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Cari Contro-Lettori,

«Lo shock non ha precedenti»: lo afferma, nel “World Economic Outlook” trimestrale, il Fondo monetario internazionale, prevedendo la caduta peggiore dalla Grande Depressione del 1929. Il rischio che la crisi da covid-19 impatti sulla povertà a livello globale è suffragato dalle previsioni di Oxfam (confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale).

Il rapporto “Dignità, non miseria” calcola che mezzo miliardo di persone potrebbero cadere sotto la soglia di indigenza dei 5,50 dollari al giorno. Drammatiche anche le previsioni della Banca mondiale, che nel proprio rapporto utilizza l’indice di povertà di 1,90 dollari al giorno e stima che saranno 49 milioni le persone che rimpolperanno i numeri della povertà estrema a fronte di una contrazione della produzione mondiale del 3%. «Il rischio –avverte l’Oxfam – è di riportare le lancette della lotta alla povertà indietro di 10 e anche 30 anni in alcune regioni» (fonte: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/).

Il solito pastone freddo di dati surgelati? I soliti numeri dal calcolatore elettronico senz’anima? Può darsi. Ma restringendo lo zoom su questa piccola e scassata parte del Mondo, cioè la Basilicata, apprendiamo che anche da noi «aumentano  nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto delle limitazioni imposte per contenere il contagio e la conseguente perdita di opportunità di lavoro, anche occasionale». E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti (ma andatevi a leggere anche quanto abbiamo riportato noi sui numeri scorsi), sulla base delle persone che hanno beneficiato di aiuti alimentari.  «Fra i nuovi poveri – sottolinea il direttore provinciale di Coldiretti, Franco Carbone  – ci sono coloro che hanno perso il lavoro e non possono utilizzare lo smart working, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà». Insomma, sul fetente palcoscenico della povertà sono tanti gli esordienti qui in regione, protagonisti (anzi, vittime) di un malsano “talent show”, sottoposto al vaglio della “giuria di esperti” che ci ritroviamo dietro il lungo bancone illuminato del Palazzo. Sono loro a dire “Per me è sì”, o, il più delle volte “Per me è no”, novelli Fedez o Nina Zilli (come se non bastassero i “modelli” originali!!!) del baraccone chiamato Basilicata. Saprà la politica dare risposte a un’emergenza senza precedenti (nella quale c’è chi ventila di continuo pure un ritorno al lockdwon)? Considerata la qualità delle risposte date in tempi (non sospetti) di “normalità” c’è poco da stare allegri. Ma non c’è da preoccuparsi; si sa, i negativi siamo noi. E, a conti fatti (ci sia concessa la battuta), è meglio così.

Walter De Stradis