di Antonella Sabiapaterno_vaccino2.jpg

Tra qualche giorno sarà trascorso un mese dal #VaccinDay. Stando ai numeri del report vaccini sul sito del Governo (dati al 20 gennaio, ndr), la Basilicata ha toccato la percentuale del 60% delle somministrazioni sul totale delle dosi ricevute, si sta procedendo con la seconda dose per il personale sanitario e sono già stati effettuati i primi vaccini agli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Abbiamo intervistato il dr. Rocco Paternò, medico di Medicina Interna e presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Potenza, e a proposito degli “scettici” ha sottolineato ancora una volta la sua posizione netta: “La mia idea è una sola, tutti devono fare il vaccino, naturalmente con le priorità stabilite. Fare il vaccino è un dovere, un obbligo morale nei confronti della società che rappresentiamo, non solo per noi sanitari”.

D: Ha avuto modo di confrontarsi con qualche collega ancora scettico?

R: Sono un po’ rigido su questo, l’ho già detto qualche giorno fa. I medici che non vogliono fare il vaccino, tralasciando coloro i quali soffrono di alcune patologie importanti, possono cambiare anche mestiere. Il medico ha un doppio dovere, come sanitario che dovrebbe conoscere la scienza, e poi come persona.

D: In che modo si possono convincere i diffidenti?

R: Attraverso la pubblicità, ma non con quanto si scrive sui social. Bisogna informarsi sui canali ufficiali del Ministero della Salute, sulle riviste scientifiche. Io personalmente non mi permetterei di fare obiezioni a un avvocato o a un ingegnere sulle modalità del loro lavoro, perché ritengo che dopo tanti anni di studi ed esperienza, si hanno le capacità e la consapevolezza di ciò che si dice. Ed è compito del medico oltre che fare il vaccino, spingere la popolazione a farlo.

D: Il 5 gennaio ha fatto la sua prima dose, quando effettuerà la seconda?

R: La dovrei fare il 26, è stato tutto molto tranquillo. Vorrei sottolineare che io sono tra quelli che hanno fatto anche il vaccino antinfluenzale, come ogni anno.

D: A questo proposito, si è letto diverse volte che pare non esserci quest’anno il virus influenzale.

R: Non è scomparso, ma l’utilizzo delle mascherine e la riduzione dei contatti ha impedito al virus influenzale di propagarsi, o comunque di farlo in maniera molto ridotta, ed è un fatto positivo. Anche per questo vorremmo che la vaccinazione antinfluenzale venisse fatta da un numero sempre maggiore di persone, poiché si riuscirebbe a indirizzare la diagnosi più facilmente rispetto al Covid.

D: Si parla di una possibile terza ondata...

R:...io penso che in Italia già stia avvenendo, perché se valutiamo i dati nazionali, vediamo che c’è stata un’impennata dei contagi, e di conseguenza potrebbe portare ad un incremento del numero dei ricoverati.

D: Considerate anche le restrizioni del periodo natalizio, cosa è andato storto?

R: Personalmente avrei limitato i contatti già ad ottobre, avrei fatto un nuovo lockdown totale per un periodo abbastanza lungo. Non c’è niente da fare, il Covid si trasmette attraverso i contatti: con una superficialità unica anche i piccoli festeggiamenti casalinghi favoriscono il propagarsi dei contagi, e portano un aumento considerevole dei positivi.

D: A distanza di quasi un anno dall’inizio della pandemia, come giudica la gestione regionale?

R: Probabilmente alcune cose si potevano prevedere, organizzarle meglio, io mi sarei mosso in maniera diversa, diciamola così. Sin dall’inizio di febbraio, abbiamo iniziato ad avere le prime segnalazioni, il Ministero ci aveva comunicato una serie di cose che in parte sono state disattese, e con un po’ di attenzione errori si potevano evitare, in maniera tale da ridurre i contagi.

D: In una prima fase la Basilicata era stata solamente sfiorata dal virus.

R: Lo dicevano anche a livello nazionale, i più grandi studiosi, che le aperture estive, i viaggi, i rientri, avrebbero portato un’impennata dei contagi ad ottobre e così è stato.

D: In Basilicata secondo lei è arrivato un cospicuo numero di vaccini?

R: Sono contento dell’operato dell’ASP, si è mossa in maniera importante, è stata anche abbastanza celere. È subentrata poi la riduzione dei vaccini della Pfizer. Quasi tutti gli operatori sanitari sono stati vaccinati, ora si è passati a un altro blocco molto importante, gli ospiti delle RSA, che sono le persone più fragili e quelle che maggiormente sono andate incontro alla morte. Mi auguro che a seguire sarà vaccinato il personale della scuola, autisti di autobus e tutte quelle categorie di lavoratori più esposti. Ovviamente sarà la Regione a stabilire le priorità. Per quanto ci riguarda, in questi giorni invierò una comunicazione alla Regione, ai direttori generali e sanitari, di comune accordo con il Presidente degli Infermieri, per dare la nostra disponibilità, gratuitamente, per la buona riuscita del piano di vaccinazione di massa. Se saremo interpellati, daremo il nostro contributo per velocizzare il processo. Siamo fortemente sensibili rispetto all’argomento, e in sinergia vogliamo combattere ed essere d’aiuto.

D: Il vaccino è davvero l’unica arma per tornare pian piano alla vita quotidiana?

R: Io dico che è l’unica arma per allontanarci definitivamente dalla pandemia, da questo stato di cose. Abbiamo visto che i farmaci sicuramente sono serviti durante il processo di cura, ma non rappresentano l’arma definitiva. Bisognerà con il tempo valutare anche l’immunità che il vaccino ci dà, se è di lunga durata o se sarà necessario vaccinarsi nuovamente l’anno venturo. Il mio invito è quello di raggiungere una altissima percentuale, altrimenti facciamo un buco nell’acqua. È l’unica via che abbiamo.

D: In conclusione, lo scorso 5 agosto, venne firmato l’accordo per l’istituzione della Facoltà di Medicina in Basilicata. Si è parlato di uno storico traguardo, ma ad oggi sono stati fatti passi in avanti?

R: Ci sono stati diversi incontri a cui ho partecipato anche io, la cosa sta andando avanti. Ovviamente l’istituzione di una facoltà prevede tutta una serie di passaggi standardizzati, l’apertura della nuova facoltà di medicina è prevista per settembre. Tutto è però vincolato da questi passaggi, se la documentazione presentata è in regola si va avanti, altrimenti la proposta potrebbe anche essere bocciata.