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di Walter De Stradis

 

Dalla sua casa-museo posta nella “Repubblica di Frigolandia”, sita a Giano dell’Umbria (Perugia), Vincenzo Sparagna, 74enne giornalista, scrittore e disegnatore campano con l’accento romanesco, continua a portare avanti il suo personale discorso di satira e giornalismo “alternativo”, in questo 2020 in cui ricorrono i quarant’anni di una rivista come “Frigidaire”, che definire “epocale” è forse tremendamente banale, ma assolutamente vero.

D: Direttore, lei è noto per le false prime pagine (ma anche intere edizioni) di quotidiani nazionali ed esteri, recanti titoli clamorosi. E’ stato più volte detto che voi de Il Male e di Frigidaire siete stati gli inventori delle “fake news”. Mi pare però che ci sia una bella differenza.

R: E in fatti c’è. Ciò che facemmo noi nelle diverse stagioni (prima con Il Male e poi via via con Frigidaire, Il Lunedì della Repubblica, La Piccola Unità etc.) erano giornali falsi, ma non bugiardi. Attraverso la paradossale falsificazione di notizie, cercavamo di inseguire una forma di svelamento della realtà. Prenda il falso, clamoroso, dell’arresto di Tognazzi come capo delle Br (con tanto di foto in manette, per le quali si prestò giocosamente il famoso attore – ndr): si trattava della parodia del processo “7 Aprile” (1979 – ndr), nel quale si cercava di far passare ex dirigenti di Potere Operaio e dell’Autonomia come capi delle Brigate Rosse. Non era così, naturalmente, ma intanto c’era il mio amico Scalzone (in galera), Piperno (libero, che intervistavo in clandestinità) che i giornali continuavano a sparare a tutta pagina come i capi delle Br. Curiosamente, il nostro falso anticipò un falso “reale”, cioè allestito dall’apparato comunicativo italiano, quello su Enzo Tortora capo della Camorra. Una cosa talmente pazzesca, che faceva a gara con il nostro Tognazzi capo delle Br. Allo stesso modo, quando distribuimmo nell’est europeo i falsi di giornali quali La Pravda o Stella Rossa e davamo notizie dello scioglimento dell’Urss, lo facevamo perché vedevamo le crepe in quel mostruoso apparato, che di lì a pochi anni si sarebbe in effetti sgretolato. Insomma, i nostri erano dei falsi di interferenza o parodia, che dicevano la verità, avvertendo sui trucchi della comunicazione dominante.

D: Le fake news di oggi, invece…

R: Si possono dividere in due grandi categorie. Nel primo caso si tratta di scherzi, puri e semplici, alcuni molto riusciti e divertenti (pensi a Lercio.it); nel secondo, si tratta di fake news “interessate”. Alcune di queste sono molto ambigue, molto cattive, con finalità oscure, spesso espressione di un odio generico, molto pericoloso, che ricorda gli anni Trenta (come dice anche Bergoglio), periodo in cui giravano i falsi clamorosi sugli Ebrei o sui neri. E sappiamo tutti com’è andata a finire.

D: Il Coronavirus fatto in laboratorio … è anche questa una fake news?

R: Assolutamente sì. Qui siamo nel campo del “complottiamo”, che è cosa ben diversa dai “complotti” (che al contrario esistono davvero, al pari dei depistaggi: pensi all’assassinio di Kennedy!). Il complottismo è una teoria, consolatoria, che vuole attribuire a un solo soggetto misterioso (in questo caso i Cinesi o gli Americani) la responsabilità di alcuni misfatti, senza alcun riscontro reale. E’ una specie di malattia che svia, allontana dalla concreta e drammatica realtà di ciò che davvero accade. Il Coronavirus non è colpa di Mister X, ma è il prodotto di questo sistema mondiale, globalizzato, che ha raggiunto dei vertici di disumanità spaventosi.

D: Ma non è una fake news il fatto che alcuni Paesi, in primis il nostro, si siano fatti trovare impreparati.

R: Ah, certo. C’è stata una diffusa miopia. Prenda i cambiamenti climatici: sono decenni che c’è l’allarme, altrettanti che si fanno riunioni globali, ma ogni anno il livello di CO2 nell’atmosfera aumenta. Tutti sappiamo che viviamo in un mondo minacciato dai virus (lo diceva pure Bill Gates qualche anno fa e persino io credo di aver scritto qualcosa), ma nessuno si attrezza. Il fatto è che la Sanità viene vista come una spesa improduttiva e allora si taglia; la distribuzione mondiale del lavoro fa sì che noi non si abbia mascherine e si debba importarle dall’altro capo del pianeta; tutto ciò incarna l’impreparazione di una classe dirigente non lungimirante, che non guarda a ciò che potrebbe accadere nei prossimi dieci anni, ma alle elezioni comunali. Mentre adesso toccherà aspettarci una crisi economica globale spaventosa. Spaventosa. Forse peggiore di quella del 1930.

D: Su queste pagine il Gran Maestro Bisi, leader massone del Grande Oriente d’Italia, suggeriva di approfittare per attivare gli “anticorpi” in vista di una futura, nuova crisi mondiale. E’ d’accordo?

R: Beh sì, al di là che questi sia massone o meno. Qui siamo di fronte a un cambio vertiginoso nel ritmo di sviluppo mondiale: o freniamo, o andiamo a sbattere da qualche parte, e in particolare su inquinamento del mare, polveri sottili, cambiamenti climatici, virus. Come fa notare la grande scienziata italiana che sta in America, Ilaria Capua, il morbillo, derivante dalla peste bovina, ci ha messo mille anni per trasferirsi all’uomo; oggi basta un pipistrello e il virus ci mette solo tre ore, perché viaggia in supersonica, ovvero alla velocità degli aerei, su cui ogni giorno salgono milioni di persone. Ne deriva che dobbiamo assolutamente cambiare questo modello di sviluppo, basato sullo sfruttamento a oltranza della natura. Se l’uomo punta in tutti i modi a suicidarsi, prima o poi ci può anche riuscire.

D: Se dovesse allestire oggi una prima pagina falsa di un quotidiano nazionale o internazionale, come titolerebbe?

R: Al giorno d’oggi, con la velocità delle rete, una prima pagina falsa la sgamerebbero subito. Usandola come puro paradosso, farei una prima pagina su uno stravolgimento generale nel modo di vivere e di produrre, chessò “Si ferma la produzione di armi”, “Vietati i pesticidi nell’agricoltura”.

D: Concludiamo: come va invece la produzione nella Repubblica di Frigolandia?

R: Stiamo per spedire ai nostri abbonati il nuovo numero di Frigidaire e de Il Nuovo Male. Abbiamo pubblicato un bel libro di 336 pagine a colori sul pittore Cristoforo Sparagna (mio padre) acquistabile sul nostro sito (www.frigolandia.eu), e stiamo preparando un saggio sui quarant’anni di Frigidaire, (“L’Avventura mai vista 1980-2020”) che raccoglierà una serie di testimonianze di vari personaggi: oltre a me, ci saranno Scozzari, Igort, Giacon, l’avvocato Marazzita… e Cicciolina.

D: A proposito di fake news: Cicciolina non era una spia dell’Est, vero? (Risate)

R: Ma quando mai! “Moana era della Cia e Cicciolina del Kgb” (altre risate). Figuriamoci!!! Per tornare al “complottismo”, le cospirazioni vere si desumono dai risultati: forse non sapremo mai la verità sulla morte dell’ottimo Borsellino, o di Falcone, ma sappiamo bene a cosa è servita: a un profondo cambio politico in Italia, a seguito di un mutamento nei rapporti Stato-Mafia. Dice: “Come mai Pinochet non collabora sulle stragi della polizia cilena?”. Come perché?! Era lui il capo!!!