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Presentazione del libro ed incontro con l’autore: al Centro Studi Danzi è andato di scena libro di Walter De Stradis, giornalista e saggista, “Nella testa di Antonio Infantino”.

Il libro è dedicato al noto artista e genio di Tricarico, figura poliedrica e di grande spessore sul piano nazionale ed internazionale, scomparso recentemente. L’autore ne ha parlato ai giovani studenti che si sono molto interessati all’opera dell’artista tricaricese, che oltre ad essere noto per aver dato vita ad un genere musicale (il movimento dei “Tarantolati”) era indubbiamente dotato di una cultura ed una intelligenza profondissime. Tutto questo emerge nella lunga intervista che l’autore ha avuto modo di raccogliere nel suo volume e che costituisce, insieme ad autorevoli testimonianze di artisti italiani, l’oggetto della trattazione. E’ intervenuto l’editore Franco Villani sottolineando i tratti salienti dell’opera di Infantino ed ha presentato il lavoro di De Stradis mettendo in evidenza l’interesse che lo stesso sta riscuotendo maggiormente fuori regione che non in Basilicata. Solita tendenza che si denota tristemente in ogni ambito in cui si esprime il talento lucano. Un invito ai giovani a scoprire l’opera di Infantino attraverso la lettura del libro e d anche con l’ascolto delle sue manifestazioni artistiche che oggi la rete molto facilmente ci propone. «Infantino ha anticipato tante cose, forse troppe –ha spiegato De Stradis agli studenti- la ritmica selvaggia, ossessiva e martellante, il cantico dolente e ribelle degli “spiritati” del Sud, la chitarra accordata in modo da suonare come un’orchestra: molte cose degli odierni Capossela, Avitabile, Mannarino (e chissà quanti altri) non ci sarebbero state senza di lui. Il viaggio nella sua testa è stato bellissimo, è durato anni, e alla fine mi sono ritrovato con un bagaglio di informazioni senza prezzo, e di un rinnovato interesse per le cose della mia Terra. Solo i più grandi artisti riescono a farti questo effetto».

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