ATELIERsposa

Raccontare le storie umane e sociali che si celano dietro le tante serrande alzate, specialmente a distanza di anni e anni di duro lavoro e profondo sacrificio, è la mission principale della nostra rubrica “Volti e voci della città”.

Questa settimana abbiamo incontrato Tonia Troiani, un’imprenditrice di successo della città di Potenza, titolate della boutique Marlen White e del relativo atelier, “Spose nel Mondo”. Una scommessa nata quarant’anni fa. L’imprenditrice ci ha accolti all’interno del suo atelier in via del Gallitello e, tra nuvole di tulle, tessuti preziosi e luminose paillettes, ci ha raccontato un po’ della sua storia e ha risposto per noi ad alcune domande.


Da quanto tempo è aperta la sua boutique?
Marlen White è nata il 6 marzo del 1980 dalla mia grande passione per gli abiti, e non per la moda in generale, perché io dico sempre che la moda in sé per sé la fa chi indossa il capo. All’inizio della mia carriera mi sono occupata sia di abbigliamento maschile sia di quello al femminile, tuttavia con il tempo mi sono accorta che la semplice vendita degli abiti non era un aspetto che mi interessava più di tanto, né mi consentiva di realizzarmi fi no in fondo. Ciò che per me conta di più, infatti, è la capacità di individuare per ogni singola cliente il vestito più adatto alla sua fi sicità e alla sua personalità.


Quanto è difficile, oggi, portare avanti i principi di una sana imprenditoria, per di più stretti nella morsa dei tanti, forse troppi, oneri fiscali?
Consideriamo prima di tutto un aspetto che a me sta particolarmente a cuore: ancora oggi Marlen White è una ditta individuale. Probabilmente non esistono più realtà che conservano la medesima forma giuridica e il perché è presto detto: la gente è diventata sempre più scaltra e scarsamente devota al valore della correttezza. Per me, al contrario, è fondamentale preservare il principio della trasparenza, a cominciare dai miei clienti. Con un regime fi scale di questo tipo, fare impresa oggi è difficilissimo. Le tasse vanno dilazionate e, nonostante io venda tantissimo, sono costretta a scegliere tra il pagamento immediato della merce, quello dei dipendenti e dell’Iva, che è un vero e proprio killer per i commercianti. Sono dieci anni che andiamo avanti così, ma dal Governo non riceviamo alcun aiuto. Le mie maniche sono perennemente rimboccate, non a caso ho scelto di ampliare l’attività con un atelier dedicato alle spose, così da poter lavorare costantemente nel periodo che va dall’autunno fino a fine marzo, e non prevalentemente durante i saldi, visto che l’abbigliamento in questa città viene acquistato in buona parte durante gli sconti estivi e invernali. Se invece del 2 di gennaio i saldi arrivassero a fine febbraio, per quindici giorni, ci darebbero il modo di svuotare i magazzini e riattivarci con la nuova collezione. Questa sarebbe una direttiva vincente per tutti.


Lei nel tempo è riuscita a circondarsi di una squadra tutta al femminile. È un modello che funziona?
Assolutamente sì. Tra le donne, nonché valide collaboratrici delle quali mi circondo, basta semplicemente uno sguardo per comprenderci, senza superflui giri di parole.


Quali problemi registra nel quartiere? Ci sono degli aspetti che andrebbero migliorati?
Ho iniziato la mia attività all’interno di un appartamento a Parco Aurora, all’epoca non c’era ancora la pavimentazione e l’intera zona era un quartiere a cielo aperto, pertanto ero solita dire ai miei clienti: “mi dispiace che per acquistare un vestito nuovo dobbiate rimetterci anche le scarpe”. In seguito mi sono trasferita in via Angilla Vecchia con le taglie regolari, e con le “taglie del sorriso”, slogan che è nato con me, in via Milano. È vero che via del Gallitello, oggi sede dei miei due negozi, è una zona nevralgica della città, ma dovrebbero essere assolutamente migliorate le strade. Qui non c’è neanche un marciapiede per farsi una semplice passeggiata tra le tante attività commerciali che circondano la mia.


Entrando in contatto con le future spose ha anche modo di conoscere qualche dettaglio in più sulla loro sfera personale. Che profilo ne viene fuori e quali problemi riscontra con maggiore frequenza?
Oggi la maggior parte delle ragazze che arriva al matrimonio ha convissuto per molti anni e magari hanno uno o più fi gli, dunque la famiglia era e rimane un valore aggiunto. La mia generazione prima si sposava e poi faceva tutto il resto, oggi si è invertita la rotta. Mi duole constatare, tuttavia, che le spose di oggi sono meno interessate al sacramento in sé per sé, e più alla festa.


A fronte delle tante realtà che aprono e chiudono, che consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono investire in città e cimentarsi con un’attività in proprio? Qual è la ricetta?
Bisogna conservare e mantenere viva la passione per qualsiasi lavoro, essere coerenti con le proprie scelte, costanti e rimboccarsi le maniche. Gli errori continuo a farli anche io, ma se si crede in ciò che si fa i risultati arrivano.