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Il luogo in cui si amministra la Giustizia a Potenza, il locale tribunale, non ha mai avuto vita facile in città, ovviamente ci riferiamo al luogo fisico, le mura che ospitano i vari uffici giudiziari.

Fino all’evento sismico del 1980 il Palazzo di Giustizia del capoluogo di regione era ubicato nell’ala destra del palazzo della Provincia in piazza Mario Pagano, ma il fabbricato era diventato inadeguato alle esigenze del mondo giudiziario e si pensò di costruire un nuovo fabbricato in quella che il piano regolatore aveva destinato a “zona direzionale”, in un’area all’epoca semiperiferica, in via Nazario Sauro fra lo stadio Viviani e la stazione che allora era denominata Inferiore. Tuttavia lavori andavano per le lunghe e subito dopo il sisma del 1980 si sopperì realizzando un maxi prefabbricato a Parco Aurora, per molti anni si amministrò la giustizia in spazi assolutamente inadeguati, quando l’avveniristico fabbricato in via Nazario Sauro venne ultimato, finalmente gli spazi divennero consoni all’utilizzo dei vari uffici giudiziari. Le vicissitudini del Palazzo di Giustizia di Potenza sono però sempre state portate agli onori della cronaca: una decina d’anni fa il Comune di Potenza, proprietario dell’immobile, pensò di risolvere i gravi problemi finanziari dell’Ente mettendo in vendita l’edificio. Dopo tante polemiche si scoprì che il Palazzo di Giustizia non si poteva cedere e i circa 30 milioni di euro che il Comune pensava di ricavare non entrarono mai nelle casse del municipio. Oggi il Palazzo di Giustizia è super affollato, perché con la soppressione del Tribunale di Melfi il suo “carico” è stato dirottato su Potenza. I quasi trent’anni di vita del fabbricato cominciano a farsi sentire e si convive con alcune criticità: una di queste ci viene segnalata da un nostro misterioso lettore che invia in redazione delle foto (le trovate in pagina) che immortalano alcuni contenitori all’interno del Palazzo di Giustizia che raccolgono acqua che cola dal soffitto; il nostro segnalatore evidentemente vorrebbe capire l’origine del problema, chiedendosi quando si potrà ripristinare la normalità. Ci siamo recati presso il palazzo di giustizia per parlarne direttamente con chi si occupa della manutenzione dello stabile che, giova ricordare, fino al settembre 2015 era affidata al Comune di Potenza, poi le normative sono cambiate e oggi è lo stesso Ministero della Giustizia a provvedere: lo fa attraverso la Corte di Appello con il supporto tecnico di un geometra del Comune di Potenza qui distaccato per effetto di un’apposita convenzione. I funzionari della Corte d’Appello conoscono bene il problema che ha indotto il nostro lettore a fare la segnalazione, perché fin da quando hanno preso in consegna la manutenzione del fabbricato sono intervenuti numerose volte a tamponare perdite di acqua che, specificano, sono assai diffuse e interessano diversi ambienti. Le perdite si verificano fra l’altro, per il cedimento dei giunti fra un corpo e l’altro del fabbricato e sono difficili da individuare, probabilmente altre perdite sono causate dall’usura delle guaine che ricoprono tutte le terrazze. Nel solo 2018 sono stati effettuati tre interventi uno dei quali, previsto con determina del 15 marzo, è consistito nell’eliminazione dell’acqua stagnante sulle terrazze mediante la pulizia delle canaline di scolo che risultavano occluse. Un altro intervento manutentivo di un certo rilievo è stato eseguito a cavallo di Ferragosto 2018, quando il distacco di calcinacci su un lato del fabbricato poteva causare pericolo per la pubblica incolumità, c’è stato l’intervento dei Vigili del Fuoco che dopo aver messo in sicurezza il sito hanno stabilito di intervenire per ripristinare le pareti. Per questo lavoro è stato necessario far intervenire il Provveditorato alle Opere Pubbliche con un lavoro di “somma urgenza” di importo superiore ai 5.000 euro, importo entro cui si può intervenire senza prevedere le gare. Per risolvere in maniera definitiva le criticità rivenienti dalla normale usura dovuta all’età del fabbricato gli uffici della Corte di Appello di Potenza, con provvedimento del 21/12/2018, hanno inserito nella programmazione triennale 2020-2022 un piano di lavori ordinari e straordinari e chiesto al Ministero di dare priorità per l’anno 2019 a lavori per un importo di circa 150.000 euro, altri lavori per circa 80.000 euro si potranno pianificare nel triennio. Per il problema dello caduta dei calcinacci dovuto al deterioramento del cemento armato sono stati previsti interventi per altri 165.000 euro.