Dopo un’estate particolarmente “turbolenta”, ne parleremo con esperti e operatori. Il parere dell’insegnante e del sacerdotegiovanipz.jpg

 

 

 

IL PARERE DELL'INSEGNANTE: PINA SABIA

d: È arrivata alla fine del suo percorso come insegnante: cosa può dire dei giovanissimi di oggi?

r: Quello giovanile è un mondo molto variegato per cui non si può assolutamente generalizzare. Sulla base della mia esperienza di insegnante tuttavia devo dire che negli ultimi anni, in ambito scolastico, molto spesso ho avuto modo di rapportarmi con ragazzi sicuramente aperti, disponibili, generosi, ma con diverse fragilità; ragazzi, insomma, che se non opportunamente guidati rischiano di deviare, isolarsi e stare male.

d: Quali differenze ha rilevato rispetto al passato?

r: Il progresso tecnologico, la globalizzazione, i cambiamenti nella coppia e nella famiglia, le rappresentazioni della sessualità, i media e internet hanno non solo fortemente influenzato, ma anche, in qualche modo, uniformato il modo di pensare e comportarsi dei nostri ragazzi. Oggi essi curano molto i rapporti sociali; interagiscono tra di loro, grazie ai social; seguono con passione la musica, il ballo, lo sport, che rappresentano forti momenti di aggregazione; godono, inoltre, di maggiore libertà rispetto al passato. Per quanto riguarda la scala valoriale certamente non è marcata e condivisa come quella dei giovani del passato (la patria, la famiglia, il lavoro, l’ideale politico e la religione) ma è piuttosto soggettiva e spazia dalla famiglia, alla verità, alla sincerità, alla giustizia, alla lealtà, alla solidarietà, al rispetto, alla fede. In ogni caso più che a una perdita di valori, come solitamente si afferma, dobbiamo pensare che al momento ci sia una sorta di temporaneo disorientamento.

d: Quali sono le cause dei comportamenti devianti a cui oggi assistiamo di frequente, a scuola, nei social, e più in generale nei rapporti?

r: Le cause possono essere diverse, ma certamente la fragilità di molti giovani deriva dalla mancanza, in famiglia e/o fuori da essa, di solide figure di riferimento, capaci di guidarli nella costruzione della loro vita orientandoli a stabilire valori prioritari e a compiere scelte consapevoli.

IL PARERE DEL PARROCO: DON MIMMO FLORIO (consulente spirituale CSI di Potenza)

d: Dalla chiesa, dall'ambito sportivo, è spesso a contatto con i giovani, cosa sta succedendo ai ragazzi di oggi?

r: Il mio pensiero è che i giovani di questa epoca, mi dispiace dirlo, forse non hanno dei punti di riferimento importanti. Chiaramente non tutti, parliamo nello specifico di quei ragazzi che tante volte vedo abbandonati a se stessi, magari davanti ad un bar, bevendo qualche birra e alcolici, chiacchierando tra di loro. Hanno perso sicuramente il riferimento della chiesa, non li vediamo più, i banchi sono quasi sempre vuoti di giovani. E forse anche il riferimento della famiglia, penso che ci sia pochissimo dialogo con i genitori, è venuta a mancare la figura del genitore che fa comprendere al figlio quali sono i valori. Mi chiedo spesso se questi ragazzi si pongono il dubbio del valore della vita.

d: Una differenza effettiva rispetto a 10/15 anni fa quindi si avverte?

r: Per me assolutamente sì, più di 20 anni fa quando ero parroco a San Gerardo e gli adolescenti di allora uscivano quasi solo il sabato, e alcuni alle 21 già dovevano rientrare. Oggi vedo ragazzini di 14-15 anni che sono in giro ben oltre la mezzanotte. Sicuramente c’è stata una rivolta generazionale, forse le famiglie di oggi sono più leggere e permissive, magari prese da mille impegni. Da non sottovalutare poi il numero di coppie separate o divorziate che spesso sono in conflitto tra loro, quindi a volte il ragazzo non sa se dipendere dalla madre o dal padre, soprattutto quando manca il dialogo stesso tra le due figure genitoriali.

d: Lei vive in Centro, ha mai avuto modo di confrontarsi con alcuni di loro?

r: Devo ammettere che forse anche io ho parlato poco con i giovani, è un mio cruccio, molto spesso siamo presi da tanta burocrazia, la parrocchia ti assorbe. Questi giovani vanno ascoltati innanzitutto, perché sicuramente c’è qualcosa che non va, spesso diventa più facile parlare con un estraneo piuttosto che con i genitori. È successo che qualche mamma mi ha confessato di lasciare più liberi i figli, dopo questi due anni di pandemia che hanno trascorso sempre in casa: sicuramente giusto, però la libertà poi non deve sfociare in atti di vandalismo. A questi giovani vorrei rivolgere una domanda: a voi interessa Dio, parlare di Dio? C’è una parte che è presente e partecipa alle funzioni, ma sono consapevole che la maggior parte dei ragazzi li abbiamo persi, si sono allontanati dalla Chiesa.