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Cari Contro-Lettori,
sono diverse settimane, ormai, che il discorso sulla “morte vivente” del centro storico di Potenza tiene prepotentemente banco sui giornali (online e cartacei) e nei commenti, sempre più orripilanti, di cittadini ed esercenti. Un discorso, per continuare sulla falsariga horror, che si abbina per sua natura alla Cultura-Zombie che si aggirerebbe dinoccolata e scorticata per i vicoli della parte vecchia della città. Ma, (s)fortunatamente, in questo caso, nessuno l’ha vista.
Ed è proprio qui il punto.
Sul sito web del Comune di Potenza, ove sono riportate le note stampa di sindaco e assessori (e quindi fonti primarie delle notizie rinvenienti dalla voce istituzionale), da molto più di un mese a questa parte (e cioè da febbraio), non c’è un solo commento ufficiale -che uno- sulla drammatica situazione del centro storico di Potenza. Se si fa eccezione della nota riguardante l’intitolazione (meritoria) a Ester Scardaccione del largo antistante gli ascensori di Via del Popolo, non si legge alcuna presa di posizione (rassicurazione, diniego, smentita o quel che vi pare) circa i gravi problemi citati in apertura. Non una parola dunque sugli ottanta negozi che hanno chiuso negli ultimi dieci anni in Centro, né sulle possibili soluzioni per provare almeno a ridestare il famoso morto vivente di cui sopra (a meno che non gli si voglia sparare in testa e buonanotte al secchio), e non una replica a quanti (quelli dell’opposizione, ma anche alcuni diretti interessati) hanno stigmatizzato le modalità dell’assegnazione delle sedi di proprietà del Comune alle associazioni no-profit.
Insomma, può certo esserci sfuggito qualcosa (non sul sito del Comune, però) e qualche sparuta risposta di alcuni esponenti del governo della città ha fatto pure capolino su qualche testata, ma è netta impressione di chi scrive che, “motu propriu”, di suo cioè, la giunta comunale preferisca adottare la politica del silenzio.
Ne è la dimostrazione plastica, a nostro avviso, l’UNICO comunicato stampa della giunta comunale riguardante il centro storico, comparso (il 6 marzo scorso) nella sezione “notizie” del Comune da una cinquantina di giorni a questa parte. Una nota ufficiale in cui l’assessore Di Noia annuncia, udite udite, che Potenza è diventata addirittura “una biblioteca a cielo aperto”. Caspiteronzola. Un risultato notevole, verrebbe da dire, se non fosse che –a leggere meglio la nota- tale epocale risultato si dovrebbe, secondo l’assessore, allo sbilenco scaffaletto in legno (dunque storto, a causa della morfologia del terreno), apposto al muro del Palazzo di Città, e dedicato al “book crossing”. Ci fermiamo qui con l’ironia perché continuare significherebbe sparare, anzi, bombardare sulla Croce Rossa. La miglior chiosa possibile è dunque quella posta dal cavalier Fanì, che pure aveva creduto nell’iniziativa, concedendo molte copie dei suoi libri, e che ora ne lamenta pubblicamente la sottrazione vandalica. Evento –ahinoi- pure spiccatamente prevedibile e che a leggere il comunicato citato, aveva appunto previsto persino l’assessore (invitando i cittadini utenti a “riportare” i libri presi), nell’unico guizzo di realismo amministrativo che pervade l’unica nota che il Comune ha inteso dedicare al centro storico in quasi due mesi (pista di ghiaccio a parte, ovviamente).
Così è, se vi pare.
Walter De Stradis