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È stato illustrato questa mattina il dossier relativo al 2018 dell'attività dell'Associazione Telefono Donna - Centro Antiviolenza "Telefono Donna” e Casa Rifugio “Casa delle Donne Ester Scardaccione”.

“Quella dei dati è sempre una giornata importante, alla quale si arriva con grande affanno” -ha dichiarato la presidente, la dott.ssa Cinzia Marroccoli nella conferenza stampa di presentazione odierna- “Tre sono state le donne Lucane uccise in un anno, le altre da Elisa Claps a Grazia Gioviale e ad Annarosa Fontana sono state diffuse nel tempo. Questo dato è davvero molto forte. Arrivano da noi vittime che hanno vissuto vicende che hanno sfiorato una fine tragica, due donne con storie molto drammatiche. Abbiamo registrato anche casi di Violenze sessuali di cui una su minore. Partendo dal report nazionale di Dire, la rete italiana (comprende 85 centri antiviolenza) di cui fa parte anche Telefono Donna possiamo affermare che dal mese di gennaio al 30 ottobre, 89 + 44 sono stati i nuovi contatti, alcune sono segnalazioni, da parte di terze persone, circa 30. Le persone effettivamente arrivate al centro antiviolenza sono 10, delle venti restanti non conosciamo gli esiti. Il Lavoro di prevenzione secondaria, è particolarmente rilevante, chi arriva al centro può ancora salvarsi”. Chi sono le donne che si rivolgono a noi? Ne abbiamo tracciato un profilo per età, condizione sociale e familiare. 52 sono le donne che seguiamo dall’inizio dell’anno (fascia di età 34-49 anni), provengono da Potenza città prevalentemente e dalla provincia (Tito, Rionero, Lauria, Melfi), appartengono a tutti i ceti sociali, 14 dipendenti pubblici e 6 lavorano nel privato, sono autonome a livello economico. Le ospiti: hanno fragilità familiare e sociale, 14 di cui 3 minori e 2 nuove”. Il numero totale rileva una diminuzione. “Cresce la paura -ha spiegato la Marroccoli- in seguito alle notizie dei femminicidi, non si fidano e non si sentono tutelate. C’è anche una questione economica, nei casi di separazioni e divorzi non ricevono il mantenimento quindi non hanno sufficiente forza economica. Credono di controllare la violenza! Quest’ultima, qualitativamente e quantitativamente sale, sembra quasi che ci si abitui. Il livello di sopportazione contestualmente anche”. In conclusione un appello: “Telefono Donna fa tanto, ma non viene comunicata la sua presenza nei diversi consessi dedicati al tema. Le forze dell’ordine possono curare l’aspetto più strettamente connesso alla denuncia, ma occorrono strumenti di accompagnamento psicologico e non solo più disparati. Faccio un appello trasversale, alle donne e alle associazioni, alle amministrazioni comunali. Chiamate al numero 0971 55551, e così come ha già fatto il sindaco di Grumento, che ha previsto il link di collegamento sui canali istituzionali, si può aprire un discorso trasversale”.

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