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“In Basilicata esiste un comparto, quello dello spettacolo dal vivo, normato dalla Regione nel 2014, dopo 30 anni dalla precedente legge, anche in relazione alla nomina di Matera a capitale europea della cultura 2019. Un comparto in grande fermento che conta attualmente circa 4.400 addetti tra artisti e tecnici, ma che ha bisogno, per crescere ulteriormente, di essere più adeguatamente strutturato rispetto ai temi della professionalità, della legalità e della sicurezza”.

Lo ha affermato l’assessore alle Politiche per il lavoro della Regione Basilicata Roberto Cifarelli concludendo ieri pomeriggio a Potenza il primo dei due workshop dal titolo “Arte, spettacolo e cultura insieme per un nuovo modello di crescita”. L’iniziativa prosegue oggi pomeriggio alle 18.00 nella Mediateca provinciale di Matera.
“Legalità, sicurezza e cooperazione possono essere – ha continuato Cifarelli - il modello per una crescita delle comunità e dei territori. Consapevoli di ciò abbiamo voluto organizzare, con la presenza di una Cooperativa che vanta una esperienza trentennale in questo settore, una due giorni per diffondere la cultura della legalità e della sicurezza nell’ambito dello spettacolo e dell’industria creativa. Tramite questo modello, vogliamo favorire le possibilità di crescita per l’intero settore, facendo in modo - ha concluso - che i posti di lavoro, censiti nell’ambito della nostra programmazione triennale dello spettacolo e che hanno avuto un grosso impulso da Matera 2019, possano diventare sempre più solidi anche in Basilicata ed aumentare il proprio impatto socio- economico sul sistema dell’economia locale”.
Il workshop è stato introdotto da Patrizia Minardi, dirigente ufficio sistemi culturali e turistici della Regione Basilicata che ha fornito un quadro degli investimenti e degli interventi attuati dalla Regione per la valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, del territorio: dalla valorizzazione degli archivi storici all’Accordo per la digitalizzazione di 24 sale cinematografiche da adibire a spazi per spettacolo e cinema, fino al sistema degli aiuti per stimolare il sistema produttivo culturale locale ed al piano triennale per lo spettacolo.
“L’impresa culturale – ha aggiunto la Minardi - è una filiera che si compone di aspetti sia creativi sia amministrativi. Per far crescere l’intero comparto, dunque, non ci si può esimere da una attenzione alta verso i temi della legalità, della sicurezza e della correttezza delle procedure amministrative”.
Il dibattito, a cui sono stati invitati a partecipare associazioni datoriali, imprenditoriali, sindacali, amministratori locali ed associazioni di pubblico spettacolo, è stato animato dagli interventi di Demetrio Chiappa, Daniela Furlani e Fabio Fila, referenti della cooperativa Doc Servizi che hanno descritto l’esperienza maturata nel settore.