Savinopag4

Il maggio 2019 è figlio del 1994, e perciò potrebbe avere lo stesso esito. Anche allora fu reazione ad un equilibrio politico corroso. La differenza è che ora è venuta dalla politica: dal populismo e dal nuovismo di Renzi, capitalizzati dai 5S e dalla Lega.

La Magistratura ha fatto da comprimario, mentre allora da attore principale. E così due volte il “cambiamento” è venuto da aggregazioni di scontenti, non da associazioni libere, organizzate intorno ad un programma! Nel ‘94 da “mani pulite”, ora col moralismo alla Davigo. In entrambi i casi, comunque, nell’assenza di una visione storica (l’onestà non può che essere un minimo comune denominatore) e di un’adeguata elaborazione culturale: pars destruens, sìpars costruens, no. Titoli e proclami in entrambi i casi, spinta vincente dalla rabbia! Per questa via, siamo di nuovo col “culo per terra”: alle “chiacchiere e tabacchiere di legno che al Banco di Napoli non fanno pegno”! Chi ricorda il 1994? Caduta la Prima Repubblica, venne sbandierata l’alba di un futuro radioso: come ora! Di fatto, un’apoteosi di carrierismo ed opportunismo, dalle frange più spregiudicate degli ex partiti, da quelle liberatesi dalle rispettive maggioranze... trasmigrando e con l’unico problema del mimetismo: con quale formula? Non a caso, la regìa fu assunta dagli eredi del Pci, trasformatisi in Ds per la felicità degli ex Dc (increduli di non aver più un avversario faticoso come il Pci); subito seguiti dai craxiani “marginali” nel Psi lucano, alla ricerca di fortuna addirittura con lo scalpo di Craxi in mano! Tanto spregiudicatamente quanto tutti felicemente insieme!! Non dunque i vecchi Partiti con la mentalità dei filtri e dei programmi, dei Congressi e delle selezioni, delle analisi e dei dibattiti, nonché dell’Organizzazione e, almeno, del decoro; ma, intorno al perno Ds (di cui si coprivano e che poi avrebbero provato a scalare!), le minoranze in rapido riposizionarsi, esclusivamente protese al successo personale! Di qui, nel 1994, la seconda Repubblica in Basilicata: la cui sola preoccupazione fu la ricerca degl’incastri tra le carriere e delle coperture più adatte al gattopardismo: l’operazione dovendo avere l’apparenza della continuità affinché tutto ricadesse in loro mani. Perciò l’etichetta della Sinistra (o Centrosinistra) che non s’è mai azzeccata!!! Per la Regione bastava la grande novità del petrolio, l’esplosione storica pari al decollo della Sata- Fiat. Eredità della svalutata stagione del Colombo (ed altri) ridotto ai margini: che sarebbe stato utile a chi avesse avuto voglia di far qualcosa di concreto, ma d’intralcio a chi invece intendeva perseguire fini privati: e che perciò, nemmeno dai suoi e dai tanti “beneficati” ricevette rispetto per quel che aveva fatto! Cosi come progetti e programmi pur prima lodati e costati fatica. Da tali radici, morali e di fatto, vennero in Basilicata i 5 lustri della seconda Repubblica; avallati dal mix di coincidenze favorevoli e di ottimismo facile che autorizzavano a “scaricare” le vecchie modalità di partito: dai tesseramenti veritieri e regolari, alla preparazione di nuovi quadri,alle discussioni sul futuro. Anzitutto contò la Poltrona, che diventò familistica e “fidelitaria”, ovviamente lottizzata tra capi secondo il numero dei famuli e dei voti in dotazione: apprezzata per l’ampiezza dell’organizzazione clientelare e per gli agganci nazionali. Con la personalizzazione della Politica, anche la trasformazione in moderno feudalismo dell’antica aspirazione democratica! Son andate così le cose in Basilicata? Si è ridotta la politica ad un gioco di organigrammi? Altro e peggio che la pura gestione! Certo, ci sono eccezioni in tutte le situazioni, delle quali, non a caso, si dice che confermino la regola! Ma non c’è stato un solo progetto di un qualche spessore nell’arco di quel quarto di secolo per un Territorio ch’è invece sembrato regredire alle famose tre EFFE di marca borbonica! Finché, e siamo al ’19, questo regresso, dàlli e dàlle, ha gonfiato a tutti le palle; ed appena l’esca è parsa di più probabile innesto, da ogni parte è spuntata la rabbia! E così siamo al disastro di oggi: che trabocca, anche questo, di presunzione e di superficialità. Come da quell’Assessore al Convegno CGIL sulla Sanità, con lo stesso facilismo nel proclamare, la stessa arroganza di chi ha vinto senza saperne nemmeno il perché, con la medesima ricerca del facile applauso! Come accade tutte le volte che si arriva al potere senza un’adeguata elaborazione dei problemi, senza considerare né cronaca, né storia, né complessità! Il disastro che la Sinistra (quale Sinistra?) piange ora fu dunque fecondato dall’usurpazione ch’essa subì nel 1994. La Basilicata ha ora la forza di reggere la sua ripetizione peggiorativa? Saprebbe di nuovo rassegnarsi? E dunque, o Essa affronta le cose con la serietà che occorre, oppure trovi la forza per rifondare i veri Partiti, cioè i “corpi intermedi” organizzati come invano richiesto dall’art 49 della Carta!