editoriale0302

Cari Contro-Lettori,

«…Come in Puglia si fa contro al veleno di quelle bestie, che mordon coloro, che fanno poi pazzíe da spiritati, e chiamansi in vulgar tarantolati» (Francesco Berni, Orlando Innamorato, XVI° secolo). Forse prima o poi il maestro Antonio Infantino, visionario che aveva una visione (scusate il gioco di parole) lucidissima della realtà lucana, capovolgendo il suo approccio al tarantismo (ovvero ai subalterni, i tarantolati, pizzicati e invasati dal veleno del ragno come nella citazione d’apertura), un pezzo sui “pizzicati con le mani nel sacco” contemporanei (o magari “tarantoladri”), lo avrebbe fatto. Chi sarebbero costoro? Nel mondo “alto” della politica, della cultura, delle dinamiche sociali, si tratta degli spiritati senza spirito, degli indiavolati invisi pure al diavolo, dei politici senza politiche, dei poeti senza liriche, dei musicanti senza suono, dei pittori senza colore, di tutti quei cittadini senz’anima, insomma, pizzicati e infettati dal purulento e bavoso ragno del potere, dalla vipera del guadagno sfrenato, dallo scorpione dell’invidia e dell’arrivismo. Di questa progenie infernale, ma in realtà terra-terra, siamo genitori tutti noi, o –almeno tutti quelli che vivono anestetizzati, in trance, aggirandosi per la nostra sfortunata regione e guardando le cose come se non ricordassero cosa sono. Eppure, ci ricordava lo Sciamano (vittima in vita, per diversi anni, di un ragionato e malcelato dimenticatoio, e poi post mortem, di un immediato revival a scoppio ritardato), il cittadino potrebbe e dovrebbe ribellarsi. «Penso che si tratti della manifestazione di una sorta di “diritto naturale”-diceva- quella cosa che scoppia al momento in cui non si mantiene fede ai patti. Lo Stato fa degli enunciati? E deve mantenere fede a ciò che ha detto. Prometti lavoro e poi non lo crei? Un cittadino ha il diritto di ribellarsi. La cosa più “comica” –nel senso di condivisione, da “comes”, “compagni”- e anche vecchia, è che la situazione è allucinante! Ed è la seguente. Di fronte hai lo strapotere delle multinazionali, e solo un pazzo potrebbe dire “io mi ci metto contro”. Sarebbe un suicidio. Ed è la situazione in cui si trovano i politici. I cittadini, dal canto loro, con la loro vita borghese e il piatto di pasta davanti, dicono, “Questi politici non fanno niente!”. In conseguenza di tutto questo, i giovani stanno andando via. Insomma, ai miei tempi, io me ne andai col treno a vapore, e oggi torno con la “freccia veloce”: ma nella piazza, vuota, di petrolio non si parla».
Meditate, gente, meditate.

Walter De Stradis