BARDIeolico

Anche il capoluogo di regione è stato preso d’assalto dalle pale eoliche, alcuni impianti sono stati realizzati nella immediata periferia cittadina. Molti cittadini si sono organizzati in combattivi comitati che cercano di opporsi alla protervia delle società che pretenderebbero di sfruttare il vento non tenendo in alcuna considerazione che il rumore dei rotori rende impossibile la vita.

Spesso però la protervia delle società sembra annullare i diritti dei cittadini che, ci si passi la metafora, sono paragonabili a Don Chischiotte che combatte contro i mulini a vento, dove al posto dei mulini bisogna considerare torri che arrivano anche diverse decine di metri. A peggiorare ulteriormente le cose la votazione della Legge Regionale n° 4 avvenuta il 13 marzo scorso, a mandato ampliamente scaduto, che di fatto raddoppia il fabbisogno eolico nel PIEAR, favorendo, in maniera sfacciata, le lobby del vento, ma suscitando vibrate proteste e la richiesta, pervenuta da più parti di ritirare questo provvedimento giudicato incostituzionale da cittadini e Associazioni. Su sollecitazione del deputato lucano del M5S Arnaldo Lomuti il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani, con atto n° 2-00796 del 18 aprile 2019, ha impugnato la legge regionale della Regione Basilicata. Con molta probabilità il far west dell’eolico lucano potrà essere contrastato. Il Comune di Potenza ha cercato di tutelare i propri cittadini di Piani del Mattino vietando il passaggio dei mezzi pesanti che trasportano le torri lungo le strade comunali, ricorrendo al TAR ed emettendo delle ordinanze con cui si prevedeva la limitazione dell’orario di funzionamento dei rotori nelle ore notturne, successivamente però il Sindaco ha revocato questo provvedimento, azione che ha sconcertato gli abitanti dei Piani del Mattino, alcuni di loro, fra l’altro, stanno affrontando un processo penale in quanto si opposero al transito di un mezzo pesante, in ore notturne e in dispregio del divieto di transito stabilito dal Comune di Potenza. Ci sono tensioni sociali che potrebbero sfociare in azioni clamorose, per intanto i comitati spontanei presenti nei territori dove più degli altri si sono o si stanno concentrando impianti eolici, si stanno organizzando per contrastare più efficacemente il dilagare di pale eoliche, giovedì 16 maggio si è tenuta a Potenza una grande manifestazione di protesta con presidio finale sotto gli uffici della Regione Basilicata. Fra i promotori della protesta il Comitato cittadino di Piani del Mattino la cui rappresentante, Tiziana Medici, dichiara: pochi giorni dalla prima marcia regionale contro l’eolico selvaggio che ha portato a sfilare a Potenza numerosi comitati cittadini e tante associazioni il comitato promotore dell’iniziativa di Piani del mattino tira le somme. Ci riteniamo molto soddisfatti per la partecipazione e riteniamo che questi momenti di sensibilizzazione siano necessari per tenere sempre alta l’attenzione. Tuttavia il lavoro da fare è tantissimo. Nelle prossime settimane sarà necessario ritornare a interloquire con gli organismi regionali per monitorare sia i tempi di attuazione del piano paesaggistico che quelli del piano energetico così come annunciato anche al neoassessore all’ambiente Rosa. Auspichiamo che la elaborazione di questi strumenti di pianificazione avvenga in modo partecipato. Attendiamo anche gli esiti delle elezioni amministrative al Comune di Potenza in modo da poter presentare al futuro sindaco le istanze dei cittadini potentini che subiscono i danni dell’ eolico selvaggio. Da sempre vicini ai cittadini vittime di “eolico selvaggio” l’Associazione Italia Nostra il cui storico rappresentante in Basilicata, Vitantonio Iacoviello, ci dice: «Dieci anni di lotte, prima da don Chisciotte solitario, poi da presidente di sezione e adesso da consigliere nazionale di Italia Nostra. Non è il caso di riassumerle. Partiamo dal 30 marzo scorso: la Presidente nazionale di Italia Nostra, su mia segnalazione e su mandato unanime del Direttivo nazionale, invia al Governo una richiesta PEC avente oggetto “segnalazione legge regionale della Basilicata n.4/2019, con richiesta di valutazione ai fini dell’impugnazione in via principale dinanzi alla Corte costituzionale per violazione dell’art.54 dello Statuto regionale e dell’articolo 123 della Costituzione”. Il Governo impugna la legge il 5 maggio scorso. Le motivazioni dell’atto sono però ben diverse da quelle da noi addotte e successivamente riprese il 18 aprile da un esponete politico lucano che, a giudicare dalle sue dichiarazioni, dimostra di non aver letto quelle vere scritte dal Governo nell’impugnazione. La motivazioni sono per noi lucani pericolose quanto i dettati della famigerata legge, che prevede il raddoppio della potenzialità eolica e l’inserimenti di clausole assolutamente vessatorie e vergognose nei confronti dei lucani (requisiti per distanze pale abitazioni per es). Abbiamo chiesto al Presidente della Regione Bardi, insieme con altre associazioni,la revoca della legge dichiarandoci disponibili a collaborare per la riscrittura. Ma chiediamo anche al Presidente Bardi di attivarsi in sede di Conferenza Stato Regioni per modificare radicalmente il nuovo Decreto incentivi. Si dirotti insomma il fiume di sussidi previsto per la solita speculazione verso il fotovoltaico sulle infinite distese già urbanizzate e prive di significato storico (750000 ha solo fra 1995 e 2005). Paesaggio salvo, equità sociale e vere ricadute economiche e occupazionali. Altro che eolico!».

UN BUSINESS “SELVAGGIO”

Nella terra dove di estrae la maggior parte del petrolio italiano c’è un altro poco invidiabile record, la Basilicata è la regione dove si produce tantissima energia pulita, le cosiddette rinnovabili. Eolico e fotovoltaico hanno trovato facile presa nella nostra regione, soprattutto l’eolico: in pochi anni gran parte del territorio lucano è stato invaso da torri e rotori che catturano l’energia del vento per trasformarla in energia elettrica, già da un paio d’anni con l’energia ricavata dal vento si è coperto il fabbisogno dell’intera regione. Una legislazione regionale carente e lacunosa ha favorito la posa di impianti in maniera massiccia e scriteriata che va sotto il nome di “eolico selvaggio”. Oltre a deturpare il paesaggio –secondo le denunce dei cittadini- le pale eoliche causerebbero danni alla salute di coloro che hanno le abitazioni troppo vicine agli impianti e il rumore continuo arrecherebbe gravi danni a persone che non riescono più a dormire e con gravi problemi neurologici. La carente normativa regionale e qualche complicità politica hanno “palifi cato” gran parte dei crinali appenninici, non ci si è fatto scrupolo di posizionare le torri nei pressi di zone di particolare pregio ambientale e sottoposte a tutela. In principio erano società di fuori regione che costruivano prima i parchi eolici, poi s’è diffuso il minieolico: poi di fatto, aggirando il principio ispiratore dell’introduzione del mini eolico, si realizzano piccoli o grandi “parchi” il cui impatto sarebbe devastante a prescindere dallo potenza sviluppata. Successivamente nel business si sono inserite alcune società lucane che orbiterebbero intorno a pochi personaggi, creando un intreccio tra società finanziarie, imprese esecutrici, studi di progettazione, direzione lavori. Una sorta di cerchio magico dove gli azionisti, i soci, gli amministratori, i revisori, ed i liquidatori sembrerebbero interscambiarsi i ruoli nel classico gioco delle scatole cinesi. In una porzione di Basilicata fra i Comuni di Tolve e San Chirico Nuovo, diventate terra di conquista della Lega, si sono verificate situazioni molto inquietanti, qui sono stati realizzata Impianti in area archeologica e nei pressi sorgenti; nei pressi dei cantieri c’è stata una selvaggia aggressione ad alcuni giornalisti, fra l’altro nessuna istituzione è intervenuta per verificare alcune autorizzazioni che sarebbero scadute, si è arrivati persino a intimidire un cittadino impegnato nella lotta contro eolico selvaggio facendo scoppiare una bomba carta che ha danneggiato la sua auto.