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di Walter De Stradis

 

 

 

Deposito nazionale di scorie nucleari: i comuni lucani interessati dall’ormai famigerata, e reiterata, mappa Sogin dei “papabili” sono ben sette: Matera, Irsina, Bernalda, Montescaglioso, Montalbano Jonico, Genzano, Acerenza, e Oppido Lucano.

Quanto concreto è questo pericolo?

Mercoledì scorso, presso il ristorante “Dalla padella alla brace”, sito nel Centro della Città dei Sassi, ne abbiamo potuto discutere diffusamente col Presidente della Provincia di Matera (il più giovane della storia dell’ente, al momento dell’elezione nel 2018) e sindaco di Montalbano Jonico, l’avvocato Piero Marrese, a marzo scorso riconfermato anche alla guida regionale dell’UPI (Unione Province d’Italia).

Con lui abbiamo poi allargato il discorso alla situazione politica regionale.

d: Presidente, nel diffondere la notizia sulla mappa dei siti “idonei”, la Sogin ha riferito di aver fatto tutto “in trasparenza”, dopo essersi confrontata cioè con gli enti locali. Le nostre due province hanno lavorato insieme per scongiurare questo pericolo?

r: Assolutamente sì. I nostri due enti sono stati i primi a manifestare ufficialmente, nel corso di alcuni nostri consigli provinciali “aperti”, la netta contrarietà ad allocare il deposito di scorie nei siti lucani. E’ stato ribadito in modo chiarissimo, sia da un punto di vista politico, sia da un punto di vista tecnico-scientifico.

d: Infatti è importante far capire alla Sogin che non è una mera logica in stile “Non nel mio giardino”.

r: Infatti. Parliamo di siti, quelli nostrani, a forte valenza turistica, ma addirittura di “riserva speciale”, se ci riferiamo alla zona dei Calanchi. La nostra è una battaglia contro un’ipotesi assurda -che tra l’altro ha unito tutti i territori limitrofi alle aree interessate- nella quale abbiamo dunque opposto motivazioni geologiche, anche dal punto di vista sismico (tramite puntuali schede di carattere scientifico). Si tratta poi di zone a vocazione agricola, che col deposito di scorie sarebbero messe in ginocchio in maniera irreversibile (con tutto quello che i nostri agricoltori sono già costretti a subire con la crisi attuale).

----Essendo presente anch’egli al ristorante, coinvolgiamo per un attimo su questo tema anche il Presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino, che sottoscrive quanto affermato dal collega materano, confermando di aver esposto con fermezza la contrarietà all’eventualità profilata dalla mappa della Sogin, nel corso delle audizioni da questa tenute a gennaio scorso; rispetto alla vicenda che interessò Scanzano, afferma Guarino, c’è stata maggiore trasparenza da parte della stessa Sogin, ma ciò ha consentito di verificare che nei loro studi MANCAVANO molti aspetti legati alla fauna protetta, al territorio e alla produzione locale (vedi grano di Genzano).----

A questo punto la parola torna a Piero Marrese:

Abbiamo GIA’dato. Noi Lucani siamo ancora enormemente in credito, sotto molti punti di vista, compresa l’acqua (che forniamo anche ad altre regioni). E poi le nostre produzioni agroalimentari sono all’avanguardia, basti prendere ad esempio la fragola del Metapontino. Posso dire che lo studio tecnico del nostro territorio –quello che ha fatto Sogin– come dimostrano ulteriori studi che le nostre Province hanno eseguito, è stato abbastanza superficiale.

d: Ritiene che possa esserci –visti già i trascorsi- il rischio di un qualche “accanimento” nei confronti della nostra regione?

r: Proprio con la marcia dei centomila di Scanzano abbiamo dimostrato che se dovesse esserci un accanimento noi non ce lo faremmo certo passare sotto il naso. Siamo pronti a combattere su ogni fronte affinché venga scongiurata anche solo l’idea di fare il Deposito in una terra bella come la nostra. Spero dunque che prevalga il buonsenso, e che la valutazione nei nostri confronti sia oggettiva.

d: A proposito della risorsa turismo, su cui questa terra punta molto, ritiene che l’occasione di Matera 2019 sia stata colta appieno? Sa, c’è qualche suo collega sindaco che ritiene che la Città dei sassi abbia attirato a sé tutti i visitatori, in pratica, e che non sia stato dunque attivato un “circuito” atto a valorizzare anche i comuni limitrofi.

r: Matera è una grande opportunità anche oggi. Grazie al lavoro fatto sul “2019” si può dire che “l’impresa” cammina ormai da sola. Ritengo sia stato fatto contestualmente anche un buon lavoro nel capire come e dove potenziare le infrastrutture, che in effetti rappresentano un limite enorme. Sono state stanziate delle risorse, e certo bisogna accelerare, ma non sono affatto d’accordo con chi continua a dire che Matera è isolata. Non è affatto così: è più agevole e veloce raggiungere Bari da Matera, che girare nel Centro di Roma. Per quanto riguarda i territori, anch’io ho registrato qualche criticità (non tutti erano preparati per raccogliere questa grande sfida), pertanto penso che oggi vada creato un grande contenitore per far RIVIVERE ai turisti quella grande esperienza del 2019, trascinandola e trasferendola su TUTTI i territori della nostra provincia (ricordo anche la positiva esperienza dei comuni “Capitale per un giorno”). E’ ovvio, però, che in questo senso il limite infrastrutturale è comunque grande: la guerra che io combatto da Presidente della Provincia è proprio quella di avere maggiori risorse, perché non si può parlare di “turismo” se per raggiungere un certo comune bisogna poi attraversare strade a dir poco non idonee.

d: Il suo voto politico all’assessore Merra?

r: Non è mio costume dare voti, ma certo chiederei una maggiore condivisione sulla programmazione, perché i sindaci sono coloro che vivono le criticità dei territori; e i Presidenti di Provincia, checché se ne dica, a loro volta rimangono l’unico punto di riferimento vero per i sindaci stessi. Per questo il dialogo della Regione con le Province, e con i Comuni, deve aumentare.

d: La riforma delle Province, dal canto suo, qualche problema certo lo ha creato

r: Ha creato disservizi per i cittadini. Le Province sono state depauperate, ma sono rimaste in piedi con delle responsabilità gigantesche, se lei pensa –ad esempio- che i collegamenti fra i nostri comuni consistono quasi esclusivamente in strade provinciali, molte delle quali necessitano di manutenzioni addirittura straordinarie. Vanno dunque stanziate le risorse necessarie –eliminate da quella Riforma- anche in ambito scuole superiori: in Italia l’istruzione sembra essere stata alla fin fine suddivisa in istituti di serie A e di serie B. Prenda Montalbano: le scuole comunali siamo riusciti a metterle in sicurezza, ben prima di ciò che si sta facendo con le scuole superiori. Ci vogliono risorse concrete, non chiacchiere. Il Pnrr non può essere chiamato in causa, in quanto non c’è un canale di finanziamento circa la viabilità; di conseguenza, il dialogo con la Regione e con l’assessore al ramo diventa strategico, altrimenti non si va da nessuna parte.

d: Immagino che la continua bagarre in giunta regionale, con cambi di formazione continui e relative situazioni di stallo, finora non abbia aiutato in questa prospettiva. Come spiegarlo al cittadino?

r: Sicuramente è stata data una brutta immagine della politica regionale.

d: … e i Materani lamentano di essere stati penalizzati con la nuova giunta.

r: Perché Matera è stata completamente estromessa, ed era già successo. Spero, al momento di discutere il bilancio e la nuova finanziaria, che ci sia una reale attenzione alla situazione che Province e comuni vivono; è stato istituito un Fondo, il Fual, ma Anci e Upi insieme hanno chiesto di rimpinguare quelle risorse, e dunque di condividere quel minimo di programmazione necessaria per poter garantire i servizi ai cittadini (che non chiedono certo la luna, ma almeno di poter percorrere le strade in sicurezza). E poi c’è il problema dell’ambiente, gestito da noi, e delle scuole superiori, che DEVONO essere sicure.

d: Il suo momento più difficile durante la Pandemia?

r: Avevamo tutti già consapevolezza delle criticità presenti a monte, e pertanto la paura era quella di sovraccaricare le strutture sanitarie, ma i sindaci hanno lavorato bene nei loro territori, incarnando un aiuto fondamentale per i cittadini e per chi operava contro il virus.

d: Si è mai sentito lasciato solo?

r: In alcuni momenti è stato difficile. Sulle spalle del sindaco poggia un’intera comunità: vedere le attività chiuse, nonché anziani e bambini avere paura, è stata una cosa straziante. E spesso, in questi casi –sì- si è soli, ma si è comunque nella posizione di dover infondere coraggio agli altri, e dunque non è mai concesso manifestare le pur legittime paure e incertezze.

d: Quando legge sul giornale che l’ex assessore alla Sanità si è sentito lasciato a se stesso dal presidente della Regione, di averne subito alcune decisioni (tanto da suscitare, si legge, l’interesse della Magistratura)…

r: … se ha subito delle imposizioni è sicuramente una cosa da condannare. Dal canto mio, devo dire che il presidente Bardi, almeno con le province, si è confrontato in molte occasioni, e sovente anche coi sindaci. I momenti di discussione, anche accesi, non sono mancati, ma non posso dire che non è stato presente.

d: La domanda tormentone: se potesse prendere Bardi sottobraccio, confidenzialmente, cosa gli direbbe?

r: Che in questo momento c’è bisogno di programmazione: questo è l’anno più importante per la nostra regione, l’anno in cui è possibile programmare le risorse, e se non saremo all’altezza, rischieremo di rimanere ancora più indietro. Oggi è il momento del coraggio, e bisognerà avere la capacita di SPENDERE in modo corretto quelle risorse. Sommessamente, chiedo dunque al Presidente di continuare a confrontarsi con i territori, con i sindaci, con i presidenti di provincia e con le associazioni datoriali. Spesso, in alcuni momenti, questa cosa è venuta a mancare, e dunque il dialogo va rafforzato per costruire una programmazione che guardi al territorio lucano a 360 gradi. I nostri bambini, i ragazzi devono poter RESTARE in questo territorio, e in questo ragionamento non ci deve essere spazio per le “chiacchiere di poltrone”.

d: Nel caso la “maretta” in Regione non terminasse, sarebbe giusto tornare a votare?

r: Sicuramente. Se dovesse continuare a esserci un’assenza di amore per il proprio lavoro, bisognerà ridare voce ai cittadini.

d: Il libro che la rappresenta?

r: “Il lato positivo” di Matthew Quick.

d: Il film?

r: “La vita è bella” di Benigni.

d: La canzone?

r: “Io penso positivo” di Jovanotti.

d: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome al comune di Montalbano: cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: Mah, un riconoscimento che certifichi l’amore che ho profuso nel mio lavoro, rivolto non solo alla comunità, ma anche alle future generazioni.