editoriale1310

Cari Contro-Lettori,

mentre a Potenza viene esonerato l’allenatore della squadra di calcio; i tifosi si disperano per i loro beniamini avviatisi col freno a mano tirato; i politici si prendono a pallonate in faccia; Pittella si mette in “fuori gioco” (ma occhio alla moviola), e iniziano i soliti movimenti per la campagna acquisti, non bisogna dimenticare che in città c’è un fuoriclasse “straniero”, che sin dal suo acquisto non ha mai smesso di segnare. Si tratta del dottor Giampaolo Luzi, classe 1967, romano, primario del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale “San Carlo” di Potenza, il quale (numeri alla mano), appena indossata la fascia di capitano, ha saputo rimettere ordine nel turbolento spogliatoio, portare a casa puntualmente i tre punti, e far riguadagnare alla sua squadra posizioni di classifica che fino a qualche tempo prima erano solo un miraggio. Bene, si dirà, anzi benissimo. Tuttavia, tutti i discorsi calcisticopolitici degli ultimi tempi (Pittella in attacco, Pittella in difesa, Pittella a centrocampo, Pittella in panchina, Pittella in tribuna), pieni di palle come sono, rischiano di far passare sottotraccia quelle che sono le questioni reali, materiali e concrete della nostra regione. Una di queste, tanto per fare un esempio, è proprio la “salute” del più importante ospedale regionale (che presto, tra l’altro, sarà sottoposto a un cambio di allenatori), ed è il dottor Luzi stesso (che di sedersi sugli allori non ne ha proprio voglia) a ricordarci la necessità impellente di alcune cose: in primis la “sala ibrida” (leggendo l’intervista apprenderete cos’è) e poi l’istituzione della facoltà di medicina in Basilicata. Soprattutto la prima pare essere una conditio sine qua non affinché lo stimato cardiochirurgo, che vanta già alcuni primati piuttosto rimarchevoli, possa mantenere il necessario entusiasmo a lavorare qui (si sa, la scienza deve andare sempre avanti, mai indietro). A quanto pare, come leggerete, lo stesso Pittella (che di suo è un medico, e che per di più, proprio per questioni cardiache personali, a suo tempo si rivolse fuori Potenza), aveva promesso di “accontentare” il primario (ma in realtà i lucani), ma poi si è beccato il cartellino rosso e la “partita” è stata sospesa. Già, e la Franconi? Governatrice facente funzioni e perdipiù assessora alla sanità? “Non ci ho parlato”, ci dice il buon dottore; “non pervenuta”, appuntiamo invece noi nel nostro Fantacalcio. E allora, cari presidenti, cari giocatori, cari tifosi, e cari arbitri, occhio alla palla, perché qui, fra chi pensa solo alle elezioni, chi è a fine partita e chi sicuramente presto farà la valigie (finita, una volta per tutte, l’era dei “tecnici esterni” in giunta?), si rischia che per alcuni mesi le questioni “pratiche” vengano del tutto accantonate. E invece, mai come in questo caso, occorre andare dove ci porta … il “cuore”.

Walter De Stradis