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B. D. è una giovane mamma, ha con sé due fi gli che cresce da sola, la sua è una storia di speranza. “Non dico di essere in una situazione di benessere e agiatezza, ma riesco a tenere tutto sotto controllo, anche nelle difficoltà”- esordisce così.

Con quali fondi riesce a sostenersi?
Finalmente e dopo due anni, sono riuscita a percepire il compenso del cosiddetto Rei (Reddito di inclusione, ndr), e compresi i lavori saltuari, porto a casa circa 500 euro al mese. Mi è possibile fare la spesa e pagare le utenze.


Come riesce a vivere con una somma così limitata?
Mi privo di tante cose. E i miei figli come me. È chiaro però che non posso negargli tutto; sta cominciando l’estate, non potrò offrirgli una vacanza al mare, ma qualche giorno in piscina, non glielo negherò. Sono abituati a non chiedere, ad accontentarsi, a non avere eccessive richieste, per l’abbigliamento, per esempio, non pretendono se non l’essenziale.


Riceve un aiuto dalla Caritas e a sua volta ricambia, sostenendo chi si trova in una condizione critica.
Si. Devo ammettere che chiedere non è mai impresa semplice, perché la dignità viene prima di tutto, quando si è però con il cappio alla gola è necessario! Nel gruppo della Caritas, tuttavia, ho trovato persone eccezionali, che donano con gioia e questo è un vantaggio. Io cerco di fare lo stesso per gli altri, perché “dare” mi fa stare bene e soprattutto mi consente di andare avanti, con fiducia. È un modo, se vogliamo, per infondermi coraggio e forza; mi ha anche consentito di incontrare tante forme di bisogno, riesco a immedesimarmi.


Cosa condivide con il prossimo?
A volte, basta davvero poco. Un semplice sorriso, una battuta scherzosa, la disponibilità a chiacchierare. Le persone sentono di potersi fidare e tante mi raccontano dei propri disagi, delle proprie tristezze. Mi piace poter regalare una piccola sicurezza a chi vive un momento di fragilità.


Sente che le manca qualcosa?
Bé, materialmente si, non lo si può negare. Ma al contempo, sono serena, sto lavorando anche su questo aspetto. Posso portare il pane ai miei figli e ciò mi conforta.


Se potesse fare un appello alle istituzioni?
Direi semplicemente di occuparsi e prendersi cura maggiormente di chi vive in contingenza, e di farlo stabilendo delle priorità. Sono d’accordo sull’accogliere coloro che arrivano da altri paesi, ma bisognerebbe pensare prima al nostro vicino di casa!


Trova che la gente sia solidale?
La maggior parte si, e lo si capisce perché è accanto ai meno fortunati, nel silenzio e nella riservatezza, sentendo davvero di agire nella solidarietà. Un’altra parte lo fa per mettersi in evidenza, secondo me.


Che cos’è la Povertà?
L’assenza assoluta di possibilità di sfamare la propria famiglia.