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Pino Brindisi è il responsabile della Protezione Civile del Comune di Potenza, e dunque anche alle ormai note Tende “del Qatar”. Da un po’ di tempo, l’hub vaccinale resta aperto solamente il giovedì e il venerdì, dalle 08 alle 14. Ci dice in apertura che ancora qualche giorno fa, si è presentato qualcuno per la prima dose, “esattamente sono state di 13 prime dosi, un dato che fa pensare, ma molto probabilmente si tratta di persone che per altre patologie o complicazioni non si erano ancora vaccinate; anche se va detto che questo flusso delle prime dosi non si è mai interrotto, molto ha influito il Green Pass rafforzato, infatti proprio in quel periodo, siamo arrivati anche ad oltre 100 vaccinazioni”.

d: Oggi invece le quarte dosi sono destinate solo ad alcune categorie di persone.

r: Ultraottantenni e soggetti fragili, c’è sempre bisogno della prenotazione, per poi essere registrati e ci si organizza in questi due giorni, presso l’hub vaccinale di Potenza o presso gli altri centri dello stesso distretto ASP.

d: Com’è il dato finora (mercoledì – ndr) sulla quarta dose?

r: Altissima partecipazione non c’è stata, la risposta è nella media di quello che ci si aspettava, sono soprattutto over 80: ricordiamo che ci sono state anche vaccinazioni a domicilio. Mi piace sottolineare un particolare: è stato un elemento di distinzione, ed è stata una grande soddisfazione, gli over 80 nella primissima fase della vaccinazione Covid furono esattamente dei “soldatini”.

d: …cioè?

r: Per disciplina e partecipazione: ricordo la grande risposta durante quella nevicata importante che ci fu. Indubbiamente ci sono state tante difficoltà negli hub vaccinali, sono successe tantissime cose, ma tutte superate. Temevamo la preoccupazione degli over 80, ma praticamente sono stati un esempio di educazione e di disciplina, con la quasi totalità dell’adesione.

d: Adesso, in generale, la situazione è più rilassata e tranquilla, ma mi rifaccio alle parole del presidente dell’AVIS Potenza dell’Avis, sull’importanza dei volontari in questa drammatica situazione, e su cosa sarebbe stato senza la loro presenza.

r: Una piccola premessa, quando abbiamo impiantato queste tende, con l’Esercito e con i rappresentanti del Qatar, siamo venuti in questa zona, c’è stata quasi una sassaiola perché c’era paura, si pensava che sarebbe diventato un lazzaretto, e così non è stato. Per la poca conoscenza insita in iniziative “spontanee” -non sapendo quale sarebbe stato l’afflusso- ci furono le giornate degli open day, dove siamo stati sopraffatti dalla gente. Io rappresento la Protezione Civile del Comune di Potenza, a cui fanno capo tanti altri comuni; nella primissima fase emergenziale siamo andati a Matera, nelle carceri, abbiamo raggiunto tante realtà sprovviste di una struttura come questa. E’ una parte importante e fondamentale, una delle funzioni che noi attiviamo come assistenza per la popolazione è proprio il volontariato. Devo necessariamente ricordare la Croce Rossa, l’Esercito -che ci ha supportati anche nella costruzione delle tende- e la Marina Militare che è stata con noi per mesi, nei capannoni adiacenti con l’hub per i tamponi. Voglio ricordarle un po’ tutte: la Croce Rossa, la VOVA, le Aquile lucane, i Falchi della Lucania, ANPAS, ANPS, addirittura altre di carattere sociale, altra grande scoperta, tutte quelle che afferivano alle attività ospedaliere: AVO, che erano fermi da un po’ di tempo, VIVERE DONNA, quelli che prestavano servizio presso il reparto oncologico, ABIO che si occupa di bambini, e altre come AGESCI, le MISERICORDIE, Corpo soccorso Emergency, Aquile Lucane, Movimento Azzurro e  UNITALSI.

d: Cosa sarebbe stato assolutamente senza tutte queste realtà?

r: Assolutamente un grande problema.

d: La Regione dovrebbe dire grazie?

r: La Regione deve dire grazie, il Comune deve dire grazie, noi dobbiamo dire grazie assolutamente a una realtà che risponde sempre. Sono responsabile oggi, ma provengo dalla parte tecnica della Protezione Civile. Siamo andati su tutte le zone terremotate d’Italia, siamo accolti ogni volta che andiamo -indipendentemente dalla provenienza del nucleo di volontari- in un modo esemplare e meraviglioso; ci offrono da mangiare e posti per dormire, in molte realtà ritroviamo anche nostri compaesani a disposizione. Conosco i nomi di tutti perché ogni singolo è importante. Con il sindaco e il Comune di Potenza ci accingiamo a celebrare una cerimonia per il rilascio di una Benemerenza a tutti i volontari, non solo alle associazioni. Non potrei dire qualcosa di negativo, ovviamente nemmeno sulla parte sanitaria, questa volta la Protezione Civile è stata di ausilio alla sanità, ma alla fine ci si amalgama un po’ tutti, c’è proprio un’osmosi, si è andati avanti come un corpo unico.

d: In questi mesi si sono lette sui giornali anche tante proteste, qual è stata secondo lei una critica particolarmente ingiusta?

r: Le proteste sono state tante, una ce l’hanno scritta qui davanti: “assassini”. Ci sono stati momenti molto particolari, ci fu anche un signore che si avvicinò dicendomi “lei è un oppressore”. Abbiamo cercato di non dare seguito a queste cose, non poteva mancare da parte nostra, come Protezione civile istituzionale, la comprensione, in una vicenda particolare come questa emergenza epidemiologica, incomprensibile e sconosciuta. La stessa vaccinazione, in un certo senso, l’abbiamo subita, ma in realtà è stato un grande aiuto. Tanti hanno compreso dopo, molti l’hanno accettata forzatamente perché dovevano andare a lavorare, non è una sorpresa.

d: È successo che se la prendessero con voi?

r: Abbiamo vissuto situazioni particolari, e un ringraziamento importante va anche alle Forze dell’Ordine, sono stati spesso presenti con noi anche agenti della Polizia locale, non solo Polizia di Stato e Carabinieri. In una delle giornate di open day ci furono oltre 1700 persone: all’inizio buttarono per aria letteralmente le nostre barriere, i volontari furono aggrediti. Ci fu tanta concitazione tra la gente, a noi stessi la notizia dell’iniziativa era arrivata solamente la sera prima, e abbiamo visto arrivare fiumi di persone. Per giorni abbiamo vissuto uno stress totale, non è stato facile. Però è stato raggiunto un risultato positivo.

d: Sulla parete dietro di noi ci sono una serie di istantanee di questi due anni: ricorda un giorno emblematico per la sua bellezza?

r: È sola una parte delle fotografie che sono state scattate, ricordano giornate particolari. La nostra gratificazione maggiore sono i volontari, c’è il gruppo comunale, con ragazzi universitari, ex tirocinanti, sono stati di un aiuto fondamentale. A un certo punto, in occasione della riapertura delle scuole, abbiamo allestito in contemporanea anche un altro hub vaccinale su indicazione del nostro sindaco Guarente e del presidente Bardi, il centro sportivo di via Roma. Con i ragazzi della Marina Militare abbiamo collaborato per oltre un anno, e prima che si susseguissero altre realtà, ci salutammo con una festa e una estrema commozione reciproca.

d: Cosa chiederebbe oggi a chi governa, in questo caso Regione e ASP? E cosa ai cittadini?

r: Le Istituzioni devono fare esattamente quello che è previsto dalle norme; ai cittadini, la parte più importante, direi che bisogna credere in ciò che la scienza ci dice e ci offre. Nel Codice 1 della Protezione Civile del 2018, vengono riportati dentro due grandi motivi, la parte culturale e quella scientifica, che non sono avulse da ciò che viviamo tutti i giorni. Bisogna fidarsi, credere nella scienza, anche se a volte può sembrare un’ imposizione.

d: Qualche NoVax ricreduto l’ha conosciuto?

r: Assolutamente, di persona, anche molto vicini. Abbiamo dovuto allontanare alcuni volontari che all’inizio non si sono vaccinati e non potevano assolutamente essere presenti. Sono tornati, si sono ricreduti, parliamo anche di insegnanti, di professionisti, che sono stati lo zoccolo duro perché le persone più umili, più semplici, hanno scelto di farsi accompagnare. Negli open day per gli insegnanti, con alcuni è stata letteralmente una battaglia, molti sono andati via, alcuni poi sono tornati dopo la campagna dedicata. La vaccinazione è stato ciò che ci ha salvato, quello che oggi ci permette di stare solo due giorni aperti. Proprio in questi giorni c’è stata una commissione di pubblico spettacolo, perché riprendono molte attività: impensabile un anno fa, come i concerti, le feste all’aperto. Oggi possiamo parlare di tutto questo anche perché ci siamo vaccinati. E’la verità.

Testo di Antonella Sabia, su testimonianza video di Walter De Stradis e Donato Colangelo-Lucania.Tv