come riferimento. E anche se adesso va di moda, dire che tutti abbiamo rubato e abbiamo fatti imbrogli mi disturba molto. Io ho sempre pubblicato le cose fatte, le leggi di cui sono firmatario (di cui venti attive, nell’ambiente, nei lavori pubblici e non solo) …


… ma il primo vero “grillino” è stato Renzi con i suoi slogan sulla “rottamazione”.
E infatti è il motivo per cui non sono entrato nel Pd. E alla fine il “rottamatore” è stato “rottamato”, e in malo modo.


Se non è proprio da “rottamare”, cosa fare allora con Pittella? O meglio, cosa gli consiglierebbe? Un passo di lato? Indietro? In avanti?
La battaglia oggi non è più fra centrosinistra e centrodestra, ma fra i populisti/sovranisti e coloro che pensano che la democrazia sia tutt’altra cosa. Noi qui ci siamo fissati sul centrosinistra, certo, ma dobbiamo includere anche pezzi del centrodestra, moderati, cattolici, centristi…


…De Luca…
Eh!!!


E quindi che ne facciamo di Pittella?
Io a lui ho detto di “governare” un processo unificante di questo genere, ergendosi al di sopra delle questioni che lo riguardano…


… una sorta di allenatore non giocatore?
No, no, io lo farei anche giocare. Gli ho suggerito di farsi una SUA lista, in modo da non diventare l’unico bersaglio, politicamente …e non solo. Gli ho suggerito di farsi una sua campagna elettorale di unificazione, di dare un imprimatur a un candidato governatore (noi abbiamo messo a disposizione Piergiorgio Quarto di Coldiretti). Gli ho detto, insomma: ripetiamo quel che successe quando il centrosinistra –pur in una grande difficoltà politica- scelse un uomo non “codificato” all’interno dei partiti, come Dinardo. In questo modo, anche il Pd troverebbe un equilibrio al suo interno, perché io ho detto anche questo al tavolo: chiunque di loro sarà candidato, il partito imploderà. Solo affidandosi all’esterno, a mio avviso, si otterrebbe un buon risultato elettorale. Altrimenti la vedo nera.


Facciamo il gioco dei nomi. Polese.
Troppo condizionato.


Bradascio.
Improvvisato.


Lacorazza.
Strumentale.


Aurelio Pace.
Sbandato.


Vito Santarsiero.
In cerca d’autore.


Speranza.
Sta “sperando”.


Lasorella.
Garibaldina.


La “culpa maxima” di questo governo regionale?
Di essersi chiuso, di non aver aperto dialoghi, accettato consigli dall’esterno. Per la verità, è un difetto che c’era anche ai nostri tempi, ma in misura minore. Mi spiego: noi venivamo votati, e un legame col territorio lo dovevamo pur mantenere; questi qui invece vengono dalle “filiere”, chi li ha votati lo ha fatto perché è stato indotto da qualcun altro, e quindi i consiglieri regionali manco li conosce.


Il libro che la rappresenta?
Sto leggendo molto a proposito dei documenti di De Gasperi, di Sturzo… siamo a cent’anni dal famoso “appello”. Non è un caso che anch’io abbia fatto girare una lettera, facendo “appello” alle persone di buona volontà…


Il film?
Sicuramente non uno di quelli girati in Basilicata e SULLA Basilicata: troppo retorici, stereotipati e ingenerosi nei nostri confronti. Io non so cosa faccia la Film Commission, ma io ero uno di quelli che non era favorevole. Quindi citerei “Il cammino per Santiago”, con Martin Sheen.


La canzone?
Whitney Houston: “I will always love you”.


Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
«Una persona perbene, che non ha fatto male a nessuno».