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Cari Contro-Lettori,

parlare della situazione economica del Comune di Potenza, ormai è come discernere dei grandi e irrisolti misteri della storia: l’omicidio dei Kennedy, il suicidio di Marilyn Monroe, l’attentato a Papa Wojtyla, la scomparsa di Majorana, la costruzione delle Piramidi, gli incidenti del Triangolo delle Bermude, gli exploit discografici di Jovanotti. Di più: a sentir continuamente parlare, o a leggere, di debito, avanzo, disavanzo, dissesto, pre dissesto e compagnia bella, e soprattutto a leggere gli interventi a mezzo stampa –da emicrania- dei diretti interessati (sindaco attuale e suoi predecessori), sembra di piombare in una di quelle sfiancanti discussioni (perché non se ne viene mai a capo), che trasformano le casse del Municipio di Potenza nella fantasmagorica Area 51: vuoi vedere che non esistono nemmeno? Ironia a parte, il buco di bilancio –o quel che è- che da tempo immemore grava sulla sorte –amministrativa e non- del nostro Comune, pare avere tutti i contorni di un buco nero: si è creato probabilmente millenni fa, risucchia tutto quello che c’è nei pressi (spazio e tempo), e soprattutto nessuno ne è responsabile.

Il sindaco attuale dice che non è colpa sua (ma che di qualcuno sarà), quello precedente dice che non è colpa sua (ma che di qualcuno sarà); quello prima ancora dice che non è colpa sua (ma che di qualcuno sarà), e via discorrendo, in un loop infinito in cui le dichiarazioni si riecheggiano nel vuoto cosmico della nostra politica. E poi tutti sparano cifre, percentuali, grafici e quant’altro, rendendo francamente impossibile al cittadino medio (e non solo) anche lontanamente capire in quale piega di bilancio o in quale tratto di intestino di questa macchina amministrativa che tutto digerisce, si trovi questa “ulcera” maledetta. Sta di fatto che, come si diceva, è una storia che si ripete, e ogni santa volta il sindaco di turno, non ultimo Guarente, alza le braccia e –come in questo caso, ma non è stato il solo- non può che recarsi col cappello in mano dalla Regione affinché quest’ultima salvi a tutti l’osso sacro (che è poi quello che, per esser chiari, poggia sulle poltrone). L’ultima passeggiata speranzosa (processione) del sindaco di Potenza verso il Palazzo del napolucano Bardi (ed è stato fortunato pure a trovarcelo) è stata ancora una volta portatrice di rimbrotti, recriminazioni (se non miserabili manifestazioni di atavico odio) verso il Capoluogo, e il leghista Guarente è sì riuscito a portare a casa i salvifici quaranta milioni, ma non ha tuttavia messo all’incasso la solidarietà di alcuni pezzi importanti del suo stesso partito, rivelando probabilmente un vistoso calo delle sue personali quotazioni nella sua stessa borsa politica, nonchè –per l’ennesima volta- la vera “identità” delle camicie verdi lucane. Insomma, lo scrivemmo tempo fa e lo ripetiamo: è inutile promettere -al grido di ghe pensi mi!!!- fuochi e fiamme in campagna elettorale, se poi, una volta sul quadrato, puntualmente si getta la spugna insanguinata dal “buco” e si dà (a torto o a ragione) la colpa ad altri. Delle due l’una: o quando ci si candida si IGNORA (e sarebbe strano nel caso, ultimo, di Guarente, che è al Comune da tempo) la reale situazione contabile (che prima o poi presenterà il conto), o in campagna elettorale si mente al cittadino sapendo di mentire. Buon San Gerardo a tutti.                                      

Walter De Stradis