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Cari Contro-Lettori,

«I movimenti politici che sostengono il Presidente Vito Bardi scenderanno in campo direttamente e attivamente per consentire di beneficiare della legge sul gas gratis a tutti i lucani. (…) Appena il servizio sarà attivo, sarà il centrodestra lucano a garantire il “gas gratis a tutti i lucani”, anche per rispondere a boicottaggi e strumentalizzazioni politiche sulla pelle di pensionati e famiglie (…) Noi ci siamo».

Tutte le polemiche e gli annunci, con gli inciampi e le goffaggini, circa l’erogazione dell’ormai famoso, o famigerato, bonus gas voluto dal generale Bardi, paiono giunte -loro malgrado- al momento giusto (qualcuno, come leggerete all’interno, dice addirittura “a orologeria”), manco a farlo apposta, quasi a consentire di alleggerire la sonnacchiosa attenzione popolare sulle inquietanti notizie sulla maxi-inchiesta dedicata a sanità e politica lucana che, a vario titolo, interessa importantissimi esponenti e dirigenti dell’attuale assetto regionale.

Insomma, opposizioni e sindacati –stante comunque la presunzione d’innocenza-chiedono contezza sul "cosa resterà" della situazione riferita soprattutto dal punto di vista delle conseguenze politiche (basti pensare che l’ultimo consiglio regionale è prontamente “saltato”), e i sostenitori di Bardi e della sua giunta invece sembrano “replicare” con l'ottimismo dei comunicati sul bonus gas.

Come si dice in gergo cartaio: agli assi, si risponde con le figure.

Ma, nell’attesa di eventuali ulteriori sviluppi, andrebbero considerate due cose: non sappiamo (nessuno lo sa) come finirà l’inchiesta, quante condanne, assoluzioni, proscioglimenti e archiviazioni ci saranno e se ci saranno. Rimarranno per sempre, però, le a dir poco avvilenti conversazioni e parole (di vario genere e su diversi aspetti delle indagini) immortalate nelle intercettazioni (pubblicate ad abundantiam dai giornali), a imperitura testimonianza di uno sconfortante e preoccupante degrado non solamente politico e/o amministrativo, ma anche culturale, sociale, educativo. Eh sì. Insomma, la famosa pietas di cui parlavano i Latini, è definitamente andata a farsi benedire. Un dramma personale e collettivo. Il tutto, a fronte della grandissima lezione di dignità di uno come Antonio Nicastro, giornalista e nostro collaboratore, costretto ad aspettare un tampone, mentre il respiro gli si defilava dai polmoni e qualche pezzo grosso –secondo le ipotesi accusatorie- ricorreva a un “si salvi chi può” di un cinismo clamoroso. «Mio marito in vita sua non aveva mai chiesto nulla. Alla fine, aveva solo chiesto di essere curato», ci aveva detto la moglie a margine della scomparsa dell’amato e stimatissimo (un esempio per tutti, lui) compagno di vita. Dopo le notizie di stampa degli ultimi giorni, e soprattutto a seguito delle bestiali parole che si sono scorte in alcune delle carte e delle intercettazioni rese note dalla stampa (con tutte le indagini che ci sono state quaggiù, finora mai si erano letti discorsi così pecorecci), sarebbe lecito attendersi -ed è un discorso di pura naura etica, se ancora vale, e non giudiziaria- SCUSE PUBBLICHE almeno per Antonio e Palmiro.

Lo so, tutto ciò probabilmente equivale a sognare a occhi aperti.

Forse però, e si sottolinea forse, servirebbe a restituirci la speranza di un qualche scampolo residuo di Umanità, pur nel capiente calderone (senza comunque generalizzare) in cui si agitano e galleggiano tutti quelli che -allo stato attuale- invece sembrerebbero aver dato sfogo ai pruriti e ai "sentimenti" degni dei più conclamati politicanti e burovampiri della cosa pubblica. Meditate, gente, meditate.

Walter De Stradis