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Se è vero che- tra due punti- la via più diritta è la retta, occorre riproporre al Paese la Costituzione con un’agenda ispirata alla stella polare!

E’ la conclusione necessaria dopo che -l’11 Luglio in terza lettura- è passata inosservata la riduzione del numero dei Parlamentari.

Quale il motivo di tanto silenzio dinnanzi ad un vulnus costituzionale orientato al superamento della democrazia rappresentativa, primo obiettivo strategico dei Grillini? Segno che il Parlamento è percepito come luogo di privilegi, non più di sintesi degl’interessi e delle capacità della Nazione?

Di certo, successo di una vulgata costruita sull’ <uno vale uno>, teorema dell’equivalenza tra “sapere” e informazione -tra studio e cellulare, che svaluta le élites persino strumentalizzando i vitalizi; architrave sia dell’11 luglio che della sua passiva accettazione!

Da Grillo, una partita a scacchi in tre mosse: l’intesa populista con la Lega, giunta a reclamare una “rivoluzione virtuosa che introduca il principio di responsabilità contro l’inefficienza e gli sprechidi molte regioni del Sud” (RobertoMarone, IL FOGLIO del 13); la scelta -quasi a caso- di “eletti”, che, violando l’art 67 CC, eseguano un kara-kiri per “suicidare” l’organo di cui dovrebbero esser parte “in nome della Nazione”; infine, l’auto-riconoscersi degli stessi -come privilegiati dal valore monetizzabile e quindi parificabileagli <uno>.

Di qui, la resa e l’inseguimento dello stesso Centro-Sinistra alla vulgata: che lo studio e l’esperienza (quelli che dovrebbero fornire Scuola e Partiti decenti) siano ben sostituiti dal cellulare; che, infine-per risanare– sia da“smidollare” il Parlamento!

Non a caso, questa linea, sotto le spoglie del Nuovo come valore in sé, era già di Renzi (persino di Letta,contro il finanziamento pubblico dei Partiti, e di Gentiloni,per l’autonomia differenziata e lo stop allo jus soli). Ma l’inseguimento iniziato con il Titolo V franò non solo perché non basta (né giova) lisciare il pelo alla tesi avversa, ma perché così il Centro-Sinistra è stato incoerente rispetto alla stella costituzionale e non ha saputo o voluto difenderla per intero! Sicchè i Grillini avanzano a piccoli passi e con discrezione, ma avanzano nello Stato, pur perdendo voti! Anche con il Referendum propositivo, per opporre il voto popolare a quello del Parlamento; contro l’indipendenza della Banca d’Italia e della Magistratura. Solo la grande corsa al voto, con ecclissi sui principi ed il conseguente distacco da un progetto di netta e chiara ricerca dell’interesse pubblico, ha potuto consentire via libera all’ubriacatura del <l’uno vale uno>, al miraggio della democrazia diretta in cui ciascuno concorrerebbe a farsi le leggi da sé. Un’Associazione partitica decentemente credibile avrebbe invece saputo dimostrare che anche coi Referendum siamo tutti soggetti a chi li organizza, ridotti alla sola libertà di votare per il sì o per il no! L’Opposizione ha “perso il senno”, trascurato e contraddetto labussola, e perciò ha taciuto e tace, subordinandosi culturalmente ai Grillini: che –per svuotarlo- non a caso- hanno aperto la pista alla Lega!

Se le cose stanno così, la priorità é dunque nel recupero delle capacità critiche dei cittadini e, sul piano tattico immediato, nell’evitare si baratti l’autonomia differenziata con la democrazia diretta. Chiarendosi che- per il gioco del “contratto”- una democrazia illiberale alla Orban si potrebbe in un’Italia con 20 “caciccati” regionali: insomma, in un contro-Risorgimento peggiorato!

Se il Pd non può ancora avventurarsi in un Referendum abrogativo perché si è molto compromesso con gli obiettivi grillini e deve giustamente rifondarsi-rigenerarsi (questo ammette Zingaretti), tocca invece predisporlo ad Art 1 di Bersani e Speranza (nella foto). Ad un partito della Costituzione che sia contro la prossima modifica dell’art 71 CC, con un’iniziativa a tappeto che chiarisca come, sommandosi essa con la riduzione dei Parlamentari, le conseguenti difficoltà del Legislativo, la futura elezione di un altro Capo dello Stato etc, usciremmo dalla distinzione dei poteri e dalle democrazie occidentali.

I risultati del Governo giallo-verde e della Lega nelle Regioni, quale sia il loro esito, non potranno non riaprire la riflessione sulla questione delle élites: per riconoscerne la necessità e rilanciare il ruolo dei Partiti…ma ai sensi dell’art. 49 CC.

Non basterà dunque che ci si lamenti per il crollo della Rappresentanza lucana, già così evanescente; ma occorrerà un lavoro di rigenerazione culturale intorno al ruolo ed agli obblighi dei Partiti in questo sistema!

Se dunque vale la geometria, l’agenda per l’alternativa è nel discutere della nostra Democrazia secondo la Carta, dei pericoli che corre e dei modi per realizzarla.

Partendo dall’11 luglio, da ciò che con esso si è innescato, e cominciando dal proprio quartiere e dai propri circoli:finché non si sarà riusciti – cosa nella e per la quale emergerebbero i nuovi leader- a liberare il “sentimento”collettivodella Politica per la tardiva attuazione della Carta!

Nicola Savino