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Cari Contro-Lettori,

aiutiamoci con un minimo di rassegna stampa.
Il 6 giugno 2019, un anno fa esatto, sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno si leggevano le seguenti dichiarazioni del Presidente della Regione Vito Bardi: «Siamo solamente a un mese di governo: giudicatemi quando avremo redatto un PIANO STRATEGICO. (…) A BREVE avremo un PIANO STRATEGICO, che avrà contenuti e che avrà anche quei numeri che tanto professa l’opposizione. (…) La parola cambiamento non è così volatile, tale da rimanere nell’aria, è di sostanza. Dimostreremo con i fatti che vogliamo il cambiamento».


Il 26 maggio 2020, praticamente un anno dopo, sul sito istituzionale della Regione, venivano riportate alcune delle dichiarazioni fatte dallo stesso Bardi in una riunione del consiglio regionale (quella della famosa “gaffe”, ehm, con i sindacati lucani): «…sapendo bene che chi governa ha l’onore e l’onere della sintesi rispetto ad una pluralità di interessi. Ed è anche per questo che non ho ancora presentato il PIANO STRATEGICO. Al quale pure sto lavorando. Le condizioni economiche, politiche, sociali sono infatti profondamente cambiate da un anno a questa parte. E se non vogliamo fare un mero compitino scolastico – di nessun interesse concreto – dobbiamo costruire il PIANO STRATEGICO con tutti gli attori della società lucana». Il 12 giugno del 2020, cioè ieri, su La Nuova del Sud, veniva pubblicata un’intervista al coordinatore di Pensiamo Basilicata (nonché esponente di Legacoop), Paolo Laguardia: «A distanza di un anno dalle elezioni, la Regione Basilicata non ha ancora il suo PIANO STRATEGICO. Ecco, questo significa ancora oggi il governo del nulla. (…) Noi continuiamo a scrivere a Bardi però risponde Cupparo. Ecco: dobbiamo capire chi è il presidente di questa regione (…) se il presidente della Regione rinuncia alle sue prerogative c’è un problema (…) Alcune cose sono dettate da un noviziato (…) Bardi è una persona perbene che probabilmente deve ancora comprendere quale è la funzione e il ruolo del presidente della Giunta». Su Controsenso di oggi 13 giugno 2020, quello che stringete tra le mani, il Presidente di Anci Basilicata, il materano Salvatore Adduce, afferma: «Credo che Bardi e la sua Giunta abbiano proprio la necessità di doversi calare nel contesto sociale e politico che ci circonda. (…)Io credo che Bardi stia facendo un buon corso di formazione, che spero e credo possa presto maturare anche una propensione un po’ più “raffinata” al confronto e alla disponibilità». Il “riassunto” di tutto ciò sembrerebbe dunque essere questo: il “corsista” Bardi, dopo un anno e passa, tuttora impegnato a terminare la sua “formazione” volta a capire “quale è la funzione e il ruolo del presidente della Giunta”, dopo aver “rinunciato alle sue prerogative”, lasciando che a rispondere al telefono sia Cupparo, pare aver delegato le decisioni a un “noviziato”, per dotare la nostra Terra dell’agognato “piano strategico”, che lui vuole si prepari con calma, perché non desidera –lui che è ancora un “corsista”- “un mero compitino scolastico”. Che dire. Viene in mente quella scena del film “Excalibur” (John Boorman, 1980), nella quale il fedifrago cavalier Lancillotto, appena svegliatosi nel bosco, nudo di fianco alla bella Ginevra (anche lei nuda e fedifraga), con la quale ha da poco consumato l’arcinota tresca, si accorge che il di lei marito, Re Artù, ha piantato con sdegno lì nei pressi la sua spada magica, simbolo atavico del potere e del governo. Resosi conto dell’infame e clamoroso “sgamo”, il cavaliere comprende subito anche le conseguenze della sua scappatella con quella bricconcella della regina: «Il Re senza una spada: una Terra senza un Re».
Walter De Stradis