editoriale2605

Cari Contro-Lettori,

celebrandosi “San Gerardo” nel capoluogo di regione, non potevamo non fare una prima pagina “a tema” (approfittando anche del fatto che la sonnolenta Potenza solleva la testina dal cuscino e strizza gli occhi impastati solo in occasioni come questa, o quasi). Tuttavia, nell’andare a rileggere i brani presenti nella scaletta di questo (raro) LP di Michele Di Potenza (mitico, ma per certi versi anche “oscuro” interprete e autore delle canzoni folkloristiche che ogni hanno sono la colonna sonora dei festeggiamenti del santo patrono), non abbiamo potuto fare a meno di notare la presenza di un brano intitolato “Tarantella di Lauria”. Il refrain del pezzo (scritto e musicato come gli altri da Michele Mancino e suonato dall’orchestra del maestro Pietro Avitabile), fa più o meno così: “Com’aggià fa cu’ te, com’aggia fa cu’ te” (ovvero “come devo fare con te”). E anche se è ovvio che non tutti i malanni e gli acciacchi di questa regione traggono origine da “Pittellograd” (nome con cui da qualche tempo è conosciuta la cittadina lucana), è pur vero che, tanto il brano, quanto la copertina dell’album (uscito per Tiger Folk), costringono a fare delle riflessioni amare, pur in un contesto festivo. E quindi; “ma come dobbiamo fare con te” (oh Politica), se le strade lucane appaiono sempre più come delle trappole mortali asfaltate; “ma come dobbiamo fare con te” (oh Politica), se alcune “avventure” nella nostra Sanità ci vengono descritte da utenti lucani, ma sembrano copiate da uno dei libri di Paolo Villaggio; “ma come dobbiamo fare con te” (oh Politica), se una famiglia lucana che percepisce in tutto 440 euro mensili non ha neanche la “soddisfazione” di essere considerata “povera” (con tutto quel che ne consegue). Mah. Forse la risposta ce la dà, ancora una volta involontariamente, il nostro Michele di Potenza, il cui disco si chiude col “Tango del Prurito”. Sarà un prurito di cambiamento (parlando in generale)? O ci limiteremo a grattarci il Lato B, a sbadigliare e a ri-poggiare la testa su quel cuscino per tornare a dormire della grossa? Chi vivrà, vedrà.


Buon San Gerardo a tutti.


Walter De Stradis